sabato, gennaio 01, 2005

E la marcia de Redeschi?

L’anno inizia male, cari arilicensi. A mezzogiorno l'arilicense pulito accende la tv, sperando di trovare i soliti valzer viennesi, le coreografie infinite dal salone delle feste, le signore impellicciate che ipotecano la casa per un posto a sedere in quel luogo così esclusivo di Vienna, i giapponesi in prima fila plaudenti e contenti come le Pasque (nonostante abbiano speso 9000 euro a cranio per assistere alla suonatina), Muti tronfio e impettito che rinverdiva i fasti di Von Karaian. E poi attendevamo il mitico commento tecnico di Pepi Franzelin: non si è mai capito una mazza di quello che diceva ma la adoravamo (dove sei finita, Pepi, ora che ti hanno soffiato il concerto di Capodanno?!? La RAI avrà trovato un avamposto austroungarico apposta per te?!?). E poi attendevamo il momento più trash, quando tutti battono le mani al ritmo della marcia di Radetzky (e per tutti intendo anche zii vicini e nonni che nel frattempo si erano radunati in casa tua per gli auguri: parapam parapam parapampapam.... parapam parapam parapampapam.... parapam parapam parapampapam....parapam parapam parapampapam...).
E invece no, quest’anno niente Salone delle feste e Berliner Filarmoniker,niente marcia di Radeschi e niente Pepi Franzelin: quest’anno ci siam dovuti accontentare della Fenice, dei balletti in tutù davanti al Caffè Florian e del Va pensiero.
Un pezzo dei nostri Capodanni che furono se n’è andato per sempre.
Addio Marcia di Radeschi, addio Pepi.