martedì, novembre 30, 2004

Rotondenza (ci vuol pazienza...)


Forse non tutti se ne saranno avveduti visto il proliferare di simili esemplari su tutto il territorio comunale (c'è chi dice sia in progetto di sostituirle alle duplici e simmetriche anguille sul gonfalone "cittadino") ma da ieri mattina all'interno della rotonda di plastegon biancorosso della Madonnina fa bella mostra di sè questa ruspetta, attorniata da una pletora di cartelli stadali i più vari. Orbene, all'occhio pulito questo Caterpillar è sembrato la muta testimonianza di come le cose possano evolvere per il meglio anche ad Arilica, di come da rachitiche rotonde di plastica ci si possa trasformare in possenti rotonde con cordoli di cemento e (non mettiamo limiti alla provvidenza) erba se non addirittura alberi, e passare da mesi dove non ti cagava letteralmente nessuno a una inaugurazione in fascia tricolore seguita da una vita di irrigatori col timer e addiritura di un vivaio che si curerà di te ogni tanto. Perchè se di rotonda dobbiamo morire, tanto vale che sia coi fiocchi (per citare il poeta Calà Geronimo, o Jerry che dirsivoglia). L'arilicense pulito attende guardingo il fluire degli eventi rotondici, anche se rimane in cuor nostro un sospetto, che non sveleremo se non a cose fatte. AP guardinga (ma c'è, sempre)!

La stazione di Arilica


Oltre alle certezze sempiterne che rientrano nella tipica casistica da stazione (Francesco, quelli della Polfer, il barista malmostoso, i tassisti, ecc) alle quali ci siamo abituati, attorno alla stazione di Arilica gira un´umanità non da poco, gente con la quale l´arilicense pulito non si é ancora abituato a convivere, non si riesce a farsene una ragione.
Ce n´e´per tutti i gusti, basta esser de bocca bona:

I CINESI: piccoli fumatori in giacchetta come da copione, scendono e salgono a frotte dai treni, poi salgono e scendono a frotte dai furgoni, guidati da loro simili che li portano chissà dove (Borgo limitrofo? Prato? Chinatown? Pechino?). Pare non muoiano mai (mai visto o sentito di un funerale di un cinese in Italia?) e si riproducono come polli in batteria: urge stazione piú grande, per fronteggiare degnamente l´ondata gialla.
A quando i risciò sulla tratta Arilica-Castelnuovo?

IL TAMARRO SUPERACCESSORIATO(E MANGIANEBBIA):la sua Ford Mondeo con l´alettone è uno spettacolo di tecnologia, luci, suoni e adesivi (fra i quali gli eterni Jim morrison, il vagabondo, Bob Marley, il dito medio). Il sabato pomeriggio lo si puó ammirare mentre sfreccia su e giú per il viale della stazione in cerca di emozioni forti, con lo stereo a 124 decibel (Molella e simili rimbombano che è un piacere) e lo sguardo intelligente. Incrocia lo sguardo schifato dei passanti: circa il 60% dei quali lo manda affanculo con ampi gesti. Il troglodita reagisce alzando ancora un pochettino il volume o sgommando in seconda marcia. Applausi.

I TOSSICI: che non sono i tossici che credete voi, sono i tossici peggiori, quelli per i quali la Nicotina è l´unica fonte di sostentamento, la linfa vitale. Chiuse tutte le altre tabaccherie arilicensi, dalle 12.30 alle 15 e dalle 19 alle 22 sono i mattatori della stazione: parcheggiano come capita davanti all´ingresso, si alzano sulle zampe posteriori e via invasati verso il bar, alla ricerca del fondamentale pacchetto di Malboro.

LA FUORI CORSO: vive in un puzzolente monolocale a Padova o a Milano assieme ad altre 4 studentesse. Una volta giunta ad Arilica, pensa di essere finalmente in salvo...ingenua: la mamma si è dimenticata di passarla a prendere in stazione e lei è lí fuori che la aspetta. Non ha soldi sul cellulare per chiamare mami, piove, fa freddo e la borsa pesa chi-l´-ha-cagata. L´incubo continua.

QUELLO CHE PARLA AL CELLULARE: "Ciaaaaaao Lucaaaaa, ma si, ma sì, cazzoooo, sono qui a peschieraaaaa, sul lagoooo, lasciamelo dire, fa un caldo della madooooonna, sono qui in stazioneee!!!" Parla a voce altissima. Qualcuno lo guarda storto. Lui se ne accorge e abbassa un poco la voce "no, ti dicevo, che son sul lago, non vedo l'ora di...".

QUELLE CHE "Il BABY PARKING": trattasi di mamme, clienti della struttura (sita in zona stazione) detta anche "te tegno el bocia e te paghe a ore la sosta". Le vedi allontanarsi trafelate dopo aver grattato l'Arilica Park e aver parcheggiato il pupo al baby parking. D´altronde come biasimarle, hanno impegni urgentissimi: l´estetista e la parrucchiera le stanno aspettando con ansia, guai arrivare in ritardo!

IL LOSCO: il losco è spessissimo in stazione, dove suole guardarsi attorno per ore e ore. E io mi scervello. Chi stará aspettando sempre? In quale ramo opererá? Troie, spaccio, importazione di immigrati clandestini, riciclaggio, soldi falsi, truffe? Sará in combutta coi cinesi di cui sopra?

QUELLI CHE "Scusi, il bus per Gardaland?": stormi di ragazzini lombardo-veneti con zainetto invicta si aggirano per la stazione chiedendo del bus per gardaland. Tutto attorno, una selva di cartelli in 6 lingue: QUI BUS PER GARDALAND.

QUELLI CHE "Scusi, il bus per Canéva?"(accento sulla e nel 85% dei casi): i soliti stormi di ragazzini lombardo-veneti zainettati, sono stati a gardaland poche settimane fa e ora chiedono del bus per Canéa. Che si prende a fianco di quello per gardaland, appena sotto le 7 gigantografie di quei cazzo di scivoli.

CONVERSATRICE DA STAZIONE: La conversatrice è una signora sui sessantacinque (facciamo anche 70, vá...), garbata e sorridente. Pretende di conversare con tutti quelli che passano dalla stazione, non importa di cosa, a lei basta che si parli. Argomenti preferiti: il freddo. Il caldo. Piove. Sono tre mesi che non piove. Non si respira più. C'è vento. Siamo quasi a natale. Mia figlia ha il raffreddore. Sono andata in città non ha idea del traffico che c'era. Dove sta andando di bello.

CONVERSATORE DA STAZIONE: Versione maschile e leggermente piú anziana della precedente. Argomenti preferiti: gli stessi della conversatrice, cui aggiungere la variante Ha visto la partita.

lunedì, novembre 29, 2004

Deterrenza (ci vuol pazienza...)

