martedì, agosto 24, 2004

FORCHETTE PULITE (1° puntata)

Inizia oggi la serie di recensioni gastronomiche pulite: ristoranti, pizzerie, bettole e tavole calde (esisteranno ancora?) del basso lago e delle colline moreniche (con sporadiche trasferte cittadine) verranno battuti a tappeto da uomini e donne di Arilica Pulita. Relazioneremo a modo nostro delle avventure culinarie, sperando che nessuno se la prenda troppo (in realtà delle reazioni dei ristoratori non ce ne può fregar di meno, diciamo così solo per educazione, che non crediate...).
Noi gourmet puliti ci recammo nel borgo limitrofo per testare un ristorante (denominato “trattoria” forse per non incutere timore nel potenziale commensale) fino a poco tempo fa ubicato in comune di Arilica (altri subiscono la fuga dei cervelli, noi quella dei ristoranti, e vabbè...).
La temperatura fresca ci induce a mangiare all’interno (dal mio posto si poteva godere della vista della chiesa illuminata di San Giorgio in Salici: son spettacoli non da poco...): il locale è arredato in modo sobrio ma decisamente troppo impersonale (carine ma niente di più le grandi foto di agrumi e ulivi). Il servizio è col sorriso sulle labbra, e trasmette tranquillità. Una cameriera (in questo caso trattasi della proprietaria) gentile, carina e per nulla invadente è un piacere capace di annullare qualche dispiacere della tavola (e fra l’altro qui non ne abbiamo incontrati, anzi).
Dopo alcuni taglieri di affettati decisamente buoni ingurgitati col pane (qui fortunatamente niente grissini confezionati in pizzeria-style) e un piatto di fettuccine gradevoli, eccoci arrivare la specialità della casa, il motivo per cui ci spingemmo fin qui al paesello: la fiorentina con l’osso. La qualità della carne è buona ma non stupefacente, mentre la cottura e il taglio decisamente di livello; la carne l’abbiamo accompagnata al vino“della casa”, un cabernet leggermente stopposo (prodotto da una nota cantina arilicense) ma dal prezzo assai mite (si sa mai....).
Gran finale con uno dei migliori tiramisù di sempre (bissato in quanto veramente orgasmico) e mirto un pò industriale ma per nulla malvagio.
Il prezzo delle portate e delle 3 bottiglie di rosso (pare non esistere la carta dei vini) rimane un mistero fino al momento del conto: 200 euro tondi (che diviso per 6 fa 33 a capoccia, questo per i non matematici), che visti i prezzi di locali simili con menù analoghi non sono nemmeno una bestemmia.