sabato, luglio 31, 2004

Buongiorno Arilicensi.
Ieri sera c'è stata la ormai consueta festa di mezz'estate in quel di Forte Ardietti. Devo dire che l'organizzazione è stata impeccabile e nulla è stato lasciato al caso. Ovviamente anche noi di Arilica Pulita eravamo presenti.
E' bello vedere come la gente ti fermi mentre cammini per farti i complimenti mentre è un ciccinin più tristo sentire commenti poco simpatici sulle nostre magliette o beccare occhiataccie. L'Arilicense Pulito non si nasconde e anche ieri sera ha fatto vedere il suo bel viso quindi non vedo perchè certi commenti da oratorio o certi sguardi non possono essere tramutati in parole rivolte agli interessati.
Siate Uomini,se ci riuscite.

A noi!

venerdì, luglio 30, 2004

Sebbene rimaniamo scettici rispetto all'efficacia di certe azioni, AP è preoccupata per quanto sta avvenendo e richiama l'attenzione di Greenpeace: signori, l'estate, anche prima di mezzanotte ad Arilica si svolgono esperimenti nucleari.
Nel pezzo di paese che va dal porto dei Cappuccini fino ai Bergamini una mano anonima lancia bombe al neutrone: gli edifici rimangono integri ma in giro nemmeno più un essere veramente umano, solo bassomediterranei a petto nudo, estadriatici e minorenni targhegialle sbronze/i in libera uscita.
Urge sbarco in massa di gommoni ecologisti ed esposizione di bandierine gialle per tentare di fermare lo scempio.

E’ sorta una piccola aiuola in muratura sullo spartitraffico prospiciente Porta Verona, accesso orientale al paese. Stamattina si sta ancora lavorando all’opera, che presumibilmente verrà ultimata oggi stesso o domani. I fiori all’interno dell’aiuola servono a dare il benvenuto in Arilica e il lavoro tutto fa da degna cornice introduttiva alla fortezza, che si erge maestosa sullo sfondo. Unico neo: la smania di autoproclamarsi città, moderno virus che ha colpito un pò tutte le piccole municipalità, benacensi e non; ma si sa, le manie di grandezza sono presenti a  tutte le latitudini, purtroppo Arilica non fa eccezione alla megalomania imperante. Ma se proprio di città dobbiamo morire, almeno che sia città-Stato!
Comunque bene, forse finalmente si comincia a prendere coscienza dei nostri illimitati mezzi: se non lo capisce da solo, il forestiero dal pensiero debole va reso edotto della grandezza di Arilica.
Con l’arredo urbano si deve e si può fare molto di più, torneremo presto sul tema.
Buona giornata arilicensi (puliti e non, oggi siamo stranamente di bocca buona).

giovedì, luglio 29, 2004

Un accorato appello di Daniela Poggi (e di AP)

Il blog di AP è misteriosamente scomparso da tutti i motori di ricerca due giovedì fa, in pieno giorno, lungo la strada telematica che da Google conduce a Yahoo. Figlio naturale dei propri padri fondatori, il blog più pulito e arilicense che ci sia da 2 settimane è solo presente in rete e non sui preziosi strumenti di ricerca dopo aver digitato la parola magica Arilica: il giorno in cui è scomparso il blog aveva un importante appuntamento con un post, poi puntualmente verificatosi. I padri fondatori temono che il blog possa avere avuto successivamente un vuoto di memoria, oppure, ipotesi inquietante, sia stato rapito da misteriosi malfattori, gelosi della sua popolarità. Quando è uscito dai motori di ricerca, arilicapulita.blogspot.com era attorno alla settima posizione su Google e Yahoo, aveva con sè il cellulare, la carta di identità, la consueta grisaglia verde chiara e bianca e la solita indomità smania di rigore e pulizia. Le ricerche effettuate finora non hanno risolto il mistero della sua scomparsa: a quelli di AP sono arrivate alcune segnalazioni dai dintorni di Altavista (California) e Virgilio (regno delle due Sicilie), le successive ricerche però non hanno dati esito positivo.

mercoledì, luglio 28, 2004

Quando me pare l'era un Bocia.

