venerdì, ottobre 01, 2004

Chi vive Luganeggiando, muore....

Non è proprio periodo di “Luganeggiando”, ma vale la pena di riportare un breve aneddoto poco pulito.
“Luganeggiando“ è una mirabile iniziativa di un altrettanto mirabile gruppo di arilicensi (accomunati nel proprio destino da un frutto e da velleità calcistiche...) che, rimboccandosi le maniche e lavorando sodo, hanno voluto riproporre a casa nostra una manifestazione enogastronomica che da parecchi anni si tiene nell’astigiano. Si tratta di un percorso nelle campagne del basso benaco, da affrontare a piedi o in bicicletta, con tappa nelle diverse cantine di produzione del rinomato bianco.
La prima edizione risale all’anno 2000, quando i determinati organizzatori decisero coraggiosamente di proporre questa nuova iniziativa al pubblico arilicense. Armati di infinita buona volontà:
a) contattarono tutte le cantine comprese nel quadrilatero S.Benedetto – Broglie – Rovizza – Pozzolengo, ricavando l’adesione di una decina circa di produttori;
b) studiarono il percorso adatto, allestendo delle indicazioni per agevolare i partecipanti;
c) prepararono dei piatti da abbinare al vino, proponendo varie specialità diverse da cantina a cantina;
d) curarono l’organizzazione e la logistica spiccia, come la distribuzione di tavoli, panche, piatti-posate-bicchieri alle varie cantine, la raccolta delle iscrizioni, la stampa dei pass per i partecipanti e delle magliette per gli operatori, il reperimento di mezzi di supporto, ecc…
I nostri eroi si rivolsero poi all’amministrazione comunale in cerca di ulteriore supporto logistico ed organizzativo, pensando: “Cacchio, un’iniziativa del genere dona lustro e buona reputazione al paese ed ai produttori locali, potrebbe anche attirare potenziali turisti: vuoi che l’amministrazione non ci aiuti a pubblicizzare la manifestazione???”. E infatti l’amministrazione NON aiutò gli impavidi volenterosi che portarono ugualmente a compimento l’opera in modo egregio, tanto che l’anno successivo i partecipanti furono ben oltre i 30 della prima edizione.
La macchina era in moto e ormai aveva preso velocità: ad ogni edizione cresceva il numero di partecipanti - moltissimi dei quali forestieri – tanto da doverlo limitare con un numero chiuso, le cantine disposte ad ospitare l’evento aumentavano di anno in anno, la qualità della manifestazione lievitava costantemente e molti volontari si proponevano in modo totalmente gratuito per permettere un buon svolgimento della stessa, la fama dell’evento giungeva ben oltre i confini paesani...insomma, un vero successo.
Ma come spesso accade, a voler salire sul carro dei vincitori sono molti: risparmiate le fatiche ed i rischi delle prime edizioni, l’amministrazione comunale entrava prepotentemente nel comitato organizzativo, imponendo le proprie volontà circa prezzo dei biglietti, modalità di distribuzione degli stessi, ecc… La giustificazione a questo radicale cambiamento fu, all’incirca, questo: “I produttori offrono gratuitamente i propri vini ed è giusto che tra i partecipanti alla manifestazione vi siano personaggi del settore che potrebbero poi stipulare contratti di acquisto. Quindi, precedenza ai potenziali acquirenti, ma lasciando un determinato numero di biglietti per gli appassionati che comunque non potranno acquistarne più di tot a testa”. Il discorso potrebbe anche essere accettabile: ma perché poi i biglietti per i “comuni mortali” non si trovano mai in quanto acquistati in blocco dai soliti paraculati alla faccia della limitazione imposta?
I soliti misteri che si perdono tra le mura di Arilica…
Anche per oggi, a voi le conclusioni.

Ardelica Pischeriae