mercoledì, ottobre 20, 2004

Podismo

Nato e cresciuto in uno dei posti piú battuti dalla categoria, osservo mio malgrado da una vita i/le disgraziati/e podisti/e di casa nostra. Per i tanti arilicensi che svolgono anonimamente e con passione la loro corsetta preserale o mattutina, ce ne sono altrettanti che possono essere catalogati in categorie-tipo, arilicensi (e non) che fanno di tutto per non passare inosservati. Ogni riferimento a fatti e persone realmente esistente non è assolutamente casuale, anzi:

Il maratoneta: corre indomito nella sua Arilica per conquistare un giorno quei 42 chilometri e 195 metri di fatica, costanza e resistenza. Abbigliamento tecnico e impeccabile, Gianni Morandi e Linus sono i suoi miti, quelli che ce l´hanno fatta. Sogna il ponte Da Verrazzano e l´arrivo a Central Park, lui, unico fra i bianchi a contrastare l´egemonia africana nella grande mela. Svegliaaaaaaaaaa!

Culo e camicia: ostentano un certo machismo, ma in realtà sono parte del gruppo che fa da maggioranza in Europa (questo secondo il raffinato ministro per gli italiani nel mondo). Scicchissssssimi.

Le Fiji 1+1fa2: le Fiji 1+1fa2 scodinzolano sempre in coppia, mai da sole e mai in tre. Sempre e solo in coppia. Il passo e´quello di chi alle superiori rimediava una sufficienza stiracchiata in ginnastica, percorrono 2 chilometri e mezzo in 49 minuti netti, spettegolando allegramente per i primi 5 per poi incorrere in una crisi respiratoria che impedisce loro di continuare a sparlare. Dette anche, rispettivamente: cori e tasi.

La Fiji full optional: fisico scultoreo e passo sicuro, é la quintessenza della fiji di legno, ma e´un gran piacere osservarla podistare mentre si porta a spasso lettore mp3 con cuffie a raggi infrarossi, tuta triacetato della NASA, scarpa ultraleggera con rinforzi strutturali in fibra di carbonio, perizoma che fa capolino durante lo stretching.
Detta anche: bionda, beato chi ti conta.

Le Fiji per niente fiji, anzi: spesso sole, altre volte accompagnate da cadenassi loro simili. Cercano nel podismo da lungolago il loro nirvana, e non è detto che non lo possano trovare, magari sotto forma di qualche podista (masochista) di sesso opposto voglioso di condividere con loro uno scambio di umori e/o liquidi.
Dette anche: corí fin che volí, che tanto de pippoli no ghe ne ciapí.

Quelli che “anche stasera a correre”: si mettono la tuta due volte al mese, ma si bullano con gli amici di essere assidui e formidabili corridori. Sono i nipoti dei pescatori di lucci lunghi 2 metri e 20 e figli dei casanova da bagnasciuga, quelli da “ai me tempi, 2 straniere per notte, quando la nasea mal...”.

Lo straniero: vestito alla bellemmeglio, svolge la sua uscita podistica vacanziera all´alba (i primi temerari alle 6.30, gli ultimi non oltre le 8.30), con encomiabile impegno, godendosi il panorama e la quiete mattutina. Il passo è quello che è, ma non gli si puó chiedere tutto.

Il migliore amico del cane: non avrebbe niente di particolare, senonché…..si porta il cane a correre con lui. Fufi peró mostra una certa disaffezione al padrone, che manifesta senza reticenza: dopo 10 minuti di corsa si ferma (e te credo…) e si piazza immobile sulla carreggiata. Il padrone gioca la carta della diplomazia e del dialogo, provando a convincerlo che “dai su, correre fa bene anche a te” (sentita con le mie orecchie).

La leggenda: la leggenda compie lo stesso percorso da anni (San Benedetto-Campanello e ritorno) sempre alla stessa ora (13.40 davanti a casa mia, natale e capodanno compresi). Capello a spazzola e calzamaglia nera, su di lui girano storie le piú varie e improbabili, ma quello che ci interessa è ben altro: il suo passo, sempre speditissimo nonostante gli anni che passano, è il segno che un antidoto contro il logorio della vita moderna esiste eccome.

La squola di polizia: durante la corsa mantengono il tipico atteggiamento marziale di chi avra´a che fare nella vita con ordine e giustizia: li senti strillare da 600 mt di distanza, scollacciatissimi fra la testa e coda del gruppo, il piu´atletico rotola, lumano tutte le donne che gli capitano a tiro. Il tenente harris il capitano lassar switchack tackulberry jones mahoney li osservano da lontano, e sghignazzano anche loro.

I vestiti “a cipolla”: hanno letto su qualche illuminata rivista che la percentuale di panza sciolta durante la corsa e´direttamente proporzionale al sudore sviluppato durante la medesima. Quindi loro, astutissimi, indossano nell’ordine: maglietta della salute di cotone dentro e lana fuori, felpa col cappuccio di cotone pesante, maglione da sci fatto dalla nonna, kway tipo circolo polare artico, sciarpa, guanti, calza in lana norvegese.

L´ex “atleta”: una vita passata fra amatori, seconda e terza categoria e poi d´improvviso le scarpe al chiodo. Il rigonfiamento sul davanti, gia´pronunciato in tempi agonistici, assume ora dimensioni inquietanti. E allora via, sul lungolago a sbuffare, in una strenua (e destinata a sicuro fallimento) lotta contro quella bolla molliccia che si è formata lí davanti sopra la cintura.

Dorando Petri

3 Comments:

At 7:44 PM, Blogger Arilicense said...

Quando è che ti decidi a pubblicare un libro... in fin dei conti el na scritto uno anca Walter Zenga...
sei spettacolare

Grazie ancora Isa per il tuo lessico..

Vale

 
At 11:35 AM, Blogger Arilicense said...

Troppo buono Marcone,ma perché gettare discredito su quel capolavoro della letteratura che e´"Uno di Voi"?
Non é giusto, no, quel sinto del walterone nazionale non se lo merita.

 
At 3:19 PM, Blogger Arilicense said...

Se hanno dato il nobel per la letteratura a dario fo, anche zenga ha buone speranze.

 

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