- Quando me pare l’era un bocia, la Nostra Arilica sì che era uno splendore.
La Piazza d’Armi brulicava di ragazzi in pantaloncini corti che davano calci ad un pallone sgangherato. I “vecchi” dominavano la piazza mentre i “piccoli” avevano a disposizione uno spazio più ristretto. Allora sì che c’era rispetto. Altri ragazzi e ragazze giocavano sui gradini della chiesa a sc-ianco, a tappi o alla pega!
- Quando me pare l’era un bocia, nel porto di Arilica c’erano le navi dei Pirati. Si giravano dei mitici film e gli Arilicensi più stoici si tuffavano dall’albero maestro di queste maestose imbarcazioni. Nel lago non c’erano praticamente motoscafi,adesso invece hanno costruito una schifezza galleggiante apposta per loro. Io forse sono di parte ma sfido chiunque a dirmi che quel porto è ben fatto e che il suo impatto ambientale non sia a dir poco devastante! Già il Benaco è inquinato,c’era cosi tanto bisogno di un porto del genere dove attraccano solo motoscafi dalle dimensioni sovrumane? Sapete cosa costa un posto barca per un anno? Andate a vedere e poi capirete perché ci sono solo motoscafi di certe dimensioni,!
- Quando me pare l’era un bocia, i parcheggi erano un “optional” mentre oggi sono diventati un “must”! E’ vero che la quantità di automobili in circolazione è aumentata a dismisura ma questa non è una buona scusa per costruire parcheggi un po’ dappertutto e rigorosamente a pagamento (tranne quelli a 3 km dal centro).
- Quando me pare l’era un bocia, mio nonno era vivo e con lui tanti altri nonni che hanno fatto la guerra,persone con saggezza e tante cose da raccontare. Arilicensi veri che purtroppo diminuiscono sempre di più.
- Quando me pare l’era un bocia, il carcere militare era pieno,adesso l’hanno chiuso.
- Quando me pare l’era un bocia, me mama l’era una gran bella gnocca…i dise!
- Quando me pare l’era un bocia, il lago è tracimato.
- Quando me pare l’era un bocia,la bella Arilica era sicuramente più Pulita di adesso e purtroppo io non c’ero.
- Quando me pare l’era un bocia, c’erano dei valori in cui credere e soprattutto da rispettare, adesso invece la gente fa solo i propri interessi o quelli delle persone che “contano”!
L’Arilica che mi racconta mio padre mi piace molto di più di quella odierna. A quei tempi il “superfluo” non sapevano neanche cos’era mentre adesso abbiamo tutto e nonostante questo bisogna continuare a fare e brigare.
Per quale motivo poi?  €

- Quando me pare l’era un bocia….si stava molto meglio! Believe me!

AP ottimizza le prestazioni delle forze armate

Dopo intere giornate passate nostro malgrado fra code, turisti distratti su 4 ruote, arroganti clienti di passeggiatrici bianche nere e rosè, massaie in pellegrinaggio alle grandi mele e motorinanti insolenti, abbiamo deciso che la misura è colma: all’alba del 28 luglio 2004 il supremo consiglio di Arilica Pulita ha inoltrato formale richiesta alla staterello (aihmè) centrale per l’immediato il ritiro dei soldati italiani dalla lontana Persia (che gli indigeni non apprezzano lo sforzo di libertà, tanto vale lasciarli al loro triste destino).
Le truppe vanno più utilmente impiegate a casa Nostra, i carri armati invece di arrugginire nelle caserme e nelle desolate lande irachene devono essere spediti sulle arterie Bassobenacensi e Moreniche dove, procedendo appaiati, risolveranno, oltrechè tutti i problemi precedentemente menzionati, anche quello di recente sviluppatosi delle macchine in doppia fila. Contemporaneamente vanno istituiti posti di blocco lungo l’intero corso della Statale 11: le automobili guidate da puttanieri e le motorette con marmitta truccata e spaccatimpani verranno calpestate sul posto, con gran beneficio per l’ambiente e per l’industria del riciclaggio ferroso.
I mezzi anfibi dei Lagunari fungeranno da salutare medicina contro il dilagare di moto d’acqua e offshore da 18 metri, mostri che nulla hanno a che fare con le placide acque del Benaco,da difendere a tutti i costi. Il bastone ci vuole, che la bontà e le tavole rotonde demagogiche mai pagano, anche la piaga del meretricio su strada va adeguatamente sconfitta con l’adeguato uso delle truppe, ultimo baluardo contro il dilagare di fenomeni che nulla hanno a che fare con un’Arilica Pulita e con delle zone limitrofe ad essa quantomeno civili e ordinate (di più e di meglio crediamo non si possa chiedere).

Un amico di Arilica Pulita, beone recidivo, nottetempo è stato fermato per la seconda volta mentre guidava una Daewoo in stato di ebbrezza, poi incredibilmente denunciato per lo stato di ebbrezza e non per il possesso di Daewoo, segno che anche le divise hanno tradito, sono passate allo straniero, boicottano il Valpolicella Superiore e favoriscono la Corea.

martedì, luglio 27, 2004

C'ERA UNA VOLTA IN ARILICA

La presente rubrica è pensata per voi, pubblico mediamente adulto che ha mantenuto nel proprio bagaglio personale il ricordo di una Arilica che non c’è più, schiacciata sotto il peso della modernità e del progresso. Per noi che ci avviciniamo a larghe falcate ai 30, idealmente questo è il luogo dove è ancora possibile ritrovare la nostra personale magia di adolescenti Arilicensi degli anni ’80. Se solo ne avessimo la possibilità tecnica, noi di AP metteremmo come sottofondo di questa rubrica la sigla dell'intervallo, la musichetta di quegli interminabili minuti di break televisivo tra un programma e l'altro, accompagnati dal lento scorrere di cartoline di sconosciute località italiane. Con la differenza che le località che vi presenteremo sono di Arilica e quindi a noi per nulla sconosciute. Perchè fra i nostri tanti difetti, noi di AP siamo anche conservatori (il giusto) e desideriamo che ci vengano restituite le gioie di una volta, sterminate nel volgere di pochi anni da un nemico oscuro che non tollera piaceri onesti e salutari e a poco prezzo. Vuole, il nemico, che passi le mie serate in piazza a bere alcol costoso, che domattina avrò ancora tutto nel fegato, nel fiato e nella lingua impastata.
Dopo questa doverosa premessa, via con la prima puntata:

