martedì, aprile 05, 2005

Nei giorni in cui su Televespa e dintorni si parla e straparla del Papa, sulle sponde dell'amato lago si fa strada il dibattito sulla stagione turistica che sarà, anche perchè le previsioni sono molto pessimistiche: Federalberghi dice che solo il 2,4% degli italiani sceglierà quest’anno di recarsi ai laghi contro il 5,8% dello scorso anno, in giro pochi inglesi low-cost, di tedeschi neanche l’ombra e si è talmente mal ridotti che si aspettano con impazienza le prime targhegialle. Bottegai, commercianti e in generale tutti quelli che con un eufemismo si definiscono "operatori turistici" brancolano nel buio e i spiansota. Per le vacanze pasquali sottotono sono stati incolpati, in ordine decrescente: caro-vita e crisi economica (+ 6,3% di colpe imputate rispetto alle precedenti consultazioni), tempo inclemente (+ 2,2%), concorrenza aggressiva di altri poli turistici assimilabili al nostro (+1,8%), l’arbitro (cornuto per definizione, sebben in calo: -2,8%). Pochi s’interrogano invece su cosa in realtà offriamo al potenziale turista/visitatore/viandante in termini di: cultura e valorizzazione del patrimonio storico, spiagge e acqua che si possano definire tali, eventi ed infrastrutture che attraggano flussi di visitatori “qualitativi” (che non dico gente di serie A, ma neanche di serie C2 girone B come quelli attuali), spettacoli di un certo spessore (che non dico Umbria Jazz...ma almeno roba che vada al di là della sagra paesana anni '50, di Castellina Pasi e della gara di rutti tanto in voga da noi), cura del paesaggio urbano (perché l’occhio del visitatore vuole la sua parte, eccome se la vuole), numero di sorrisi e cortesia di tutti quelli che lavorano nel turismo e quindi in definitiva, rapporto qualità-prezzo dei servizi offerti (tutto carissimo a fronte di un’offerta scadente). “Puntiamo sui grandi numeri, l'unica strategia vincente, vedrete che arriveranno le vacche grasse per tutti”: dopo gli anni del turismo pionieristico questa è stata l’idea di impostazione turistica in tutto il basso lago, ora però ci stiamo accorgendo che le mucche di cui sopra vanno altrove e da queste parti non torneranno più, perchè le nostre parti sono per definizione il regno del mordi-e-fuggi e gli unici bovini su piazza sono le smuntissime vacche che a confronto quele de Bombay i è in salute, gente che pascola senza un soldo nei nostri megacampeggi autosufficenti, strutture cresciute a dismisura negli ultimi anni col beneplacito interessato della politica demente e delle sempre lungimiranti amministrazioni locali.

7 Comments:

At 1:17 PM, Anonymous Anonimo said...

Quando si dice lacrime di coccodrillo, l'amministrazione arilicense pensa ad una Lacoste bagnata? Secondo me si, anche perchè, ammettendo che stia a cuore il portafoglio dei bottegari nostrani, non si poteva sperare di continuare a vender miserie per gioie! A mio avviso, la domanda "Ma sei fossi piemontese, austriaco, spagnolo o sardo...ci verrei in vacanza a Peschiera?", in municipio, non se l'è posta nessuno! Avete fatto un giro in paese domenica, bipedi, o no?! Io da qui sotto o visto una coltre di gas di scarico che muoveva al pianto...ma le mie lacrime son lago.

Il Luccio Volante

 
At 2:54 PM, Anonymous Anonimo said...

Nel frattempo,come scrive oggi il Bugiardello, l'amministrazione comunale mette a posto il Parco Catullo mentre per quel che riguarda la ringhiera distrutta dalla caduta dell'albero..beh "non è di nostra competenza" fanno sapere.

Palla Ovale

 
At 5:23 PM, Blogger Arilicense said...

Dalle parole della consigliera delegata ai Beni culturali sembra che stiano mettendo a posto il parco Sigurtà!!Perchè non ci spiega invece come mai nel lato fronte scuola di Polizia una volta rimosso il vecchio strato di asfalto hanno pensato bene di farne un'altro ancora più nero ed osceno?? Fali schifo i san pietrini?? Dall'altra parte dice che metteranno erbetta verde per paura che le radici rovinino il vialetto mentre di là va bene l'asfalto? Coerenza ghe nè?

 
At 6:27 PM, Blogger Arilicense said...

