lunedì, luglio 19, 2004

Centra il centro, ovverosia: come non far morire piazze e socialità

Dice: voi di AP siete bravi solo a criticare, ci vogliono proposte e idee nuove, capaci tutti di sparare nel mucchio e blablabla.
Il punto è che lo stato delle cose non ci piace affatto, e le porcherie fanno più notizia delle buone notizie, basta guardare un qualsiasi telegiornale per accorgersene.
Allora, per i soliti insoddisfatti, via con le proposte.
Et voilà, idea numero uno: far rivivere il centro. Oddio, non è una proposta, per noi di AP questo è un imperativo categorico: il centro di Arilica è vivo solo d’estate e per un paio di mesi primaverili. Da ottobre si chiude, gente in giro non ce n’è e quel poco di socialità conquistata va a farsi benedire. E la colpa non è della crisi o di altre amenità da bottegai, la colpa è soprattutto del centro moribondo.
Domanda: come farete voi arilicensi puliti e farlo rivivere?
Risposta: ripopolandolo (evitando di costruire casette dei puffi fuori dal paese e incentivando i proprietari ad affittare gli appartamenti sfitti, altrove lo fanno già con successo) e soprattutto creando motivi di frequentazione del centro (P.S: avere necessità di acquistare la droga non è uno di questi). Costruire nuovi plessi scolastici postmoderni in periferia significa assestare colpi mortali al centro, perché i contenitori storici (tipo ex scuole elementari in Piazza d’armi) si svuotano, degradandosi e assumendo in fretta l’aspetto tipico del luamar.
Dice: ma ad Arilica bisogna “decentrare”, non si può continuare con i servizi e le scuole in centro, non li sentite quei gran fighi degli urbanisti? Ah sì, non si può? Ma cosa siamo, Los Angeles, che dobbiamo spopolare le piazze e portare i figli lontano da quello che è sempre stata e deve restare il cuore pulsante del paese, la nostra Piazza d’armi? Ma dove sta scritto?
A Desenzano, che è grande tre volte Arilica, hanno scuole vecchie e spesso inadeguate, ma di costruirle fuori dal centro non ci pensano nemmeno. In centro sono e in centro devono restare, i benefici per il paese sono evidenti e son lì da vedere.
Ad Arilica nel frattempo “decentriamo”.
Su questa cosa del centro torneremo presto, l’argomento è fondamentale, AP penserà a farlo tornare vivo e splendido più che mai: perché un aperitivo e una chiacchierata in centro sono bellezza e ordine, lusso e pulizia, mentre i capannoni prefabbricati, una brutta scuola o centinaia di sgabuzzini da 28mq in periferia sono non solo mostri urbanistici, ma sono anche caos, speculazione e volgarità, l’inizio della fine. Retorica da ritorno del centro in mano agli indigeni e nostalgia di un tempo che fu in cui le piazze erano piazze e non depositi di macchine?
Può darsi, ma noi di AP siam fatti così, prendere o lasciare, di facili consensi non sappiamo cosa farcene. Se va bene bene, altrimenti...tiremm innanz. Understand?
Un paese che perde il centro perde la testa, meditate gente, meditate.

1 Comments:

At 11:17 AM, Blogger Arilicense said...

Altro folgorante esempio di decentramento è l'allontanamento della Festa dell'Ospite dal centro di Arilica al porticciolo dei Bergamini a S.Benedetto. Perchè questa festa,che dovrebbe essere il massimo evento di un paese che fa del turismo e quindi degli "ospiti" una delle fonti mmaggiori di ricchezza, si svolge cosi lontano dal centro storico??? Con il massimo rispetto per il porto dei Bergamini ma vi ricordate quanto bella era questa festa tanti anni fa? Come mai è stata spostata là? I maligni suppongono che nella piccola frazione siano state promesse più manifestazioni per raccogliere voti? Che sia vero? Ricordate quando è stata spostata la festa? Fate 1 + 1...

 

Posta un commento

<< Home