Arilica, oggi pomeriggio. Residenti e beninformati ci dicono che la municipale sta battendo da ore (e il verbo battere non 'e usato a caso...) il tratto casello dell'autostrada-Fornaci con indomita insistenza. Pare che la pattuglia si avvicini alle signorine accatastate ai lati della strada, segue breve conciliabolo (chissa su cosa poi...il tempo? la Finanziaria? cosa facciamo a capodanno?) dopodiche i Nostri proseguono verso la passeggiatrice seguente, anch'essa avvicinata e dopo pochi secondi lasciata lavorare in pace (non santa bensì puttana, sia la pace che la lavoratrice). E così via, in un'azione di deterrenza (così la chiamano) che all'arilicense pulito ricorda tanto l'azione di disturbo dell'attaccante (Hugo Sanchez a nostra memoria il più celebre nella categoria) che stuzzica il portiere avversario in possesso di palla tampinandolo da vicino, nella speranza (ahimè vana) che questo molli il pallone o che si distragga barbinamente permettendo alla manovra di disturbo stessa di andare a buon fine. Vai Huguito, segna per noi!

domenica, novembre 28, 2004

Ponti sul Mincio


Quando c'era Lui, i treni arrivavano in orario, e si dormiva sempre con le porte aperte e blablabla...

Campo (incolto) giochi (pericolosi)


Ecco, di fronte al campo del doppio misto si staglia magnifico questo scivolo solitario e malinconico, fulgido covo per i bacilli del tetano, che possono così allegramente dialogare con quelli dell'afta epizootica, sviluppati dai ratti loro dirimpettai.

Doppio misto (ratto e pantegana)


- Ma scusa, ad Arilica recintate sterpaglie e rovi?
- No, questo una volta era un campo da tennis privato, da qualche anno c'è stato il cambio di destinazione d'uso: rifugio di topi e ammasso di erba incolta. Bello, vero?

giovedì, novembre 25, 2004

Top 10 degli argomenti di conversazione post terremoto

1.Il terremoto.
2 "e le scosse d'assestamento?".
3.Cosa stavo facendo durante il terremoto (tra le piú gettonate: dormivo, guardavo Vespa, facevo ginnastica con la morosa, mi stavo filointerdentalando i canini, ecc.)
4.“Ho visto che a Saló ha fatto dei gran danni”. Alcuni hanno visto in tv le seguenti cose: cornicioni caduti un pò ovunque (questa spesso accompagnata da:"se durante il terremoto ti cade qualcosa sulla macchina l'assicurazione non paga"), chiesa crollata non si sa dove, sede del comune divelto, ospedale inagibile con voragini enormi, uno tsunami sul golfo. Mah...
5.“mi ricordo quando c´è stato quello in Friuli: pauroso. Cos´era, il 79´o l´80´?”. N.B: era il 6 maggio 1976.
5 bis.“mi ricordo quando c´è stato quello in Irpinia: tremava tutto. Cos´era, il 74´ il 75´? E pensare che vivono ancora nei container, in Friuli dopo 1 anno avevano giá rifatto tutto.”. N.B: viviamo a 800 chilometri da Avellino. Ed era il 23 novembre 1980.
6.“Ho avuto paura di morire, non finiva mai. Ma mi sono ricordata che alla tele dicono sempre di stare vicino ai muri maestri della casa che quelli non crollano, e sono rimasta lí per tutto il tempo” (giuro che oggi questa l´ho sentita veramente).
7.“Io vivo al terzo piano e l´ho sentito piú di te, credimi (tié!)”.
7 bis.“All´inizio pensavo che fosse una macchina che passava di sotto, poi ho capito”. Cosa?
8.“Non l´ho neanche sentito, strano. Mi hanno detto che a X (località qualsiasi fra Peschiera e Desenzano) è crollata una casa vecchia. Ma era disabitata, ehhhhhhh”.
9. "Se facessimo le case come in giappone non cadrebbe niente".E se mia nonna avesse il pisello sarebbe mio nonno.
10.“Certo che il terremoto è brutto, eh?!?”. Si perchè, el cul del gato elo belo?


Isaterremotato (ho rischiato di rimanere offeso!)

La febbre del sabato sera (al mercoledì)

Tutti a ballare, ieri sera.
Niente ancheggiamenti in stile Tony Manero però, ma un ben più serio e preoccupante moto ondulatorio della terra che ha tenuto svegli fino a tarda ora anche i meno “aficionados” della vita notturna di mezza nazione.
Che la nostra zona fosse catalogata tra quelle a medio/alto rischio sismico lo si sapeva: merito anche del Monte Baldo che, sebbene sornione, ha pur sempre origini vulcaniche.
Passata la paura ed appurato che, fortunatamente, non vi sono stati danni seri (forse la caduta di qualche cornicione da palazzine datate), eventi del genere ci ricordano che la natura conserva pur sempre un altissimo potenziale: il fascino inquietante di attività sismiche come quella di questa notte ci rammenta che, di fronte alle forze della terra, siamo piccoli piccoli. Le nostre tecnologie, le nostre conoscenze e le nostre costruzioni possono ben poco al cospetto della Madre Terra. Portiamole rispetto, e vediamo di non farla incazzare (chi vuol intendere, intenda…): noi di AP lo predichiamo già da tempo.

Ardelica Pischeriae

Arilica trema

ARILICA: Mercoledi 24 Novembre 2004,ore 23.59 e 49 secondi.
Una scossa di magnitudo 5.2 della scala Richter pari al settimo-ottavo grado della scala Mercalli è stata rilevata sul territorio Arilicense. Epicentro Salò!
Le case han tremato e il lago ha borbottato ma niente di grave,nessun ferito (almeno per ora) e nessun danno visibile agli edifici (peccato però non siano crollate le arnie cosi care alla nostra amministrazione).
Chissà che la scossa non sia servita anche per ripristinare un pò di Giudizio nelle menti di chi sta massacrando la nostra Arilica (una frecciatina alla mattina non fa mai male).
Ah,io non ho sentito niente,ronfavo che era un piacere.

Ciola

mercoledì, novembre 24, 2004

Vado di metafora: in questo mercoledi di lucore difficilmente decifrabile, la giornata dell´arilicense pulito é come una radio piena di musica di cacca (da altri detta di cassetta). Non sappiamo chi sia quello che ci ha ammannito queste sonorità escrementizie, ma l´andazzo odierno non ci piace. Quindi l´arilicense pulito, aduso com´e´ a raccontare fregnacce, oggi rimugina e quindi si astiene dal fragnacciare sul blog, scriverebbe cose inenarrabili.
Ma domani si torna in pista, piú puliti e arilicensi che mai.

martedì, novembre 23, 2004

Brutte notizie dal Monte della fiera.