- Quei 90 metri quadri che erano per tutti noi “LE RETI” -

Altre attrazioni presenti nell'ameno trapezio di terra sito in Dogana: l’animaletto del proprietario (donnola o furetto, il dibattito non si è ancora spento), il calcio-balilla e il mitico BASKET, un canestro nel quale segnare il maggior numero di punti nel minor tempo possibile (per il sottoscritto, all’epoca aspirante cestista, il gioco creava dipendenza e assuefazione,a voi calcolare i soldi spesi negli anni,no ve digo altro....). A pochi passi da questo ben di Dio c'era il bar Jolly, storico manufatto alcolico arilicense.
Nella mente degli arilicensi puliti è ancora nitido il ricordo di alcuni funamboli delle reti, veri e propri ginnasti che davano spettacolo con le loro arditissime evoluzioni: questi si guadagnavano l’ammirazione popolare e un innegabile successo con le ragazzine, stregate dalle piroette ancor prima che dal rigonfiamento dei loro pantaloni (ora succede il contrario:segno dei tempi?).
Spesso quando si tornava a casa dopo qualche ora sulle reti la schiena assomigliava a quelle fotografate da Amnesty International in giro per il mondo, ma i lividi passavano in fretta, mentre l’emozione di lanciarsi in fantastiche piroette rimaneva. Non c’era nulla come il rimbalzare in alto sulle reti elastiche, quei salti ci davano la sensazione di sfiorare il cielo di Arilica con un dito, e per noi adolescenti era una sensazione impagabile.
Ora al posto delle reti sta sorgendo una palazzina su due piani, ma il ricordo di quegli anni non si cancella.

lunedì, luglio 26, 2004

“Tutto il mondo è in un metro quadro, basta saperlo godere” (Giovanni Comisso)

Anche oggi udimmo voci di genti che puntano il dito contro AP. Fra gli strepiti più ricorrenti: siete provinciali, beceri, schiamazzate sul nulla, che orizzonti ristretti, non avete mai messo naso fuori dalle mura di Arilica. Rispondiamo indirettamente a questi signori, forti delle nostre idee pulite: il contraddittorio ci piace e ci stimola, non ci tiriamo indietro.
Allora, la stanzialità non fa per noi, il mondo lo abbiamo girato e lo gireremo ancora a lungo, a noi di AP piace il muoversi e lo spostarsi, ma in punta di piedi, con la sensibilità e l'accortezza di chi pensa che dovunque sia anche casa propria. E noi arilicensi puliti pretendiamo che coloro che hanno la fortuna di imbattersi nel nostro borgo facciano lo stesso. Cerchiamo genti che sappiano godere del metro quadro rappresentato da Arilica, genti che non distruggano il luogo meraviglioso nel quale hanno la fortuna di imbattersi, vuoi per un minuto vuoi per tutta la vita, o di genti che abbia capito che privilegio rappresenti esser nati ad Arilica. Degli altri, con rispetto parlando, ce-ne-fre-ghia-mo (da leggersi con voce stentorea tipo “la settimana INCOM  dell’Istituto Luce).
L’ignavia di chi abbassa la testa mormorando “embè, fa lo stesso, i problemi del mondo sono altri” non-ci-pia-ce (letta con il medesimo tono del precedente passaggio).
Se poi questo nostro pensare è provincialismo, evviva la provincia!

Voglia di legalità

Arilica, l'altra sera: abbiamo visto con i nostri occhi i moschettieri del pulito in Piazzetta Arilicense....come da 4 giorni a questa parte erano ancora i relitti con cane a fare da maleodorante mostra di sè in centro: le attenzioni della municipalità erano per loro.
La settimana scorsa a Lazise avevano avuto il buon gusto di mostrare il foglio di via al medesimo bestiame (sono loro che si autodefiniscono punkabbestia,non noi), che ora ha pensato bene di transumare qui da noi. Speriamo che anche ad Arilica si prenderanno simili provvedimenti di pubblica igiene, se non lo si è già fatto nel corso del fine settimana. 
A noi di AP l’italietta pizzaemandolino che chiude un’occhio, quella dei parassiti, dei furbi e dei lassisti, fa ribrezzo. Arilica deve diventare un’isola felice e distinguersi da questa nazione sempre uguale a sè stessa, che mai si toglierà di dosso i propri pietosi vizi.
Quelli citati sono piccoli accadimenti di paese, vero, ma noi di Arilica Pulita la nostra polis la sogniamo con un’educazione civica enorme, scandinava, inattaccabile.
Bisogna svoltare di 180° gradi signori, e bisogna farlo subito, prima che i buoi siano scappati per sempre e con loro quel poco di senso civico ancora presente su piazza.
Ma AP non molla la presa, AP vigila e informa.
Arilica Pulita c’è.

venerdì, luglio 23, 2004

Arilica ti amo.

