lunedì, giugno 06, 2005

Mamma mia dammi 1000 lire, che ad Arilica voglio andar


L'ora delle decisioni irrevocabili è giunta, il gran consiglio del leghismo riunitosi in seduta plenaria ha deliberato, arieggiando la bocca e quindi facendovi soggiornare un'idea: immediato ritorno alla lira. Visto che è stato lui la causa del drastico dimagrimento dei portafogli padani avvenuto negli ultimi anni, il maledetto euraccio ritorna da dove era venuto, la valuta simbolo dell'italianità rientra in vigore con effetto immediato in tutti i territori padani e quindi anche ad Arilica: ristoranti, pizzerie, carrozzieri e capannoni vari devono da subito ripristinare i listini in lire, chiunque si ribelli verrà portato a Pontida ed ivi esposto al pubblico ludibrio nella posizione dell'uomo vitruviano di Leonardo da Vinci.
Va ovviamente in soffitta anche l'obsoleto (e mai visto) cambio 1 euro-1936,27 lire, che farà spazio al cambio reale che ci ha accompagnati in questi 3 anni bui di valuta comune europea: 1 euro-1000 lire.
Quindi va da sè che ad Arilica una pizza margherita tornerà a costare 6000 lire come ai bei tempi, una pinta di birra 3200 lire, una spremuta d'arancia al banco 2500 lire, il tagliando della macchina 245000 lire e così via.
Nell'immagine: il faccione bonario e rassicurante di Donna Maria Montessori, protettrice della padanissima massaia di Voghera, quella che stenta ad arrivare alla fine del mese (per lei oltre al danno si era aggiunta la beffa: pensate, la casalinga di Voghera è un'euroscettica della prima ora!).

5 Comments:

At 8:13 PM, Anonymous Anonimo said...

La detenzione di una modica quantità di droga per uso proprio è tollerata; da noi, oggi, è perfino ammessa una modica quantità di falso in bilancio. È dunque tollerabile anche una modica quantità di sciocchezze: dove per sciocchezza si intende strettamente non l´espressione di un´opinione tecnicamente errata, ma la rappresentazione di un fatto che si può dimostrare non vero. In questi giorni ogni ragionevole soglia è stata superata, anche tenendo conto dell´immunità di cui possono godere i ministri della Repubblica. Prima sciocchezza: Prodi sbagliò nel negoziare il cambio di conversione fra lira ed euro (restando poco chiaro se sarebbe stato preferibile averlo più alto di 1936,27, per dar fiato alle esportazioni, o più basso, per ridurre gli effetti sui prezzi: il presidente del Consiglio ha detto entrambe le cose). È una sciocchezza, perché non v´era nulla da negoziare. Ben prima si era stabilito che i tassi di conversione di ogni moneta con l´euro sarebbero stati (approssimativamente) quelli corrispondenti alle parità centrali in vigore nel Sistema Monetario Europeo: non vi era alcun margine di discrezione; bastava una calcolatrice tascabile. Seconda sciocchezza: ma allora fu Ciampi, prima, a sbagliare. Flashback. La lira era stata espulsa dal sistema europeo di cambio nell´autunno del 1992. Seguirono anni di instabilità, con una gravissima crisi valutaria e finanziaria nel marzo del 1995. Sulla base di un rigoroso piano di stabilizzazione, e confortato da una buona reazione dei mercati, il ministro Ciampi chiese a fine novembre del 1996 la riammissione nel sistema. Si trattava di fissare una nuova parità. I tedeschi non volevano andare oltre 950 lire per marco. Si discusse per una giornata. Grazie alla dura ostinazione del ministro, l´Italia ottenne 990: fu, a detta di tutti, un´inattesa vittoria diplomatica. Scrisse allora il Financial Times: un ministro italiano che non avesse goduto del prestigio di Ciampi sarebbe volato per le scale; forse ignorava l´esistenza del ministro Calderoli. Il quale, per porre rimedio ai supposti guasti del passato, passa alle sciocchezze programmatiche. Terza sciocchezza: doppia circolazione di lira ed euro. Minore, anche se estrema per la sua totale bizzarria, e magari divertente se ci si prova a immaginarne le singolari conseguenze. Questa lira che circola in parallelo sarebbe a cambio fisso o variabile con l´euro? Nel primo caso, a che servirebbe, se non a complicare i resti quando si pagano in lire i prezzi in euro (o viceversa)? Nel secondo caso, imiteremmo quei paesi sudamericani ove circolano dollari e moneta locale. Comunque questa originale idea è incompatibile non solo con l´alfabeto economico, ma anche con l´appartenenza all´euro. Con il che, coerentemente, arriviamo alla quarta sciocchezza: facciamo un referendum, e, se il popolo italiano così ritiene, abbandoniamo l´euro. Purtroppo per gli autorevoli ministri proponenti, è impossibile chiamarsi fuori dall´euro senza mettersi fuori dall´Unione Europea, denunciando i trattati in vigore. Questi non prevedono alcun meccanismo di uscita dalla moneta unica. Addirittura, a meno che non vi sia un protocollo di deroga, come nel caso di Danimarca e Inghilterra, obbligano all´entrata ogni paese che rispetti tutte le condizioni di ammissione: tant´è che la Svezia, con tutte le altre carte in ordine, per non entrare nell´euro fece in modo di violare la condizione di previa appartenenza al Sistema Monetario Europeo. Ma forse questa quarta non è tanto una sciocchezza, quanto l´espressione dell´intimo desiderio di uscire dall´Unione, magari negoziando una forma di cooperazione come quella che si propone alla Turchia in alternativa all´ingresso. Forse i no global hanno finalmente trovato una casa.

