lunedì, marzo 21, 2005

TAV-story, 4a puntata


1997-1999: altamente capaci (di tutto). Anni di costosissimi studi sul progetto seguiti da costosissime commissioni di collaudo figlie del clientelismo politico-giudiziario partoriscono una graziosissima novità: nel 1997 gli scienziati delle rotaie abbandonano l'alta velocità e ci introducono nel fantastico mondo dell'"Alta Capacità", che secondo i proponenti ha "criteri progettuali meno restrittivi, con le diverse esigenze di tracciato che possono essere riviste anche nell'individuazione di possibili corridoi sostanzialmente diversi dal primo proposto". Trattasi però di maldestro tentativo di nascondere la realtà del progetto, ma lasciandolo nella sostanza. L'arrivo della TAC è successivo alla Direttiva Europea del 1996 che prevede di velocizzare le linee esistenti portandole a 160 km/ora: noi invece imponiamo i 300 Km/ora e con le linee di superficie perchè l'interramento costa più del doppio e perciò viene negato, tanto dell'ambiente e di quelli che abitano vicino alle rotaie chissenefrega.
Nonostante tre anni di iniziative bollino il progetto come sostanzialmente inutile, anche grazie alla spinta governativa nel '98 il piano d'impresa delle Ferrovie mette la TAV (o TAC) come priorità assoluta (il ministro dei trasporti precedente all'attuale era invece contrario e disse che tutta la storia-TAV era un "verminaio": l'importante è essere d'accordo). I parlamentari delle nostre latitudini (quasi tutti di centrodestra quindi all'epoca quasi tutti all’opposizione) paiono essere vigili e danno battaglia: fioccano interpellanze e interrogazioni sulla Tav. Una di queste, velenosisssima verso le parcelle faraoniche dei collaudatori e sullo scandalo dell'intreccio fra magistratura Corte dei Conti e Ferrovie dello stato, sarà presentata nel giugno del 2000 dal sindaco di Peschiera nonchè onorevole Chincarini. Sul territorio l'opposizione alla TAV rimane di nicchia ma si fa sentire: non è opposizione di principio, dovuta a qualche innamorato della natura incontaminata; in realtà, la costruzione di linee con queste caratteristiche comporta un alto costo per il territorio attraversato, richiede che una fascia di notevole ampiezza venga declassata a corridoio di servizio industriale, e quindi sottratto all'uso residenziale. Non è sorprendente che quei poveri cristi che abitano nelle vicinanze dei tracciati non siano soddisfatti della cosa (anzi, per dirla tutta le balle gli girano alla stessa velocità dei treni: 300 all'ora). E che lo siano ancor meno quando la sostanza del problema venga ufficialmente negata, così da rifiutar loro anche la compensazione di valore della proprietà compromessa (cornuti e mazziati!). Il peschierotto osserva attonito lo sviluppo degli eventi altamente capaci ed altamente veloci, ma comincia a sentire in lontananza il rumore del supetrenone in avvicinamento.