Oggi pranzo di lavoro in quel di Negrar. Per carità, bel posto…colline, vigneti,qualche bella casetta, agriturismi, il Valpolicella. Ma volete mettere con la nostra adorata Arilica? Ma vi rendete conto quale enorme bellezza ci ospita? Ogni volta che mi allontano dalla mia Arilica mi colpisce una saudade degna del miglior Ronaldo e mi rendo conto sempre di più che vivo nel posto più bello del mondo.
Siamo bagnati dal ridente Benaco e all’orizzonte il Monte Baldo ci sovrasta maestoso, che quando è imbiancato mi fa venire la pelle d’oca e a pochi km c’è Verona, la città di Romeo e Giulietta.
Sono orgoglioso della mia Arilica e non la cambierei con nessun’altro luogo al mondo quindi Voi cementificatori, Voi inquinatori, Voi mezzi politici, Voi decentristi e Voi usurpatori state attenti!
Arilica deve crescere sana e bella come una principessa che deve poi diventare regina.
Noi di AP esigiamo rispetto per il Nostro paese.
Noi amiamo la Nostra Arilica. Amatela e rispettatela anche Voi!

Delirante ma pugnace brama autonomista

C’era un tempo in cui le paci, gli armistizi, i trattati: gli accordi insomma….c’era un tempo, dicevo, in cui i summit si chiamavano Campoformido, Yalta, Peschiera (ricordi, Arilica, quand'eri protagonista dei destini europei? Ah, che tempi), Maastricht e là si decidevano le sorti del globo, o delle porzioni di globo implicate nella vicenda.
Ora la decadenza è tale che i summit servono a mercanteggiare rotonde stradali con gli infausti borghi limitrofi.....e perdipiù si va a trattare a casa loro, nel loro municipio! Orrore, raccapriccio!
Arilica tieni duro, AP è pronta per la pugna, altroché rotatoria in coabitazione con Castelnuovo!
Arilica polis, Arilica città Stato!
Ponti levatoi!


Che si aprano le danze

Ad una settimana esatta dall’inizio della prestigiosa kermesse bergaminesca, AP è in grado di anticipare alcune specie di mammiferi che frequenteranno la sagra paesana dell’ospite. Per loro sarà una festa, ne siamo certi.

I giovani troppo giusti - Girano fra i tavoloni con aria da duri sfoggiando le trendyssime magliette dell’estate 2004: “Narcotrafficante", "cocaina", "Pablo Escobar 1949-1993", "brazo de la muerte". Si muovono in branco. Dai su, a casa….
La Vamp - nonostante il marito sia in canottiera e ciabatte da una vita lei non  molla: scollatissima, in minigonna, truccata come Moira Orfei, è l’indiscussa diva della serata. Il becco l’abbraccia platealmente durante la coda per le salamelle e le sussurra: “hai visto amore come ti guardano tutti, sei ancora bellissima…”. Una volta a casa lei piange in bagno, disperata, per 20 minuti.
I “classe” - arzilli 75enni moooolto eleganti, alla sagra sono l’immagine ambulante del Filini-style: pantalone grigio tirato su fino alle ascelle e camicia: A-bianca o B-fantasia con colori sgargianti. Generalmente la compagnia può vantare almeno un membro accessoriato con cappello, che generalmente è venuto da solo, con la macchina.
La coppia triste - lei che guarda l'orologio e lui che si pregusta la seconda tornata di salamelle. Appena lui finisce se ne vanno, vinti dalla vita e dalla sagra.
La signora Pina - detta anche Hannibal, quando si impossessa del piatto con le costine si avventa sulla carne con una ferocia inaudita. Alla fine del banchetto si lecca le dita, in estasi. Nel frattempo il marito è in stato confusionale: si è scolato un bottiglione di Lugana e cerca con ampi gesti di richiamare l’attenzione di tutti quelli che conosce. La gente fa finta di non vederlo, timorosa del suo alito e della sua ciacola agghiacciante. Brutte merde...
Il casinista - è senza età, ha 16 anni come 90. Ben vestito e profumato, la sagra è la sua festa e non fa niente per nasconderlo: ride come un pazzo, saluta il 97% dei presenti con un entusiasmo trascinante,mangia e beve quantità industriali di roba. Presenzia a tutte le serate della magnifica kermesse. Solo all’ultima sera si lascia un po’ prendere dallo sconforto: la sagra sta finendo, un anno se ne va, c’è un lungo letargo da affrontare prima delle costine del 2005.
Le ciccione - sono sedute in disparte per non dare nell’occhio,ma le hanno notate tutti (te credo. Le zanzare le mangiano vive, loro mangiano viva la polenta con la salsiccia.
I nipotini di Raul (Casadei)- sono il cuore pulsante, l'anima della kermesse. La cantante sfoggia miniabiti anni '80, il complesso è militarmente agghindato con le stesse camicie scure e gli stessi pantaloni. Il liscio è il loro credo, i fedelissimi che danzano ai loro piedi la loro milizia.
Gli elegantoni - vestiti neanche fossero alla prima della Scala, lui tradisce leggerissimamente l’ostentata eleganza tirando un bel bestemmione nell’ustionarsi con la prima sbocconata di risotto al tastasal. Lei invece mantiene sempre un aplomb invidiabile, bella com’è stretta nel suo tubino di dolce e gabbana color panna, intaccato solo da una macchia di merlot di 18 centimetri di diametro, sulla tetta destra.
Fred e Ginger - sono alla sagra solo ed esclusivamente per il liscio, quando l’orchestra attacca la prima mazurca loro scattano in pista come due invasati. Si fermeranno solo due ore dopo, col collasso cardiocircolatorio che li aspetta dietro l’angolo. Respira Fred, respiraaaaa....