Notizie agghiaccianti stamattina dal monte di Cavalcaselle.
Incendio doloso in 4 tendoni: Valeggio,la Bivacca (vedi foto post precedente),Isola e Lake Zone. Sono bruciati per circa metà e sono stati rubati anche CD e le attrezzature musicali.
Siamo senza parole.

Hotel San Faro. ARILICA.

Hohhss

lunedì, novembre 22, 2004

DJ Pirata

DJ Pirata.jpg
Direttamente dallo stand della Navigarda ecco a voi il DJ PIRATA,la risposta veronese a Coccoluto!
S P E T T A C O L O P U R O!!!!

In diretta dal monte...

Bivacca.jpg

Il comune di Lazise, che non abbisognava di nuovi leoni di San Marco (beati loro), ha deciso che era invece giunta l´ora di restaurare in modo organico e non episodico le tre porte che danno accesso al paese (porta san Zeno, porta del Leon e porta Cansignorio). Il progetto di recupero è stato presentato (ma guarda te com’è piccolo il mondo...) da un noto architetto arilicense, che è riuscito a portare a buon fine il tutto anche grazie ad un finanziamento dalla Regione Veneto di 50milaeuro per il restauro della porta Cansignorio, l´unica delle 3 di proprietà comunale. Amici beninformati ci assicurano che sono in arrivo anche cospicui finanziamenti dalla comunitá europea (pare che non ci voglia poi molto, basta chiedere allegando progetto e un compendio ben fatto e i soldini comunitari arrivano). Noi, al pari di Lazise, siamo parte dell´associazione Città Murate del Veneto, della quale il professionista di cui sopra è parte attiva e integrante: mancano i dindi, lo sappiamo, ma nella nostra enorme ingenuità ci si chiede se non si possa fare niente per presentare progetti analoghi anche per il recupero delle Porte e soprattutto delle mura di Arilica? Che ne so, magari col tempo muovendo i fili corretti e suonando i tasti giusti del pianoforte si riesce a portare a casa qualche ottimo finanziamentino qua e lá (é giá successo per la caserma Cacciatori anni fa,perché non riprovarci?). Ai posteri l´ardua sentenza.


Il Direttore Grande Puffo vi augura una tranquilla e serena permanenza nella graziosa struttura, dove sarete accolti dalla maestranze tutte: Puffetta,Puffo Secchione,Puffo vanitoso,quattrocchi. Il direttore vuole altresí rassicurare la gentile clientela: durante la prossima stagione turistica,la ormai celebre security del bagnasciuga voluta dal Comune terrá a debita distanza Gargamella e il gatto Birba.
E adesso, per celebrare la nuova pigmentazione, cantate assieme a noi e al Direttore, cari arilicensi: "Chi siano non lo so,gli strani ometti blu,sono alti suppergiu',due mele e poco piu'/Noi Puffi siam cosi'noi siamo puffi blu puffiamo suppergiu'due mele e poco piu' /Vivono via da qui nell'incantata citta'riparata dall´azzurro del lago dai monti e dal Mincio /è albergo buffo assai l´albergo di laggiú/sul lago lo vedrai vicino al fiume blu /Puffiamo noi laggiu'i funghi puffi assai puffarli tu potrai vicino al fiume blu /Il Grande Puffo pero'trasformare sa gia'un Puffo assai cattivo in un Puffo che puffa bonta'/ Noi Puffi siam cosi'noi siamo puffi blu puffiamo suppergiu'due mele o poco piu'/lalallallalalalalallallalala´...

Il nostro pensiero va ai "Gotto Warriors", che impazzano sul monte della fiera! Purtroppo il lavoro ci tiene bloccati in ufficio ma il nostro spirito è lassù sul monte tra un bicchiere di rosso,un piatto di trippe e una fetta de codeghin!

venerdì, novembre 19, 2004

Preservazione del leone ripristinato: Arilica 2010


Grazie alla presenza fra le sue fila di un ingegnere di fama internazionale, Arilica Pulita, lungimirante come pochi, ha giá elaborato un ingegnoso stratagemma per preservare il ripristinando leone di San Marco (quello della raccolta di firme, per capirci): nel momento in cui le mura della fortezza e l´intera porta Verona saranno crollate sotto il peso dei secoli e dell´incuria, le sorti del maestoso felino di marmo saranno affidate ad palloncino gonfiato ad elio, che manterrá il leone sospeso nell´atmosfera, a perpetua testimonianza di quanto Arilica un tempo fosse una potenza e i governi una roba seria.

giovedì, novembre 18, 2004

A proposito dell´erba del vicino, Eddie Irvine, di internet, di passi piú lunghi delle gambe, di cittá, cittadine, paesi a altre amenitá

Siccome l´arilicense pulito é, per sua natura, anche un maledetto perfezionista, quando si guarda attorno non solo nota che l´erba del vicino é spesso piú verde, ma quell´erba ha il desiderio irrefrenabile di sradicarla e ripiantarla pari pari nella sua Arilica (e ragazzi NON stiamo parlando di canapa indiana, che sia chiaro). Perché come diceva il poeta Eddie Irvine: "é bbello camminarei nuna valleverdei". Ecco allora che l´arilicense pulito, nei rari ritagli di tempo (laoro solo mi...) spesi su internet si imbatte nel sito del comune di Desenzano ed é costretto a lustrarsi gli occhi: c´é di tutto e di piú, link, notizie e informazioni a go-go, questi qui si sforzano di rendere un bel sevizio al cittadino, bravi brescianotti. Poi si torna sul sito di Peschiera e cosa si vede? Contenuti scarsini, traduzioni tragicomiche, nessuna informazione realmente interessante se non qualche convegno e qualche cantata qua e lá e nessuna informazione veramente istituzionale tipo trascrizione dei consigli comunali o pubblicazione delle delibere o per esempio, delle tanto discusse graduatorie per i posti barca. Per caritá, niente di grave, quasi tutti i paesi a noi limitrofi hanno siti istituzionali simili per pochezza di contenuti e per scarsità di informazioni. Ma noi non siamo ahimé piú un “paese”, ormai ci siamo autoproclamati una stramaledetta cittá (turistica e d´arte, che gran figata) e pare non ci sia piú modo di tornare indietro. E allora, visto che il processo è irreversibile, se cittá dev´essere che abbia anche un sito da “cittá”: ben fatto, dove tutto sia messo in rete per favorire la trasparenza e l´informazione, curato, aggiornato, pieno di link utili e al servizio del cittadino. Altrimenti si rischia di fare la figura dei soliti paesanotti che fanno il passo piú lungo della gamba.

