mercoledì, dicembre 22, 2004

Pranzo di Natale: ecco perché sará impossibile uscirne indenni

Anche ad Arilica grosso via vai di strenne natalizie e di inutili cestoni con le noci, le mandorle sigillate, la confettura di castagne, le salsine di nonna Abelarda, lo zampone Fini, la mostarda, i fichi secchi e i datteri maomettani, che nessuno li tocca perché - dice - provocano la carie e fanno ingrassare. Tempi cupi, per i datteri maomettani. Un tempo il Natale era il loro momento di gloria: adesso le mani li evitano, loro restano tristi e grinzosi nel vassoio, pore stelle. Anche le noci non se la passano mica tanto bene. Al vostro pranzo di natale ci sará chi le aprirà a pugni (e si fará male ma sforzandosi di nascondere la smorfia di dolore), chi col gomito, chi a testate (molto virile, sì). Chi si ostinerà a usare lo strumento schiacciante ma senza esserne capace e la noce schizzerá via sul soffitto, ribalda. Il moroso di tua sorella, che al liceo era bravissimo in fisica, vorrá fare il figo come sempre, approfittando per la consueta breve lezione sul principio della leva.
Nonostante tu abbia fatto carte false, ordito intrighi ed inviato messaggi fuorvianti fino all´ultimo per schivare l´ennesimo natale passato con i parenti, finirai come sempre per scambiarti i regali: qualcuno avrá azzeccato, qualcuno proprio no ma tu reciterai un festoso ringraziamento, qualcuno ti regalerá dei soldi - non sarà fine ma sempre restano sempre molto graditi.
Nel pomeriggio implacabile arriverá il momento della telefonata di auguri allo zio quasi lontano (nella Bassa o giú di lá)– lo zio che non vedi da vent’anni - con salutino finale alla di lui figlia che non hai neanche mai conosciuto. Tua madre ti ha inseguito per la casa brandendo il cellulare “Daiiiii chiamiamo lo zio Rinoooooo, lo sai quanto ci tieneeeee!!!” E tu sei scappato sotto il tavolo, piangendo e disperandoti al pensiero della penosa conversazione fatta di finte promesse di venirsi a trovare, di eh sì dovremmo vederci più stesso, di dai questa primavera veniamo giù. Alla fine hai ceduto e composto il numero ma - miracolo – ti ha risposto la voce suadente della signorina Vodafone: l’utente era irraggiungibile, lo zio Rino aveva il telefonino spento, stava dormendo a bocca aperta davanti alla tivù con in pancia mezzo chilo di ravioli e una leva di Peará che ghe bagnava la bocca.
Il 26 sei andato al cinema con amici e parenti. Avete litigato perche' tutti avevano già visto il film che avresti scelto se fossi stato solo. Intanto ti lasciavi soffiare gli ultimi posti liberi dall’intera popolazione locale, che curiosamente aveva avuto la medesima originale idea di andarsene a passare il Santo Stefano nello stesso multisala.