Dopo
"Abbasso la squola" un anonimo ha così commentato:
"
Litigare non serve, tanto quanto polemizzare, se non si arriva a delle conclusioni. Sarebbe bello che l'amministrazione facesse dei progetti o, perlomeno, delle proposte. Come lo sarebbe pure che le proposte, o almeno richieste, venissero effettuate dalla comunità dei cittadini. La cosa che più mi fa specie è che, pare, né dall'una né dall'altra alcunché si muova. La potenzialità di questo blog é elevata. Va sfruttata come tale. Se l'amministrazione é carente non lo devono essere tutti".
Anche l'amico Corto Maltese ha detto la sua:
1) Prima dell'estate, il Centro di Documentazione Storica (sì, sempre quei 4 "rompibale"...) hanno organizzato 2 conferenze sul tema "piazza d'Armi", alle quali hanno presenziato circa 50 cittadini per volta, ma non l'Amministrazione, che era stata sempre invitata. Perchè?
2) Esiste una legge regionale che prevede la cosiddetta "rottamazione" degli immobili pubblici in precarie condizioni: a fronte della demolizione dell'edificio, l'Amministrazione acquisirebbe il diritto di ricostruire, su qualsiasi altro terreno comunale, l'intera volumetria del vecchio fabbricato. I metri cubi potrebbero essere, tuttavia, anche venduti ai privati, i quali porterebbero moneta sonante nelle casse del Comune. Non è poca cosa. Ma perchè di questo l'Amministrazione non parla?
3) L'edificio scolastico di piazza d'Armi è un grave errore urbanistico, che priva la piazza dell'affaccio sul canale e della visuale su porta Verona e sui Voltoni. Ma ancor più grave è lo stato in cui si trova OGGI piazza d'Armi, letteralmente "lamiere al vento". Perchè non affittarla, a questo punto, al Rocca, lo sfasciacarrozze? Il primo passo verso la riqualificazione di questo spazio pubblico è liberarci, a tutti i costi, del cimitero di latta che oggi lo invade e del traffico. Poi si potrà pensare concretamente a come usarlo.
Corto MalteseRingraziando tutti per i contributi (a patto che non siano scritti da isterici) e sperando che questo luogo possa diventare anche un piccolo strumento di discussione sui mali del paese, ci permettiamo di aggiungere un aneddoto, che crediamo eloquente:
lo scorso autunno (sabato 6 novembre, per la precisione) l'allora vicesindaco organizzò un incontro pubblico con urbanisti e professoroni dell'università di Venezia (fra cui un arilicensissimo architetto). Così recitava il manifesto, che invitava la cittadinanza a partecipare: "da oltre un anno la scuola elementare di Peschiera del Garda, intestata a Dante Alighieri, ha chiuso i battenti. Ora si pone il problema del "cosa farne?".
Già, che fare? Nell'occasione furono anche esposte per la prima volta (rimasero lì fino a fine gennaio) le due tesi di laurea riguardanti la "riqualificazione" di piazza d'Armi e altri progetti che vertevano sullo sviluppo possibile e futuribile di una Peschiera diversa da quella attuale (e certamente migliore, visto che peggio di così pare francamente impossibile, anche se guardandoci attorno il detto "al peggio non c'è mai fine" sembra assumere contorni inquietanti).
Secondo le intenzioni del politicus (andatevi a rileggere il manifesto, ancora presente sul sito del Comune) quello doveva essere "il primo di un'auspicata serie di seminari" per gettare le basi sulla Peschiera del futuro (magari non troppo lontano, visto che la prospettiva di passare una vita in mezzo a ruderi macerie ed edifici dismessi non alletta nessuno). Quella mattinata io c'ero (e con me molti amici, interessati alle magnifiche sorti e progressive della nostra Arilichetta) e c'era anche il vicesindaco attuale (probabilmente solo in veste di voyer: per controllare da vicino il doctor, a cui avrebbe signorilmente sfilato la caregheta da sotto il popò da lì a pochi giorni): nell'occasione l'allora vicesindaco mostrò buone intenzioni, almeno a parole.
Fra l'altro lesse un documento ufficiale del 1924 (se ricordo bene) che era in realtà una chiara polemica verso la Giunta comunale-senatoriale, che aveva da poco deliberato la costruzione dei primi microloculi abitabili di cui i nostri sono gli indefessi cantori (peccato che fosse anche la sua, di Giunta, ma il buon uomo evidentemente credeva di redimere gli ex compagni di viaggio con del sottile bon ton, stile Santa Maria Goretti): nel datato pezzo di carta si scriveva infatti che le condizioni di vita nell'allora centro storico di Peschiera erano precarie soprattutto per l'angustia degli appartamenti, e ripensandoci adesso sghignazziamo di gusto sapendo che:
- la buonanima dell'ex vicesindaco aveva parlato di 100mq come della metratura minima ideale per il buon vivere: un grande sognatore, non c'è che dire.
- che fine gli hanno fatto i suoi ex "compagni di viaggio", tutta gente che crede che il buon vivere (altrui) si possa svolgere in 28mq o poco piú.
Poi toccò ai professionisti, compreso l'architetto di cui sopra, che ci sparò a bruciapelo un micidiale quanto assolutamente condiviso "le nostre città, e Peschiera non fa eccezione, fanno schifo", concetto suffragato da diapositive che mostrarono scempi urbanistici e scempiaggini architettoniche compiute quà e là, delle cagate pazzesche delle quali speriamo che qualcuno un giorno si possa vergognare almeno un pò. L'architetto di cui sopra mostrò anche una serie di interventi architettonici e/o sull'arredo urbano in diversi paesi europei, chicche di inventiva e di leggerezza che suggerivano una cosa sola (esposta con tutta evidenza anche da lui): anche con pochi dindi si può fare tanto per migliorare una piazza, una via, un quartiere, quindi regge fino ad un certo punto la vecchia solfa dei politicanti secondo cui le amministrazioni comunali non hanno abbastanza soldi per operare sul territorio, la progettazione urbana e le "riqualificazioni" dei quartieri e dei centri storici sono soprattutto questione di volontà politica (e qui non parliamo di grandi opere di manutenzione straordinaria, per le quali esistono i finanziamenti comunitari o regionali ad hoc, tipo quello che sistemò la Cacciatori o l'ultimo della regione Veneto a favore delle mura). Conoscendo i nostri amministratori, fin da quando le elementari le hanno chiuse temevamo che sarebbero rimaste così, dimenticate per anni e anni, ma almeno ci aspettavamo altri "seminari" se non altro per continuare a mantenere acceso un briciolo di interesse per la nostra piazza d'Armi e affinchè la "comunità dei cittadini" almeno potesse avere l'illusione di dire la propria (poveri pirla, ancora a credere che i politici ascoltino i cittadini, pfuè!).
E invece no: defenestrato il pediatra-sognatore, dopo quella mattina non solo non ci son più stati seminari e incontri pubblici, ma oltretutto è calato un silenzio assoluto su scuole, piazza d'Armi, progettazione urbana e compagnia bella. Zzzzzzzzzzzzzzzzzz
Continuiamo a sperare in un tardo risveglio dal letargo, ma lo stato di quiescenza sulle scuole e l'indecenza della piazza sembrano assolutamente normali vista la classe politica che ci ritroviamo: la piazza principale della celeberrima "città turistica e d'arte" continuerà ad avere questo aspetto miserrimo per molto tempo ancora e se a qualcuno non scappa da ridere (o da piangere, a seconda dell'umore del momento) è perchè non ha gli occhi per vedere.
Scusate la prolissità, figlia illegittima di ogni aneddoto che si rispetti.