venerdì, aprile 15, 2005

Opere d'arte arilicensi (prima parte)


Molti ci hanno fatto notare che è sempre più bella ed originale l'esposizione d'arte a cielo aperto che da molti anni allieta lo sguardo del passante sul Lungolago Garibaldi, più precisamente nell'esatto luogo in cui "non più Benaco ma Mencio" (che Padre Dante ci possa perdonare tutti). Verissimo, l'allestimento artistico sul lungolago è uno dei tanti motivi per cui possiamo fregiarci del titolo di "città turistica e d'arte", la fierezza di avere in casa una simile opera concettuale ci gonfia il petto d'orgoglio: noi di Arilica Pulita ve la proporremo giorno per giorno, di modo che possiate gustare in sequenza l'esposizione nel suo unicum, opera mirabile per abnegazione e magnificenza, collocata giustamente in uno dei punti più turistici e di passeggio di tutta la nostra Arilica: il turista e il peschierotto apprezzano certamente l'opera d'arte di strada.
Come vedete nell'immagine, la cifra comune degli artisti è la riscoperta del figurativo, abbinato ad una disposizione volutamente incongrua, grottesca, parodistica dell'arte povera post-bellica, come si nota in questa pavimentazione in terra, sassi e detriti vari, piazzati lì non nel vano tentativo di coprire buche profonde, bensì per riproporre a Peschiera le stesse gibbosità che si ritrovano soltanto nelle strade del Gabon e in quelle di Secondigliano-Scampìa, evidente metafora dell'eterno conflitto fra i due emisferi del mondo: il sud afrocampano e il nord arilicopadano. La suggestione è impressionante, questa sì che è arte con la A maiuscola, tale concentrato di provocazioni, rimandi semantici e citazioni colte ci mette quasi i brividi...ma non facciamoci prendere dall'entusiasmo e proseguiamo: sempre per legarsi al filo conduttore dello sfascio come cifra artistica ricca di simbolismo, sulla destra si può notare la catasta di tegole decrepite disposte con sapienza dagli artisti, che hanno anche pensato di dipingere di giallo il davanti del fabbricato per dare l'ingannevole impressione di non trovarsi nel terzo mondo: questa è davvero una provocazione magnifica e spiazzante, degna della "merda d'artista" di Piero Manzoni e dell’"orinatoio" di Duchamp!
Nei prossimi giorni ci addentreremo nei meandri dell'esposizione, generoso regalo ad Arilica di un gruppo di artisti che mai smetteremo di ringraziare per quello che continuano a fare per la nostra città turistica e d'arte.

1 Comments:

At 5:16 PM, Anonymous Anonimo said...

Sistemata?

 

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