Ci g'ha pan no g'ha denti
Lo confesso e un po’ me ne vergogno: sono 20 giorni che controllo assiduamente il sito di Ruttosound, il primo e per ora unico campionato italiano di rutti.
Dopo anni di tentativi per trovare qualche turbato che, come me, bramasse dal desiderio di spingersi un martedì di metà giugno fino a Reggiolo per udire ore di rumorose emissioni gassose, finalmente lo scorso anno sono riuscito a raccogliere un manipolo di eroi pronti all’avventura: “Ma figurati chi si mette in macchina per approdare nel nulla della campagna, tra zanzare e polvere per sentire 4 bifolchi sgasare a 100 decibel in un microfono”, si diceva. La smentita: mi sono ritrovato in mezzo a 12.000 (do-di-ci-mi-la!!!) persone giunte dalla province di MO-MN-PR-VR-BS-MI e svariate altre per vedere una quindicina di atleti (già, loro li chiamano così) cimentarsi nelle 4 specialità: rutto di potenza, rutto in lungo, rutto parlato e rutto multiplo. Il pubblico ha svuotato in men che non si dica i vari stands di birra, cibagione, magliette, ecc. E pensare che questa manifestazione è stata ideata e realizzata da un gruppo di ragazzi in memoria di un loro amico scomparso, partendo dal nulla e creando un fenomeno conosciuto in tutta Italia che ha visto aumentare il pubblico fino al record dello scorso anno.
A mente serena ci rifletto su un attimo...questi illuminati hanno preso un campo lungo un’anonima strada modenese, full optional di zanzare e polvere che si alza solamente a camminare, hanno approfittato della presenza di 4 baracchini della birra, hanno montato un palco, un impianto di amplificazione, 2 striscioni, 4 fari e, crepi l’avarizia, hanno creato un sito internet: e in un martedì sera di metà giugno hanno raccolto dodicimila persone.
Sarò ripetitivo toccando il solito tasto: ora, non dico che si dovrebbe organizzare il campionato italiano di scoregge con fiammata per ravvivare il nostro centro, bensì basterebbe tornare a cose che affondano le radici nel passato arilicense, facendo rivevere per una sera la storia sociale e dei giochi “di strada” della Peschiera che fu: ciclotuffo, cuccagna e altri giochi sull’acqua (non una penosa gara di rutti) farebbero da cornice ludica ad una festa dell’ospite degna di esser definita tale (e il tutto sarebbe praticamente a costo zero!). La formula della festa dell'ospite sul canale di mezzo con centro esclusivamente pedonale ha regalato ad Arilica enormi successi prima dell’autolesionista scelta di spostarla ai Bergamini: basti vedere la marea di gente che per un’ora si riversa in centro per l’incendio dei Voltoni per capire le potenzialità di aggregazione e di FESTA di una o più serate del genere, col centro rigorosamente chiuso al traffico.
Ma ad Arilica, come si dice, chi ha il pane non ha i denti: quindi rimaniamo pure ai Bergamini, fra balloliscio zanzare e patatine fritte.
L’ospite deve deprimersi, altro che divertirsi.
Ardelica Pischeriae
3 Comments:
Caro Ardelica,la scelta dei bergamini non è affatto autolesionista....anzi...
Comunque Arilica Pulita romperà i maroni fino alla morte per far capire a chi di dovere che la festa dell'ospite è soprattutto patrimonio dell'Arilicense e che deve essere fatta in centro come una volta!Si potrebbe addirittura rispolverare la Carton Family che era uno spettacolo!!!!
A costo di far fare il ciclotuffo con la graziella de me nona agli Arilicensi Volanti (me compreso ovviamente) ma SI FARà!!
Ne semo capiii!!
Il Luccio concorde
Per la cronaca... edizione 2005 del Ruttosound: 25000 (venticinquemila!!!) persone. Par sentir 4 rutti.
Ardelica Pischeriae
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