Ordine notturno. Bene!

Stanotte, verso le 03.00,  due macchine dei Carabinieri con lampeggiante blu in funzione (quindi in servizio attivo) erano in presidio davanti allo spartitraffico cubano.
Intorno a loro nugoli di basso mediterranei in agitazione…
Dopo pochi minuti sono stati messi tutti in riga e fatti allontanare con la coda tra le gambe.
Quando qualcuno Agisce per mantenere l’Ordine in Arilica viene rispettato. Soprattutto da AP.

Buona giornata Arilicensi.

A noi!

giovedì, luglio 22, 2004

Cosi non va!

Vi pongo un quesito: siete un commerciante che sta rientrando al proprio esercizio per scaricare la macchina piena di merce da mettere poi in vendita e tutto ad un tratto un gruppo di ragazzi vi saltano sul cofano (ammaccandolo) e vi sbraitano addosso come indemoniati mentre il loro cane abbaia rabbiosamente. Riflettete un attimo....................................................................
Secondo voi dove siamo? Ad Harlem? Nel Bronx? A Londonderry? No cari amici Puliti, siamo in Arilica e per l’esattezza centro storico ore 16.00!!!
Sarà un caso che questi ignobili giovani siano dei pankabbestia (si scriverà così??) dal pessimo odore?
Già faccio fatica a capire come si possa vivere in quella maniera (ma sono scelte personali per carità) ma perché devi comportarti così?
Non sei a casa tua quindi devi avere rispetto!
La cosa ancora più ignobile è che solo due sere dopo vediamo in Piazzetta Arilicense uno spettacolino che piace solo a qualche targagialla fatto da altri pankabbestia (si scrive così o no?) amici dei primi già citati che verso le 22.30 fanno capolino con il loro cane pieno di zecche. Dopo lo spettacolino hanno anche il coraggio di fare elemosina per i tavolini dei bar visto che i pochi presenti non tirano fuori neanche un penny! La gente li guarda ovviamente male anche perché belli da vedere non sono. Con che coraggio ti fai vedere ancora in centro dopo il comportamento che hai tenuto solo qualche giorno prima? Con che coraggio i tuoi amici chiedono l’elemosina a pochi metri dal luogo che vi ha visti protagonisti di una condotta animale?
Va bene che per una cosa del genere non possiamo ingabbiarli ma allontanarli da Arilica non si può?? Agire fa anche rima con dormire per qualcuno ma per AP agire fa rima con AGIRE! Ovviamente noi non possiamo permetterci di passare ai fatti in questo caso ma possiamo alzare la voce contro chi permette a questa gentaglia di sporcare il nostro paese!
Bisogna darsi una mossa, dobbiamo salvaguardare il nostro paese.
Un’altra cosa…perché qualche arilicense si lamenta se viene fatta della piacevole musica dal vivo a volume controllato (e fino a mezzanotte) dagli esercizi del centro e non dice niente quando questi personaggi fanno i loro spettacolini in piazza a ritmo di una musica che sfido chiunque a farsela piacere?
L’Ordine e il Rispetto, per noi di AP, sono valori inscindibili e indistruttibili!
 
A noi!

Vai col lissio (povera Arilica)

Quindi signore e signori, da venerdì 30 andrà in scena la cosiddetta “festa dell’ospite”.
Schiacciando sul mouse col vostro arilicense ditino potete leggere qui a quali mirabolanti performance canore e pirotecniche potremo assistere nella tre giorni bergaminesca. Ah sì, quasi dimenticavo: in questo periodo Arilica è invasa da un turismo che fino a quando esistevano i cocomerari (tanto di cappello) si sarebbe definito da cocomerari, e se l’avessi incontrato dai cocomerari sarebbe andato benissimo, ma quando lo incontro per le vie di Arilica mi fa andare di traverso il gelato, la birra fresca e anche qualcos’altro. Quindi vada per il karaoke, l’orchestra spettacolo e siffatta compagnia cantante. 
Ma noi di AP siamo cocciuti, pensiamo sempre in grande e ci domandiamo quale richiamo possa esercitare su un ospite non cocomeraro una manifestazione così impostata: la festa di mezza estate dovrebbe rappresentare l’evento centrale della stagione turistica e quindi dovrebbe tenersi in un posto centrale (polemica frivola e sterile, siam fatti così, cosa volete farci…). O la smania di decentramento deve per forza fare vittime a 360 gradi? O il centro, nostro (ahimè ormai solo ipotetico) salotto, dev’essere moribondo anche d’estate?
Ora, cari i miei arilicensi, ditemi: vi sentite rappresentati da questa festa dell’”ospite” e dai grandi artisti che si esibiranno per voi nella cornice portuale di San Benedetto?
Oppure credete che quando si tratterà di organizzare una grande festa di mezza estate per gli ospiti (e gli arilicensi, perché no) che la amino veramente, Arilica meriti non qualcosa, ma molto molto di più (e di meglio) di una mesta sagra paesana di periferia?
Una risposta pulita noi ce l'abbiamo, attendiamo la vostra, cari arilicensi.

mercoledì, luglio 21, 2004

BASTA!

