domenica, dicembre 12, 2004

Gh'era na olta la Santa Lussia sul Liston

Da buon pignolo rompicoglioni qual’è, l’arilicense pulito si addentra nei meandri del banchettificio de Santa Lussia solo per cercare quelli che vendono giocattoli, per controllare cioè se sono rimaste tracce di tradizione oppure se i banchetti di giochi appartengono solo all’epoca remota in cui si era bambini noi, che quando andavamo a Verona prima di Natale campavamo ancora sui dividendi garantiti dalle Pie Tradizioni ovvero da presepi negli arcovoli, vetrine in Via Mazzini, stella cometa sull’Arena e, appunto, banchetti di giocattoli in Piazza Bra. Che questo capitale si vada consumando a vista d’occhio è evidente a chiunque faccia lo sforzo di sollevare lo sguardo dallo schermo del proprio telefonino, ma noi non ci arrendiamo e controlliamo di persona se qualche traccia di sano passato sia rimasta. Entrato in Piazza senti subito in sottofondo la compilation con le canzoni di Battisti e dei Nomadi rifatte coi pifferi peruviani tristi come la scabbia, tutt’attorno è un trionfo di banchi tutti uguali e perlopiù inutili che vendono 1-carie (sottoforma di dolciumi colorati) 2-carabattole fintoetniche 3-carabattole fintomoda 4-carabattole e basta 5-borse taroccate di Luì Vitton e Gucci e Fendi e Salamadonna (merci presenti non sotto forma di banchi bensì di Senegalesi). Dei banchi presenti salviamo quasi solo il mitico, incomparabile, porchettaro dello stadio, che tante gioie e tanta acidità di stomaco ci ha regalato negli anni in Piazzale Olimpia. Poi col tempo e cercando con attenzione ti imbatti in tre banchi di giocattoli, ma sono molto piccoli e quasi insignificanti. All’imbocco di Via Mazzini stanno i personaggi di “scusa posso farti una domanda, ma tu hai pregiudizi nei confronti dei malati di AIDS?”, che quando ti fai via Mazzini e torni indietro sono ancora lì che ti chiedono “Scusa posso farti una domanda, ma tu hai pregiudizi nei confronti dei carcerati? Mi fai una firma contro la droga?”, ed è solo quando riesci a divincolarti dai rebongi che hai la visione: un’enorme bancarella di giochi, gestita da personcine di razza ignota e probabilmente non indoeuropea, che espongono, fra gli altri, una serie infinita di deliziose pistole di plastica, uguali uguali ai modelli oggi in voga fra Scampia e Secondigliano, così i vostri bimbi potranno inseguirsi per casa e giocare garruli e felici imitando gli scissionisti del clan Lauro. Molto edificante.
Te ne esci definitivamente da Piazza Bra, un pò sconsolato per aver assistito alla definitiva scomparsa dei banchetti di una volta e di quelli dei giochi, ormai solo un ricordo. E ripensi a Barbarani e al suo dialogo fra il musso e Santa Lussia, che gli domandava cosa fare coi bocia pretenziosi:- "Caro musso cosa femo? Come fao co’ ste pretese?" -“Santa Lussia daghe un tajo, li mandemo a quel paese. Santa Lussia li mandemo tuti a farse benedir”.

ARILICA PULITA sensa più Santa Lussia