Nis Arilica a mano armata

Riprendendo il titolo di un celere b-movie italiano degli anni 70 (del genere definito “poliziottesco”, dove i nostri Thomas Milian, Luc Merenda & soci tentavano di emulare il successo a stelle-e-strisce dei vari IlGiustiziereDellaNotte e Una44MagnumPerL’IspettoreCallaghan), non possiamo astenerci dal commentare l’increscioso episodio accaduto in pieno centro nel tardo pomeriggio di martedì 16 novembre.
Questioni di droga, ha sentenziato il Tg della rete locale. Fatto sta che all’esterno di un bar della centralissima Via Roma un 24enne arilicense ha pensato bene di colloquiare amabilmente con un 28enne siculo-ma-residente a suon di lama da taglio: un’incisione chirurgica alla coscia dell’etneo e via verso il Pederzoli.
Niente di eclatante, per carità: nessuna scena in “grande stile” tipo Bari Vecchia, Ballarò o Quartieri Spagnoli. Ma è ugualmente inquietante sapere che la serena e placida quotidianità di un tranquillo paese di provincia può essere scossa da piccoli episodi, a dire il vero, sempre più frequenti.
Nel bilancio annuale degli accadimenti arilicensi, nel passivo sotto la voce spaccio&disordini ed accanto a prostituzione&affini, inseriamo anche questa chicca. Con la speranza che S.Lucia, Gesù Bambino, Babbo Natale o la Befana il prossimo mese ci facciano dono di un’annata all’insegna del cambiamento (in meglio).

Dal centro di Arilica è tutto, Ardelica Pischeriae per AP.

Free-camping.

La giustizia ha fermato il camper a luci rosse.
"Stranamente" questo camper,che portava a spasso due prostitute rumenghe, si è fermato a Peschiera per vendere i propri prodotti alle solite bestie da SS.11. Cos'avrà spinto questo simpatico commerciante di Ventimiglia a fermarsi proprio qua dopo aver visitato 26 città???
Dato comunque importante è che il fermo sia avvenuto qui dopo numerosi puttan-tour in giro per l'Italia senza nemmeno una multa.
Attendiamo adesso la fucilazione in Piazza d'armi. Puntare,caricare,fuoooco!

mercoledì, novembre 17, 2004

Stiamo lavorando per voi....


lunedì, novembre 15, 2004

E farsi una casetta piccolina all´Ikea, con vasche, pesciolini e tanti fiori di lillá

La scarsità di tempo libero porta l´arilicense pulito ad elaborare dei piani di precisione millimetrica per lo svolgimento di certe piccole attività extra. La missione di questa settimana era: dotare l´appartamento di una scrivania e di un mobiletto. Si passa alla scelta sul catalogo stagionale Ikea. Quella per la casa svedese è una piccola fede, il culto dell’utile e dell’inutile. Ikea ricompensa i credenti con l’illusione che la nostra casa arredata da plastica e truciolato sia il modo migliore per avvicinarsi a una sorta di realizzazione spirituale, di poter ‘creare una vita migliore. Individuato l´oggetto, verificate le misure, controverifica sul catalogo generale (cinquantacinque mega di pdf, praticamente la trilogia del signore degli anelli in divx), la scrivania ha anche due cassetti, perfetto. Scrivania Johan e mobiletto ourust, presto sarete miei!
Scatta l'operazione acquisto: durante la settimana c'è meno folla ma non riesco a liberarmi, dunque si parte sabato mattina in direzione Roncadelle. Procedo inesorabile: giungo nel parcheggio all'ora X, e con in mano il mio catalogo, mi butto con vigore nel bailamme della tipica giornata Ikea. Una via crucis che mi condurrà forse, stazione dopo stazione, alla resurrezione del mio appartamento. Il tragitto della fede è rigidamente segnato: punto dritto al piano esposizione, e comincio a sorbirmi - slalomando tra orde partenopee, nonni spauriti e coppiette di periferia - decine di camerette Gudrun col letto a soppalco. Il mobiletto l´ho trovato, ma ancora nessuna traccia della scrivania. Chiedo, mi dicono di cercare al piano di sotto. Mi sento come Edward Norton in “Fight Club” quando seduto sul cesso ordina per telefono i suoi mobili Ikea e poi dà di matto. Tutto è perfetto, in un inquietante inseguimento della realtà. Ascoltando gli altri fedeli mentre si aggirano per il tempio, la merce esposta viene catalogata in due grandi famiglie: “carino” (traduzione: fa abbastanza cagare) e “non è brutto, PERÓ!” (traduzione: é una schifezza, ma visto che costa 1/5 di qualsiasi altro letto/scrivania/armadio che ho visto in giro, me lo posso anche mettere in casa). Nei portafotografie stanno famiglie perfette di svedesi biondi: se non fa attenzione l´italiano medio potrebbe portarsele a casa e lasciarle così, invece che metterci le foto dei suoi cari, tutti tarchiati neri e incazzosi. Non è sempre stato così: anch’io prima di conoscere la vera fede peccavo. In precedenza ho inventato, creato, arredato di testa mia. Una manifestazione di orgoglio di cui adesso mi pento. Ricordo quanto ho girato per mercatini, piccoli antiquari, ho persino recuperato una sedia dalla spazzatura. Una vergogna. Oggi invece si può imparare l’arte da Ikea, dove tutto è meravigliosamente identico a se stesso. Tutto è uguale: l’armadio Pax, il tavolino Lack, la sedia Mammut, il letto a soppalco Tovik
Ancora slalom, il tempo stringe. Per la seconda volta, contro ogni mia consuetudine, chiedo: il commesso con sgomentevole accento bresciano indica "là, sotto quei due che si slinguazzano". I due stavano per procreare proprio sulla mia scrivania 120-70-110.
Le ultime forze le impiego per superare il magazzino self service. Cammino in mezzo a torri piene di pacchi e guadagno la cassa, dove mi ritrovo col carrello pieno di roba inutile che non volevo comprare ma chissaperché mi sto per mettere in casa. Vabbé. Al di là c’è lo snack bar. A uno dei tavolini una coppia di anzianotti. La signora con la faccia da vecchia mondina mastica un paninetto flaccido con dentro un hot dog dall’aria immangiabile. Signori, io adoro questo posto.
Alla fine, dopo un'attesa di venti minuti, mi consegnano un bel pacco compatto, ideale per il trasporto nella mia macchina né station né wagon. Senza indulgere oltre in particolari umilianti, il sabato si conclude con il nostro che guida verso Arilica, con dietro il mostro cartonato che pattina sul sedile ribaltato, generando ameni sbandamenti della macchina.
Domenica: ecco, dovevo dotarmi di un piano B. La scrivania 120-70-110, a montaggio iniziato, si rivela impossibile da assemblare da soli anche perché è mancante di un intero sacchetto di ferramenta: 6x 110675, 3x 102553, 15x 100347, 8x 109534, 18x 110519. Svedesi del cazzo, avete vinto anche stavolta.
Isa

domenica, novembre 14, 2004


Si sta come d'autunno/sugli alberi le foglie

venerdì, novembre 12, 2004

Che spettacolo il nostro Benaco!