Noi di AP siamo stanchi.
Siamo stanchi di sentire gente che ci addita come razzisti o fascisti. E' ora di fare chiarezza.
Ci sono piovute addosso delle critiche perchè abbiamo denunciato il lerciume che certi magrebini lasciano sulle nostre spiaggie; ci sono piovute addoso critiche perchè abbiamo riportato quanto successo al ragazzo malmenato da adriatici orientali per una precedenza non data (tra l'altro non da lui ma dagli aggressori); ci sono piovute addosso critiche perchè abbiamo "osato" sostenere che i drogati non devono più fare i loro comodi in Arilica. Ebbene dico io, che razza di gente può sopportare tutto ciò? Perchè bisogna sempre abbassare la testa contro questa gentaglia? Non bisogna essere razzisti per sostenere l'ordine e la pulizia! Non è fascista colui che cerca di difendere la propria cittadina dai soprusi di chi se ne frega di tutto e tutti!
Commentate arilicensi puliti, fateci sapere il vostro parere!

Più piume e meno ferro per il nostro Benaco

Una nota associazione arilicense ha tirato su un lungo molo di legno che farà, presumibilmente, da piccola darsena per le barche a vela. Questo esattamente laddove “non più Benaco, ma Mencio si chiama”(scusate il citazionismo, ma quando pensa a Padre Dante, l’arilicense pulito si infervora). Una serie di pali di ferro fa da raccordo per le passerelle.
Il tutto non è ancora finito, manca una pedana di accesso e il lavoro ha un’aria molto provvisoria. Per ora ci sono solo tre imbarcazioni attraccate, niente di più.
Nonostante non sappiamo che aspetto assumerà quando sarà terminato, questo ci sembra un approccio pulito al problema posti barca: niente gigantismi assurdi, rispetto per il lago (senza vomitargli addosso quintali di cemento armato, è già qualcosa), una struttura agile e leggera, nessuna speculazione, ecocompatibile (come direbbero quelli studiati), niente ospitalità a mostri dell’acqua di 20 metri e centomila cavalli.
Il leggendario Mario Brega, in un vecchio film di Verdone, esclamò: “sta mano può esse piuma o può esse fero, stavorta è stata piuma”. AP si esprimerà solo a lavori ultimati, intanto non possiamo che apprezzare la gentilezza della mano di chi ha realizzato la darsena.

martedì, luglio 20, 2004

Notturno con vista su Arilica

Cose bellissime successero qualche giorno fa,quando,complici la luna e l'alcol,un'imbarcazione battente bandiera AP si inoltrò nottetempo,gioconda e ardita come non mai,fra i canali di Arilica.  Lo sguardo che si aperse ai padri fondatori fu quantomai sublime:le alte mura volute da Guidobaldo Della Rovere li cingevano materne,i bastioni si dischiudevano alla vista,le sparute genti facevano capolino per ammirare quella barca impegnata a guadare le acque,quasi parodia di una tronfia epopea coloniale. 
Possedemmo la fortezza, nuda e silente nella notte di Arilica.
Esperienza appagante,da ricondurre a ripetizione. Di essa nulla capirebbero color che di AP non sono, ma tant'è:l'arilicense pulito si ciba della sua Arilica,non si cura di loro,ma guarda e passa.

Una Peschiera da vivere

Potrebbe essere l'inizio di una rubrica interessante, ricca di spunti, organizzazione di eventi e manifestazioni, get-together arilicensi nel segno dell'amicizia che ci lega.
Invece purtroppo si tratta dell'ennesimo atto di denuncia, dell'ennesima cronaca di un paese sottosopra.
Riporto i fatti, semplicemente.
Alle 2 di sabato notte un arilicense torna a casa con la sua macchina. Ad un incrocio di una famosa zona residenziale un altro arilicense, non rispettando la precedenza, lo urta.
Strano che quel secondo arilicense non abbia rispettato il segnale di stop. A causa dell'urto la sua macchina si blocca.
I due arilicensi scendono, si scusano e si accingono a trovare un comune accordo.
Nel medesimo istante sopraggiunge una macchina di grossa cilindrada, scendono tre tizi (adriatico orientale), due aggrediscono l'arilicense che non aveva rispettato la precedenza, il terzo dopo aver aperto il baule della propria vettura in modo da celare la targa, si indirizza verso il primo arilicense, estrae un coltello e gentilmente lo invita a non intromettersi in questa discussione.
L'arilicense aggredito nel giro di pochi istanti cade a terra privo di conoscienza.
Al sopraggiungere di altri curiosi i tre malviventi fuggono.
Più tardi si scopre il motivo della lite: l'arilicense che non aveva dato la precedenza stava scappando da questi bei personaggi in quanto questi si erano offesi perchè, avendo a loro volta non rispettato una precedenza, erano stati mandati a quel paese.
Grazie.