buonaserata!
il vostro amico delle 7 di mattina (ma questa settimana in vacanza)

 
At 8:08 AM, Anonymous Anonimo said...

Il prestigio del varietà STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
DI ENZO BIAGI

Mentre la stampa internazionale descrive l’Italia come «il malato d’Europa», Silvio Berlusconi risponde invece che «è un Paese ricco», soprattutto di speranze, io direi. Ribadisco: mi pare l’«ora del dilettante» che ci fa apparire come un Paese che non fa politica seria, ma del varietà. È tanto vero che quando si debbono discutere questioni fondamentali, noi siamo esclusi: provvedono Francia, Spagna, Inghilterra e Germania. Ultime notizie: domenica, a Bolzano, l’onorevole Berlusconi è stato fischiato in piazza. E lui, come risposta, ha fatto ricorso a un gesto volgare: ha alzato il dito medio.

Potete immaginare un De Gasperi, un Nenni, un Togliatti impegnati in questa sceneggiata? Si può pensare di rappresentarci così nel mondo? E si può raccontare in giro che siamo dei benestanti, quando per molta gente, il mese ha una settimana in più, l’ultima? E come ci vedono gli altri? Berlusconi a Bolzano è stato duramente contestato: «Buffone, vai a casa» gli urlavano, «mentre - ho letto - il cerone sul suo volto si scioglieva nell’afa del Bolzanino».

«Barzelletta» pensava la folla, ricordando le promesse del famoso «contratto con gli italiani»: grandi opere, posti di lavoro, sicurezza, pensioni. E intanto auspica «un partito unico dei moderati ». Se poi sono anche seri e intelligenti, tanto di guadagnato. Berlusconi vuol passare alla storia; ci passò anche Cambronne, e con una sola parola.

Il Cavaliere, con il medio alzato, accanto una biondona, la coordinatrice provinciale degli «azzurri » che ride di quel gesto degno forse di un avanspettacolo, ha anche una bella battuta. Dice che con lui «l’Italia ha ritrovato ruolo e prestigio sul piano internazionale ». Infatti.

 
At 2:25 PM, Anonymous Anonimo said...

Caro mattiniero, interessanti fino ad un certo punto questi copiaincolla...se potessi risparmiarceli te ne saremmo grati...

 
At 2:48 PM, Anonymous Anonimo said...

caro mattiniero: la detenzione di una modica quantità di droga è tollerata ... ma in olanda o svizzera! in italia si chiama reato e, a discrezione di chi te la sequestra (infatti la modica quantità non è stata mai specificata) può diventare un reato amministrativo. se no è penale. spero tu non sia avvocato, altrimenti sono c...i amari per i tuoi clienti.
studia quando ti alzi presto.

 
At 3:32 PM, Blogger Arilicense said...

Potreste cortesemente spostarvi sul sito di Sanpatrignano a discettare su droga e dintorni?

 

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