Quando el Baldo el g´ha el capel, o che fa brutto o che fa bel...

C´era una volta in Arilica, 3° puntata: la pista

Già tempo fa Mr.IcS citò, in una sorta di prima puntata di ricordi sui luoghi di gioco d’infanzia, la zona detta “delle reti” quale punto nevralgico dell’attività ludica dei piccoli residenti in zona (tra i quali egli stesso).
L’ipotetica 2^ puntata fu invece redatta accuratamente, con tanto di foto storica allegata, dall’altro amico e fondatore Nipotedelcapitano: il centro paese era il suo habitat, le “sbalonade” in maglia gialloblu dietro alla chiesa di S.Martino la sua passione.
Nella 3^ puntata voglio offrirvi uno scorcio della mia infanzia ed il ricordo di un altro punto di aggregazione per i giochi degli sbarbatelli: la pista.
Almeno due generazioni hanno vissuto appieno il periodo d’oro della pista, frotte di giovani della zona compresa tra traverse, forte laghetto, via Goito e chiesa Beato Andrea occupavano l’area dal primissimo al tardo pomeriggio, se non addirittura in serata con i fari in funzione, tutti i giorni della settimana. Il campetto da volley/basket centrale, perfettamente adattato anche al gioco del calcetto, ha cullato i sogni di grandi e piccini: tutti si immedesimavano nei propri miti del pallone, complice anche la pista di pattinaggio esterna che, con un sforzo di fantasia, ricordava la pista di atletica dei più blasonati stadi italiani.
Innumerevoli le sfide a calcetto 5 contro 5, porte piccole e senza portiere; a basket o giochi derivati (incontri 2 contro 2 con un solo canestro, gare di tiri liberi,...). Molti anche gli appassionati dei pattini che qui trovavano l’unica area dedicata in Arilica e dintorni.
Spessissimo si levava il grido “Ferrovia!!!” ad indicare che la palla aveva superato la recinzione: ma si sa, ai piccoli non la si fa ed allora pronto il buco nella rete per andare a recuperare la sfera. Con buona pace per la Polfer che, saltuariamente, visitava il parchetto affinché nessuno superasse la recinzione.
Poi, lentamente, la crisi demografica ed il cambiamento dei valori hanno spopolato la pista: basta vociare degli aspiranti calciatori, basta pattinatori in allenamento, basta risate dei ragazzini.
I piccoli di allora, cresciuti a bici-balon-ginocchia sbucciate sono diventati grandi; i piccoli di oggi crescono a cellulare-computer-vestiti di marca e si sentono già grandi, troppo grandi per giocare in pista.
Ah, bei tempi andati!

Ardelica Pischeriae

PS: c’erano poi il parco giochi del Villaggio, il campetto delle Broglie, il piazzale del Porto Vecchio...altre zone, altre storie...

giovedì, novembre 11, 2004

Cuore arilicense cuor di leone: ma le mura?

Mi sono imbattuto ieri sera in un opuscolo (con annessa raccolta firme) inneggiante alla ricollocazione, sulla facciata esterna di Porta Verona, dell’antico simbolo del leone alato di Venezia. L’iniziativa, già fin in copertina definita “apolitica”, mira a ripristinare l’aspetto originale della porta in occasione del 600° anniversario dell’annessione di Peschiera alla Serenissima: già in passato, infatti, il simbolo campeggiava all’ingresso del paese.
Anche se qualcuno potrebbe pensare che sia solo una mossa opportunistica (della serie "gli dai la carotina e poi...giú di bastone"), il segnale ci sembra incoraggiante: forse finalmente la coscienza pulita arilicense riemerge dal torpore, un pó di orgoglio, amore e interesse verso il proprio territorio e la propria storia torna a fare capolino tra menefreghismo, lassismo e permissivismo (edilizio). Ma noi arilicensi puliti siamo i soliti bastian contrari (e tanto il partito del tondino e del calcestruzzo il saluto ce lo ha giá tolto, quindi..) e solleviamo un grosso punto interrogativo: non è forse più importante e urgente pulire le mura prima di spendere forze,soldi ed energie per riportare li el leon-che-magna-el-teron? Le mura stanno cadendo a pezzi oltre che essere sudice: PULIRE!
Vogliamo essere talmente presuntuosi da pensare che AP abbia il merito di suonare piccole sveglie negli animi degli arilicensi e, compiaciuti, godremmo nel vedere Arilica coglierne (forse) i primi frutti.

Ardelica Pischeriae featuring Isa

La nebbia agl'irti colli
piovviginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar:
ma per le vie del borgo dal ribollir de' tini
va l'aspro odor dei vini l'anime a rallegrar.
Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando;
sta il cacciator fischiando su l'uscio a rimirar
tra le rossastre nubi stormi d'uccelli neri
com'esuli pensieri, nel vespero migrar.

martedì, novembre 09, 2004

Il catafalco, parte seconda


Sotto il catafalco poi c'è un cancelletto che dovrebbe servire come porta d'accesso ai visitatori,turisti,speleologi che desiderano fare due passi sui resti romani ma ahimè questo cancelletto è chiuso da SEMPRE,quindi a cosa serve?? Per i manutentori?? AHAHAHAHAHAAHAH!
Io da piccolo giocavo in quella zona e la mia BMX saltava che era un piacere sulle fondamenta di quello che fu chissà che edificio simbolo di Arilica senza aver mai rovinato niente e neanche le copiose piogge di quei tempi (fa figo dire così) hanno mai intaccato lo scavo.
Detto questo,anche sabato mattina abbiamo avuto la riprova che le idee dell'amministrazione comunale sul campo dell'edilizia non lucrosa son assai confuse quindi sarà dura aspettarsi migliorie sia stilistiche che pratiche.

