La casa nel canneto
In questa giornata di amarcord dolceamari, piace dare un ennesimo contributo al ricordo del gozzovigilare che fu. I nostri padri ricordano che questa costruzione, che sta in quella sorta di sbocco al mare dei Castelnuovo che è il tratto Campanello-Gasparina, è stata teatro di leggendarie serate a cavallo fra i '60 e i '70 (sempre anta erano). Alcuni narrano di tutti i mondiali Messico'70 passati là, sotto il pergolato, con mastelle di legno dalle quali attingere del fresco Negroni, fra invocazioni a Bonimba e GigiRiva e con (presumiamo) gran dibattiti alcolico-pallonari a suon di "l'è mejo Mazzola" contro "no,l'è mejo Rivera" (la terza via, quella della coesistenza fra i due assi, crediamo fosse poco praticata: zio Uccio Valcareggi docet). Per il resto, pare che musica e voglia di divertirsi la facessero da padroni assoluti, con l'arilicense di allora (che ci piace immaginare dal ciuffo beat e la battuta pronta) che passava la sua giovinezza (e rimarla con "primavera di bellezza" sarebbe pleonastico) all'ombra di questa casa che si affaccia sul canneto.
Il tutto è ora abbandonato da anni e piuttosto decadente (anche se ancora non cadente). Un vero peccato, direbbe qualcuno. E lo diciamo anche noi.
1 Comments:
anca a mi me vegni el magon...ma per le tedesche che go' porta'.....
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