lunedì, luglio 19, 2004

Centra il centro, ovverosia: come non far morire piazze e socialità

Dice: voi di AP siete bravi solo a criticare, ci vogliono proposte e idee nuove, capaci tutti di sparare nel mucchio e blablabla.
Il punto è che lo stato delle cose non ci piace affatto, e le porcherie fanno più notizia delle buone notizie, basta guardare un qualsiasi telegiornale per accorgersene.
Allora, per i soliti insoddisfatti, via con le proposte.
Et voilà, idea numero uno: far rivivere il centro. Oddio, non è una proposta, per noi di AP questo è un imperativo categorico: il centro di Arilica è vivo solo d’estate e per un paio di mesi primaverili. Da ottobre si chiude, gente in giro non ce n’è e quel poco di socialità conquistata va a farsi benedire. E la colpa non è della crisi o di altre amenità da bottegai, la colpa è soprattutto del centro moribondo.
Domanda: come farete voi arilicensi puliti e farlo rivivere?
Risposta: ripopolandolo (evitando di costruire casette dei puffi fuori dal paese e incentivando i proprietari ad affittare gli appartamenti sfitti, altrove lo fanno già con successo) e soprattutto creando motivi di frequentazione del centro (P.S: avere necessità di acquistare la droga non è uno di questi). Costruire nuovi plessi scolastici postmoderni in periferia significa assestare colpi mortali al centro, perché i contenitori storici (tipo ex scuole elementari in Piazza d’armi) si svuotano, degradandosi e assumendo in fretta l’aspetto tipico del luamar.
Dice: ma ad Arilica bisogna “decentrare”, non si può continuare con i servizi e le scuole in centro, non li sentite quei gran fighi degli urbanisti? Ah sì, non si può? Ma cosa siamo, Los Angeles, che dobbiamo spopolare le piazze e portare i figli lontano da quello che è sempre stata e deve restare il cuore pulsante del paese, la nostra Piazza d’armi? Ma dove sta scritto?
A Desenzano, che è grande tre volte Arilica, hanno scuole vecchie e spesso inadeguate, ma di costruirle fuori dal centro non ci pensano nemmeno. In centro sono e in centro devono restare, i benefici per il paese sono evidenti e son lì da vedere.
Ad Arilica nel frattempo “decentriamo”.
Su questa cosa del centro torneremo presto, l’argomento è fondamentale, AP penserà a farlo tornare vivo e splendido più che mai: perché un aperitivo e una chiacchierata in centro sono bellezza e ordine, lusso e pulizia, mentre i capannoni prefabbricati, una brutta scuola o centinaia di sgabuzzini da 28mq in periferia sono non solo mostri urbanistici, ma sono anche caos, speculazione e volgarità, l’inizio della fine. Retorica da ritorno del centro in mano agli indigeni e nostalgia di un tempo che fu in cui le piazze erano piazze e non depositi di macchine?
Può darsi, ma noi di AP siam fatti così, prendere o lasciare, di facili consensi non sappiamo cosa farcene. Se va bene bene, altrimenti...tiremm innanz. Understand?
Un paese che perde il centro perde la testa, meditate gente, meditate.

Il grande O

La parola ordine non è una parolaccia come molti credono, l’ordine è un concetto altissimo,nobile e difficile da raggiungere. L’ordine è il padre dell’estetica e della pulizia, lo stato ideale che ogni arilicense dovrebbe perseguire.
Un’Arilica disordinata è irrazionalità, un'Arilca disordinata diventa cibo per targhegialle, gentaglia e draghi d’ogni tipo.
L’Arilica che vogliamo noi è ordinata e pulita, senza compromessi e concessioni al caos. E se a qualcuno questo non piace, problemi suoi.
Solo l’ordine può dare la felicita, perché quando tutto è al posto giusto non c’è più motivo di preoccuparsi di niente.

domenica, luglio 18, 2004

Siede Peschiera...ma in pochi lo sanno!

Siede Peschiera, bello e forte arnese
da fronteggiar Bresciani e Bergamaschi,
ove la riva 'ntorno più discese.
 
  Ivi convien che tutto quanto caschi
ciò che 'n grembo a Benaco star non può,
e fassi fiume giù per verdi paschi. 
 
 Tosto che l'acqua a correr mette co,
non più Benaco, ma Mencio si chiama
fino a Governol, dove cade in Po.
 