Ciola

Il catafalco


"Oibò, ma quel catafalco lì?" La frase è inventata, ma potrebbe essere uscita dalla bocca di qualsiasi cittadino che vede per la prima volta quell´affare, quello scrondo, quel coso indefinibile che tempo fa qualcuno decise di erigere a copertura dei resti romani a fianco della chiesa. Ecco che il ricordo dell´arilicense pulito va a quell´anno (metá anni ´90 se non sbagliamo), in cui le (cosiddette) "Belle Arti", in un minuetto con l´amministrazione di allora, decisero che non se ne poteva più, che era giunta l´ora di dare un tetto ai ruderi romani che da centinaia di anni giacevano in Piazza d´Armi: niente senzatetto a Peschiera, soprattutto di fianco alla chiesa, il vangelo parla chiaro "cibo agli affamati, acqua agli assetati alloggio ai senza tetto". Lì a fianco di S.Martino gli homeless non stanno bene, diamogli subito un alloggio, chiamate l´impresa!
Ma l´uomo della strada, magari poco avvezzo alle architetture d´autore ma amante del buon gusto, ogni volta che si trova davanti all´opera in questione si domanda cosa avevano in mente i geni che hanno eretto il catafalco: a chi si saranno ispirati per tirare su questo intreccio di plasticone, tubi innocenti e marmo grezzo? Non bisogna essere certo Renzo Piano per accorgersi che il catafalco non ha la minima pertinenza con il resto della piazza e non bisogna avere particolare buongusto per vedere che quei sassi risalenti all´epoca romana non abbisognavano certo di un simile, orrendo, capannone (che ce ne sono già anche troppi in giro). Se vi capita di averne una a portata di mano, osservate una qualsiasi vecchia foto della piazza d´Armi che fu (con tutta la sua miseria) e ditemi se non conserva più PULIZIA di questa realtà deturpata, agghindata e stravolta. Il più famoso critico d´arte italiano sostiene a ragione che: "il bene più prezioso per un luogo è l´integrità, il suo essere quello che è stato". Il suo slogan magari è antimodernista, noi non lo siamo per niente, ma gridiamo "abbasso la modernità" se questa è rappresentata da schifezze come quella che copre i ruderi romani.
In Piazza d´Armi ci vogliono demolitori, palle di ferro e caterpillar, altro che Belle Arti!

Isanticatafalco

lunedì, novembre 08, 2004

Aguzzate la vista


Non ci vuole un'aquila per accorgersi che a questo scorcio di Arilica manca qualcosa (quelli che li hanno abbattuti dicevano che anche per quelli di sopra la sorte è segnata,è solo questione di tempo...).

Il boscaiolo

Celocelomanca

Dall’Almanacco del Calcio ‘70/’71 secondo la Gazzetta...
Cari arilicensi puliti, se avete avuto l’occasione di acquistare la “rosae” di recente avrete senz’altro notato l’iniziativa promozionale di turno: al quotidiano vengono allegati gli almanacchi del calcio stagione per stagione, nonché un album e buste di figurine altrimenti non reperibili in alcun modo (a proposito: qualcuno sa dirmi quando saranno in edicola quelle dell’Hellas Campione d’Italia? Mi bastano quelle perché, per dirla cavallerescamente alla Califano, “tutto il resto è noia"...).
Concentriamo la nostra attenzione proprio sul primo numero in edicola, l’almanacco relativo alla stagione 1970/71. Notato niente di particolare?
Nelle fila di una delle squadre più importanti del campionato militava un giovanotto, udite udite, arilicense. Già: non forniremo dettagli sulla squadra, che ci fa un certo ribrezzo al pari di tutte quelle a striscie e non(AP sostiene e riconosce solamente l’abbinamento giallo-blu, e rigorosamente contraddistinto da scala&mastini) ne sul calciatore in questione; lasciamo a voi il piacere di scoprire di chi si tratta.
Aiutino per rintracciare almeno la squadra di appartenenza: attualmente è, in assoluto, la compagine più irrisa del campionato;il presidente petrol-gommato investe ogni stagione cifre pari al PIL di uno stato africano;il 99% degli intervistati non ricorda nemmeno l’anno esatto dell’ultimo scudetto vinto;nel campionato attuale, 8 pareggi alla faccia delle aspirazioni da scudettandi;ecc, ecc...In ogni caso, onore al compaesano salito nell'olimpo del calcio italiano in un’epoca in cui questo sport era sicuramente più PULITO di oggi.
E poi, volete mettere...fa sempre un certo effetto leggere la didascalia che inizia con “Cresciuto nelle file del Peschiera...”.

Ardelica Pischeriae

Scena magnifica sotto il cielo di Arilica, roba che non si vedeva in televisione dai tempi di Evita Peron e Saddam: ieri sera al tg3 Veneto hanno mostrato i due reali affacciarsi al balcone della Palazzina Storica, mentre salutavano con ampi gesti delle mani i sudditi radunatosi di sotto ed elargendo anche sinceri sorrisoni che hanno messo a serio rischio i lifting di lei e la dentiera di lui. Per fortuna che, come dice Ardelica Pischeriae, il Vittorio Emanuele era disarmato, altrimenti erano razzi amari. Poi pare si siano recati in Sala Radetzky , dove li attendevano le autoritá: sonoro pernacchione anche per loro, PRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR!

Arilica Pulita

Comunicazione di servizio

Mi scuso in anticipo per l’utilizzo di un mezzo di informazione pubblico per scopi personali.
Mi rivolgo a te, maledetto mariuolo che ieri pomeriggio, in un bar del pieno centro arilicense hai pensato bene di rubarmi l’ombrello (se sei un local, te lo dirò in lingua aborigena: te m’è ciavà l’ombrela): sappi, personaggio per niente pulito, che da ieri sera sto pregando ininterrottamente il buon Dio affinché possa indirizzare una saetta del prossimo temporale sulla sommità dell’ombrello che mi hai sottratto.
Sperando di incontrare presto i tuoi resti carbonizzati mentre passeggio per la mia amata Arilica al termine di un rovescio, ti auguro di trascorrere serenamente questi pochi (spero) giorni che ti restano.
Grazie e scusate nuovamente.

Ardelica Pischeriae

PS: ieri sera, seppur con una lieve e fastidiosa pioggerellina, appena uscito dal bar ho gironzolato per il centro in cerca della tua facciona da riempire di sberloni...per lo meno sei stato accorto nell’evitare di usare l’ombrello appena trafugato. Abbi cura di te (almeno fino al prossimo temporale), ti stimo un sacco.

sabato, novembre 06, 2004

Chi rompe paga e i cocci sono suoi?


Nottetempo (ore 2.40) un enorme coglione a bordo di un SUV (griffato Land Rover) ha pensato bene di distrarsi e divelgere sei (dicesi 6!!!) pilottini di cemento armato sul lungolago Garibaldi (Dogana) per poi fermare la sua corsa non nel canale, come sarebbe stato auspicabile, bensì sulla banchina. Purtroppo il fuoristrada, tenendo fede alle sue caratteristiche, ha ben resistito all'urto ed è uscito quasi incolume dallo scontro con le arilicensi colonnine, che invece come vedete sono andate completamente distrutte. L'uomo della strada ora spera che l'idiota a 4 ruote motrici paghi quanto sfasciato, e che la prossima volta tenga gli occhi ben piantati sulla strada e le manine de puina sul volante (nutriamo seri dubbi in proposito).