Luccio, domenica non ero nell'amata Arilica bensì in una città che fino a meno di 29 anni fa viveva sotto una dittatura spietata ed era solo una grigia città portual-industriale. Ora si è riconverita (con mezzi propri, molti fondi privati e soldini regionali) in una meravigliosa città turistica, pulita e linda, con musei clamorosi, palazzi liberty che erano cadenti e ora scintillano, un centro città vitalissimo a ogni ora del giorno e dellanotte, gente sorridente che si gode la vita, tranvia leggera, un arredo urbano che noi ce lo sognamo. Per non parlare del traffico di auto molto scarso, nonostante i 300mila abitanti (in 10minuti si passa da un lato all'altro della città altro che polveri sottili pm10 e lavacadesomare). Ah, la loro banca cittadina si sta pappando la "nostra" banca nazionale del lavoro. Il segreto di questo miracolo non lo conosco, forse l'amore sconfinato degli indigeni per la loro terra, forse la loro energia, forse chissà. Vedendo come sono ridotte le nostre città e sopratutto la nostra Verona e dintorni, da lunedi mattina l'amarezza ha preso il sopravvento. Bisogna reagire, rompere tanto le palle e non darla mai per vinta ai troppi lazzaroni di casa nostra (scusate la retorica e le bave alla bocca, ma i è du giorni che me gira i coioni alla velocità della luce).

 
At 7:10 PM, Blogger Arilicense said...

Ah, dimenticavo: i giardini pubblici di là hanno piante da fusto alte 10-15 metri e autobloccanti tutt'attorno, non l'immondezzaio nostrano e inoltre sulle loro panchine non stazionano maomettani nullafacenti, spaccini, tossici sdentati e tutto il bestiame consueto che si può ammirare in piazza Pradaval, piazza San Zeno o simili a Verona e in molti casi anche sulle banchete provinciali. Questo nonostante la città sia tradizionalmente e pesantemente di sinistra, tanto per non confondere rispetto delle regole con l'intolleranza come fanno troppi saughi della izquierda nostrana. Sulle loro panchine solo vecchi che leggono il giornale, giovini che si ispezionano vicendevolmente le lingue e mamme con bambini. La polizia e la sbirraglia municipale presentissime in tutta la città (ho assistito personalmente a un cretinetto imbriago che spaccava una bottiglia di vetro contro un muro alle 3 di notte e lo sbirro a brincarlo per il collo e fargliela raccogliere pezzo per pezzo con le manine sante). Una birra piccola costa mediamente 1.50 euri, la pinta 2.20, un litro di gasolio 0.85, una cena in un ristorante medio con vino a fiumi non più di 20-22 euro, il parcheggio (tutti sotterranei, mai in superficie) 0,80 l'ora in pieno centro. Ma i lazzaroni dei nostri politicus la girano un pò l'Europa o quando prendono un aereo (a proposito: volo costatomi 58 euro andata e ritorno) lo fanno solo per andare a Shar-Merd-Sheik e schifo simile? E poi ci stupiamo se la gente (il piemontese, austriaco, spagnolo o sardo di cui parla il Luccio Volante) non viene in vacanza dalle nostre parti e sceglie mete diverse? Dai su, sveiemose che l'è ora...

 
At 7:26 PM, Anonymous Anonimo said...

Immagino che la città di cui tu parli, caro Arilicense, sia Bilbao...sì, proprio quella dove c'è quell'incredibile edificio-museo di titanio dalle forme stranissime...pensa che fino al 1994, anno in cui è stato inaugurato, Bilbao era davvero una città orrenda, fatta solo di enormi industrie e di un porto inquinatissimo. E' bastata quell'unica grande mossa, coraggiosa ma profondamente pensata, per cambiarla completamente. Pensa che nei primi 10 anni di attività del museo, il costo della sua costruzione (e si parla di centinaia di milioni di Euro) è ritornato alla città moltiplicato per 10, grazie ai turisti di tutto il mondo che l'hanno visitato. E questo dice solo dell'aspetto economico, perchè riguardo a quello della qualità della vita ci hai già pensato tu fin troppo bene.
Non male, che ne dici...e questo è solo il più clamoroso, forse, degli esempi che si possono porre riguardo a ciò che è possibile fare investendo nella cultura! Ma vuoi che a qualcuno dei nostri freghi qualcosa? La verità è che siamo sempre troppo impegnati a spartirci le ormai poche briciole che sono rimaste...

Corto Maltese

 
At 7:37 PM, Blogger Arilicense said...

Ciao Corto, ovviamente è Bilbao. Ma lo stesso discorso lo si può fare per San Sebastian lì vicino, che però partiva avvantaggiata perchè è già meravigliosa di suo senza bisogno di grandi investimenti alla Guggenheim (che fra l'altro è un mezzo pacco: deludente dentro quanto da orgasmo visto da fuori). Sarebbe da organizzare un charter e portare i nostri sapienti a visitare quei posti per vedere come si tengono i posti in cui si nasce si vive e magari si muore anche, e già che ci sono i nostri politicus potrebbero chiedere agli spagnoli come funziona un regionalismo vero (non la scoreggia partorita settimana scorsa a Roma) con le municipalità che possono investire parecchi soldini per le loro città, ma forse sarebbero soldi spesi inutilmente visto le teste vuote che riempiono governi, ministeri, parlamenti, regioni provincie e municipi. Lasciamo che continuino ad andare a Shar-Merd-Sheik a ungersi la testa vuota di crema Nivea.

 

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