mercoledì, agosto 10, 2005

Stamattina a Monzambano dovrebbe essersi tenuto il vertice con tutti i sindaci lacustri delle tre sponde, più i presidenti delle Province di Verona Trento e Brescia. La marmaglia che governa il Benaco si è poi ritrovata alla diga di Salionze (per fare cosa?!?): domani leggeremo le cronache dei giornali, che ci incarteranno la solita aria fritta dei politicus. Intanto mentre questi fanno le bicchierate, Legambiente (che non è il vangelo, ma un’organizzazione che la competenza per lanciare allarmi ce l'ha) tuona dalle pagine del Bugiardello, puntando il dito contro una classe politica che negli ultimi 10 anni ha acuito i problemi del Garda: "bisogna arrivare in tempi stretti a costituire un’unica Autorità di bacino, con competenze sul lago, che è un’ecosistema unico. Noi lo diciamo invano da 15 anni. Fin tanto che Trento gestisce le dighe, Mantova gli agricoltori e Verona ha necessità turistiche, ognuno tira acqua al suo mulino". E una.
Legambiente punta il dito sopratutto sulla cementificazione del territorio, in particolare di Peschiera e Lazise: «L’aumento delle concentrazioni di nutrienti algali e del livello trofico determina una serie di effetti negativi sulla qualità e sull’utilizzo delle acque. L’utilizzo potabile delle risorse idriche è a rischio per la tendenza all’aumento di cianobatteri, che producono tossine. Ciò è dovuto al carico di utenza al collettore, ma si continua a costruire lo stesso, aggravando ulteriormente il carico del collettore». E Due.
«Un altro problema è la mobilità: si progettano nuove strade e non si pensa alla via dell’acqua. Il trasporto pubblico sull’acqua deve essere studiato in modo più efficiente, mentre è effettuato più che altro a scopo turistico. La navigazione a motore deve essere vietata anche per le sponde veronese e bresciana, ci vuole una normativa unica. La Regione ha tanto sbandierato i piani d’area, incluso il piano del Garda, in realtà stanno solo aspettando di approvare tutte le varianti ai piani regolatori, che continuano a incrementare cemento sul territorio. Quando entrerà in vigore il piano d’area, non servirà più a niente». E tre.

3 Comments:

At 10:17 AM, Anonymous Anonimo said...

Scusasse, lor signori, ma i cianobatteri sono cognati dei benitobatteri? e se si, derivano dalle cacche dei fascio-villeggianti del secolo scorso? Che cacche resistenti, alla facciazza del carbonio 14!!
Tuttavia di feci fuori e dentro all'acqua, ormai se ne dice e se ne dirà assè..! Anche questo Blog ha denunziato assai e con cognizion di causa al riguardo, ma a me pare di vivere una trama Orweliana, purtroppo...tutti compatti, politici determinati, ma tanto finchè gli stronzi non ci avranno le gambe e le bocche per venire a bevare l'aperitivo inzieme ai crucchi con gli aerei galleggianti, le soluzioni al problema restano utopiche chimere o sogni di una notte di mezza estate...Io come ben saprete non son per "gli uomini del fare" (che a forza di fare ci hanno circondato i coglioni di loculi, quadrifogli rovesciati alla Los Angeles, e sorrisi che non si sà che cazzoc'èdaridere...) ma se qui non succede qualcosa d'epocale ( e bisogna proprio essere alle asse per esser omini e dover ancora agir da ratti...!) mi pare che dovrò comprarmi il filtrostercobranchiale che ho visto in una televendita!!!

Il Luccio Off-shore

 
At 7:22 PM, Blogger Arilicense said...

Luccio, sei uno spettacolo (eterosessualmente parlando)! Coi cianobatteri i benitobatteri e i fasciovilleggianti vado avanti a ridere almeno fino a lunedi pomeriggio (ma poi scusa Luccio, per smaltire i cianobatteri costruiamo un nuovo depuratore agli Scalzi?). I nostri politicus si commentano da sè, a Monzambano il borgosenatore indossava la faccia seriosa delle grandi occasioni, per sottolineare la vicinanza alle sorti del Benaco. Come direbbe la buonanima: ma mi faccia il piacere!

 
At 9:34 AM, Anonymous Anonimo said...

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