IsavedettaantiSUV


Parco Catullo, Arilica, mezz'ora fa. Grande fu lo stupore dell'arilicense pulito nel constatare che dietro le recinzioni si era gia assiepata una adunata oceanica di cittadini in bramosa attesa dell'arrivo dei reali, previsto per domani mattina. Questo tripudio di folla ci riempie il cuore, il nostro grazie va alla Real Casa Sabauda e a chi ha deciso di contenere lo straripare di genti dietro a queste magnifiche e italianissime transenne (che si sa, il popolino mi è indisciplinato e va irregimentato).

Arilica Pulita

venerdì, novembre 05, 2004


Coma irreversibile, coma reversibile.E' morto ma non è morto. E' ancora vivo ma stanno già pensando a come e dove seppellirlo.
No, non stiamo parlando del masaniello in kefiah che agonizza a Parigi, stiamo parlando del centro di Arillica d´inverno. Oggi, venti e passa gradi e Benaco sfavillante, quasi tutte le pizzerie con le saracinesche abbassate in pausa pranzo e un senso di "chiuso per inverno" che mette tristezza. Quindi l´arilicense pulito che dopo aver consumato l´aperitivo in centro è voglioso fare doppietta con una arilicense pizza a mezzogiorno si sposta a malincuore sulla statale, in un orrido prefabbricato eletto a pizzeria di tendenza (peccato che la pizza sia altrettanto orrida e l´ambiente il trionfo del cattivo gusto, con tanto di maglia del Lecce dietro la cassa). Pare che alla gente questo tipo di capannoni asettici e trash piacciano da morire, a mi no i me ciava piú de sicuro. Peccato, davvero peccato che non si riesca a far vivere il centro come Arilica meriterebbe, onore a quelli che non demordono e tengono aperto.

Arilica pulita amareggiata


giovedì, novembre 04, 2004

Che domenica regale, la domenica con teeeeee...

La notizia la si sapeva da tempo: Marina Doria e il simpatico consorte Vittorio Emanuele di Savoia saranno domenica ad Arilica. Ne sentivamo la mancanza. In questo momento di incertezza estrema, Arilica aveva bisogno di una voce ferma che dettasse la linea, una visita allo stesso modo paterna e autoritaria che non mancherá di ammaliare con i consueti modi regali. L´arilicense pulito e´pronto ad abbandonare per un giorno l´atavico grido "meglio mona che monarchico" e si prepara ad accogliere a braccia aperte la real casa, facendo un degno uso dei suoi membri: i Doria li pucciamo nello zabaione, mentre i savoiardi li mettiamo nel tiramisú, sprofondati in un mare di di mascarpone tuorli d'uovo zucchero caffè e cacao. Dopo,caffè e resentin per tutti.

Il liberaldemocratico

mercoledì, novembre 03, 2004

La messa é finita

E ti ricordi quando eri bocia e la domenica i tuoi ti portavano alla messa a San Martino, in Piazza d´Armi, LA chiesa di Arilica. Tu consideravi la messa un passatempo noioso, non capivi perchè bisognasse trascorrere tante ore seduti e zitti ad ascoltare quel tipo vestito tutto colorato, quello che tutti chiamavano Don. Però sembrava obbligatorio andarci, come se lo avesse deciso qualcuno molto ma molto più importante dei tuoi e anche del tizio colorato, e quindi ti adeguavi senza protestare.
A messa si arrivava sempre un po' in ritardo, mai prima dell'inizio. Su questo anche i tuoi erano indulgenti, forse anche loro pensavano che la messa fosse poco divertente e quindi cinque o dieci minuti in meno potevano starci, forse anche a loro gliene fregava poco. All'ingresso c'erano due bacinelle di marmo con dentro l'Acqua Magica: bastava bagnarci le mani per esser più fortunati per tutta la settimana. Li vicino alla bacinella c´erano scaffali pieni di giornali che vedevi solo lí a messa: Verona Fedele, Nigrizia, Famiglia Cristiana e soprattutto il Giornalino, il tuo preferito, che costava 7-800 lire ed era pieno di Pimpa, signor Bonaventura e Puffi. Sfogliandolo capivi che era solo un´alternativa sfigata a Topolino, ma a te piaceva molto.
Ci si sedeva sopra delle panchine (ma molti restavano in fondo in piedi anche se le panchine erano mezze vuote, mah…) e il tizio vestito strano era già lì in piedi a parlare e tutti gli rispondevano in coro come se sapessero a memoria cosa dire, poi lui leggeva le lettere dei Santi, tipo la lettera di San Paolo ai Romani, e tu pensavi ma come cacchio faceva San Paolo a scrivere una lettera a tutti i romani, cosa ci scriveva sulla busta? Quale indirizzo? E come potevano leggerla, i romani, tutti assieme? Che poi, col tempo, ti hanno insegnato che quel tipo vestito tutto colorato si chiamava prete, Don prete. Ad un certo punto nella messa leggeva le storie di Gesù, che erano la cosa più comprensibile tra tutte quelle che leggeva. Dopo le avventure di Gesù, Don prete faceva un suo discorso, come se volesse spiegarci qualcosa, solo che del suo discorso si capiva quasi niente, però tutti lo stavano a sentire muti, nessuno osava alzarsi per dirgli qualcosa anzi, gli adulti approfittavano del discorso per scaccolarsi, le donne si guardavano attorno, gli uomini guardavano il sedere delle donne o pensavano ai fatti loro.
Finito il discorsetto lui riprendeva a recitare la parte. Ai suoi gesti, in certi momenti bisognava alzarsi, in altri di nuovo sedersi o ripetere le sue parole. Ah, e poi le messe cantate!!!...c'eran certe persone che partivano con la doppia voce...fa-vo-lo-so!
C'era anche una signora che doveva essere l'aiutante di Don prete - infatti costei stava tutto il giorno in chiesa, anche quando non c'era la messa, ad accendere le candele. Durante la messa, la signora onnipresente passava tra le panche con un sacchetto e senza dire una parola te lo porgeva come se volesse dei soldi, e tutti frugavano nel portafogli e poi davano gli spiccioli alla signora che però non ringraziava nemmeno.
Succedevano cose strane. Ad esempio, all'improvviso bisognava darsi la mano. Tutti dovevano stringersi le mani, anche tra sconosciuti. A te pareva imbarazzante e ti vergognavi a dar la mano a degli estranei. Forse anche loro pensavano lo stesso. Ma lo sapevi, questa cosa delle mani significava che non mancava molto alla fine, ancora cinque minuti, più o meno, ed era un bel sollievo. A un certo punto Don prete diceva altre poesiole su Gesù che mangia con certi amici, ma lo faceva con tono sempre più drammatico, e alcuni si inginocchiavano e tenevano la faccia nei palmi, tristissimi. Perché?!? Tu non ci riuscivi e allora guardavi per terra la punta dei tuoi piedi, fingendo aria colpevole a imitazione dei grandi, che ancor oggi mi domando cosa recitassero sommessamente alcuni di loro: Preghiere a raffica? Bestemmie? Sillabe inarticolate? Io, per non essere da meno, bisbigliavo la formazione dell'Italia '82: Zoff, Gentile, Cabrini, Oriali, Collovati, Scrirea...La vera conclusione era quando tutti si disponevano in fila davanti a Don prete e lui con le dita ti infilava in bocca una specie di pastiglia di mollica di pane però più sottile. Per qualche tempo anche qui c´era un mistero: non si poteva prendere l'ostia perché ancora non avevi fatto la comunione ufficiale. Tutti in fila ad aspettare la pastiglia meno che te. Poi, dopo la comunione, ti dicevano che non si doveva assaggiarla ma deglutirla senza usare i denti ma io mi domandavo perché il prete poteva masticarla coi denti e noi no…altro mistero: bah perche'lui si? Poi la signora dei soldi saliva sul palchetto e leggeva gli avvisi, che erano annunci del genere il rosario di mercoledì sera è spostato dalle 17 alle 19 perchè prima c'è il funerale del signor Luigino e quindi la chiesa è occupata. Intanto Don prete stava di spalle e puliva un bicchiere da cui aveva bevuto del vino. Poi tornava al microfono e, finalmente, ci dava il permesso di uscire e tornarcene a casa.

