giovedì, maggio 26, 2005

Capolavori incompiuti, parte prima


Della indiscussa valenza turistico-architettonica del capannonismo arilicense si è già discusso, ma che dire del retrobottega? L'incompiuto ci esalta come poche altre cose, quando passando sull'autostrada osserviamo il sedere spelacchiato del capannone di parquet rischiamo sempre di uscire di carreggiata per il troppo ridere. E dire che è ilare è dir poco.
Bravi, fate bene a lasciarlo così il nostro capannone favorito, l'incompiutezza gli da un'aria vissuta da reduce in astinenza che gli giova moltissimo: quei tuboni a vista e la venatura longitudinale del cemento armato evocano immagini maschie e quantomai turgide, che ben si accompagnano con le peripatetiche in attesa pochi metri davanti, sulla tangenziale.

1 Comments:

At 4:31 PM, Anonymous Anonimo said...

Questa foto bisognerebbe metterla su ogni opuscolo turistico di Peschiera, potrebbe risultare una valida alternativa anche a Palazzo Ducale di Venezia...chissà che magari tutti i giapponesi nel vederlo non abbandonino in massa la laguna per trasferirsi sul lago! Perchè non creiamo un bel comitato per la salvaguardia di questo eccezionale e raro esempio di architettura contemporanea? Guardate che non ce ne sono mica tanti di capannoni così, credo che ormai sia stato addirittura inserito nella lista dell'UNESCO dei beni "Patrimonio dell'Umanità"...

Corto Maltese

 

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