Poi, col,tempo, hai imparato che Don prete aveva anche un nome, Don Giovanni e Don Antonio i piú gettonati. Poi sei addirittura salito sull´altare, eri diventato chierichetto .
Poi, dopo ancora, è venuta la canonica, col Grest i biliardini e il piripicchio-piripacchio.
Poi, a undici anni, hai smesso di credere in Dio e hai iniziato a credere in Osvaldo Bagnoli.
Ma questa è un´altra storia.

Isamistico

martedì, novembre 02, 2004

Seminario oggi per raccogliere domani?

Come annunciato dal sito del comune e da alcuni manifesti affissi quá e lá, sabato mattina a Porta Verona alle 9.30 si terrá un “SEMINARIO D'APPROFONDIMENTO SULLE DINAMICHE URBANE”. Alcuni DOTT e ARCH parleranno, genericamente, della riqualificazione del centro storico di Arilica. Nella lettera aperta alla cittadinanza che il viceborgomastro ha vergato per presentare la giornata, l´arilicense pulito ha rilevato alcuni punti fermi. Ad esempio sulle vecchie elementari in piazza d´Armi, delle quali si dice che “Le potenzialità sono molte, con soluzioni che gli anni avvenire (sic...) potranno giudicare buone o cattive” (eh sí, visto che non lo faranno i cittadini saranno gli anni AVVENIRE a giudicare). Bella l´idea della missiva alla popolazione, ma ci vorrebbe un pó di chiarezza quando si scrive, altrimenti si rischia di confondere, leggete qui e provate a capire (noi non ci siamo riusciti): “L’ammirazione per il modello di “pianificazione illuminata” di città quali Barcellona e Parigi ha portato a risultati nemmeno lontanamente paragonabili a quelli prodotti dai modelli scelti. Talvolta non si sono nemmeno ravvisati dei risultati: troppe volte a fronte di una sbandierata volontà pianificatrice si è assistito ad un congelamento pluriennale delle scelte urbanistiche.Perché non si riesce a portare in Italia il modello, pur sempre “mediterraneo” proposto da Barcellona, da Lione ed altre città a noi vicine? Che cosa impedisce di coordinare correttamente tra loro i vari interventi di rinnovamento urbano nei quali si inizia ad intravedere come l’iniziativa privata cominci ad assumere un peso sempre maggiore utilizzando, per fini puramente pubblicitari e strumentali, le grandi firme del panorama architettonico internazionale?”. PREGO?!?!
Ma, nonostante non sempre si parli come si mangia, la strada verso la riqualificazione di Arilica è lastricata delle ottime intenzioni del viceborgomastro, il quale infatti vuole “attivare un dialogo diretto tra politici e progettisti, visibile all’opinione pubblica che non mancherà di manifestare un forte consenso” (Per la serie "non farsi prendere dall'entusiasmo"...Pierinoooooo, l´ottimismo è il profumo della vita!).
Noi sabato ci saremo (nella lettera si chiede giustamente una “partecipazione attiva”), per ascoltare i PROF e gli ARCH presenti e per osservare le due tesi di laurea sull´argomento riqualificazione del patrimonio storico. Ma ormai lo avete capito, cari arilicensi: l´intrepida corsa delle nostre classi dirigenti verso una fiducia cieca nei confronti del calcestruzzo,la smania da costruzione che confonde il Benaco con Agrate Brianza, il gigantesco equivoco che si è venuto a creare, tutto ciò vieppiù ci sospinge verso un certo scetticismo (per non dire un certo giramento di coglioni).
Rimane un filo di speranza, che in un futuro prossimo chi di dovere assecondi la “richiesta popolare di qualità urbana” di cui si parla nella lettera aperta, abbandonando per sempre le arnie da 28mq e il cementoarmato e ridando nuovo splendore ad Arilica, che ne ha tanto bisogno.

Lo sceminario

THE END

Niente da fare,il 2004 lo ricorderemo come l’anno delle chiusure eccellenti! Dopo il Tucana,un altro pezzo di storia arilicense ci saluta ,sto parlando del bar Jolly da Ivo sul lungolago Garibaldi.
Molte generazioni di arilicensi e non, hanno fatto il bello e cattivo tempo di questo baretto fronte Mincio che vedeva il suo massimo splendore nel periodo invernale ma anche il “mezzogiorno di gotto” non è da dimenticare.
Imperdibili i pomeriggi a giocare a briscolone, carioca e al vetro, divini i bassotti creati dalle mille bariste che si sono avvicendate dietro il bancone e prelibatissimi i panetti preparati da “Chef”!
La Camparata poi era senza ombra di dubbio l’Evento arilicense per antonomasia,un’occasione unica per vedere tutti i peschierotti radunati attorno ad un luogo familiare per scambiarsi gli auguri natalizi e trangugiare dell’ottimo campari col bianco!
Una lacrima mi scende sul viso rimembrando gli anni passati al Jolly e il mio pensiero va anche a chi aveva fatto di questo bar un punto di riferimento e adesso vagherà per le strade di Arilica senza meta nella speranza di trovare qualcuno che gli offra un Campari.

Ciao Jolly,grazie Ivo.

Superciuk.