Quante volte amici arilicensi avete letto l'incipit di questi magnifici versi collegandovi al nostro blog!
Queste superbe parole ci rendono acora più orgogliosi di essere arilicensi, perchè dimostrano che anche il più importante poeta della storia ha voluto celebrare la nostra terra nella sua più grande opera!
Ebbene avete mai visto voi nel nostro comune un'epigrafe, una targa, un qualsiasi cosa che ricordi alla cittadinanza tutto questo?Ovviamente no.Forse le passate e le presenti amministrazioni non hanno ritenuto i versi del Sommo Poeta sufficientemente degni della loro attenzione...D'altra parte impegnati  come erano ( e sono tuttora) a cementificare non potevano certo trovare il tempo per "frivolezze"del genere.
Quando vedo che la Divina Commedia, opera  universalmente riconosciuta come quanto di più alto in campo storico/letterario, viene snobbata in questo modo, mi rattristo, conscio dell' ignoranza che oggi aleggia tra le nostre mura...
Parole come queste dovrebbero troneggiare sugli ingressi di Arilica (le maestose Porta Verona e Porta Brescia) per ricordare a tutti la nostra importanza storica! E vi prometto che questa sarà una priorità di AP, perchè la cultura è la base per una società sana e vincente.

PODISMO EROTICO

Il parco del Mincio potrebbe essere un autentico spot per il Jogging. Una coreografia perfetta per questo sport da promuovere con slogan del tipo “Io e la natura, soli”.
Abito in Arilica, quindi vicino a questo meraviglioso angolo di solitudine che riesce ad allontanarmi dal caos anche quando le rive Mazzini e Garibaldi sono intasate da campeggiatori e turisti della domenica.
Mi guardo la pancia e decido che è ora di correre un po’. Allaccio le scarpe e parto.
Per arrivare in questo piccolo paradiso di ciclisti, pattinatori e podisti attraverso rapidamente una delle aree più densamente popolate di Peschiera. Decine di case ed appartamenti che pare abbiano ancora dimensioni umane. Qui dicono si possa ancora pensare al concetto di famiglia e mi emoziono un po’ pensando alla mia infanzia.
Vedo le scuole, senza dubbio una grande opera. Altrettanto grande è l’errore di averle costruite senza pensare all’incremento demografico della “politica dell’edificare ovunque”. Non ci crederete ma questo bel palazzone è già una micro-scuola, progettata dimenticando il principio “Azione/Reazione” (AP è anche un po’ REAZIONE).
Cerco di non distrarmi dalla respirazione e continuo la mia corsa attraversando il Portovecchio.
Scendo lungo una strada sterrata che porta al fiume, un viottolo chiuso a monte con un masso ma aperto ed accessibile sul versante Mincio.
Qui faccio il mio primo “incontro ravvicinato”.
Una macchina mi chiude il passaggio, i rovi mi impediscono di evitarla girando al largo e così mio malgrado sono costretto a vedere l’interno dell’auto. Noto disgustato che il conducente si sta facendo sistemare la “leva del cambio” dalla bocca di una “ben-pagata” signorina della strada. Non è la leva cambio? Beh, forse lei non è nemmeno ben-pagata.
Mi altero. In questo momento sono arrabbiatissimo. Mi altero perché questi due non sono morosi in cerca di pace e solitudine. Mi altero perché siamo in pieno giorno e questo è uno di quei luoghi dove porterei mio figlio a passeggiare. Mi altero perché qui non vengo a correre soltanto io. Mi altero infine perché mi fa schifo pensare alla bocca di questa signorina mentre mi sforzo di fare un po’ di sport.
La visione mi ha rotto il fiato, se devo essere sincero ho voglia di rientrare. Supero l’ostacolo e giungo finalmente nel “PARCO DEL MINCIO”. Cerco oltre i piloni del ponte dell’autostrada la prima stradina sterrata che possa farmi risalire. Eccola. E’ chiusa da una sbarra ma posso passare sul fianco. Lo faccio, sotto le mie scarpe però non ho più terra o asfalto ma sporchi fazzoletti di carta, stracci, bottiglie di plastica, sacchetti e preservativi usati, annodati, pieni. Devo pulire io? Io dovrei preoccuparmi di non sporcare e già lo faccio ma qui nessuno pulisce. Possibile non ci sia nessuno pagato per pulire le piazzole del Parco del Mincio?
Vado oltre, risalgo correndo un’altra strada sterrata (Finalmente un po’ di verde) verso la Madonnina che precede il forte. Supero il ponte ed arrivo all’ingresso Est della nuova zona industriale. Qui, appoggiata al parabrezza della sua sfolgorante Smart, fa costante mostra di se una siliconatissima sgualdrina in costume da bagno. Perfetto connubio tra il concetto di esposizione e quello di vendita cui certamente si ispira il nuovo salone nautico alle sue spalle.
Questa è la penultima immagine della mia mezzora di Jogging, penultima perché l’ultima vera immagine è la variante che ancora riesco ad attraversare a piedi (DI CORSA!). Mi chiedo se riuscirò a farlo quando apriranno il nuovo centro commerciale e faranno sfociare sulla variante la strada ad alta percorribilità Brescia-Peschiera.
La mia corsa si chiude qui. Mi stiro un po’ pensando ad altro e mi allontano, è meglio.

sabato, luglio 17, 2004

COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Art.21
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria [cfr. art.111 c.1] nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo d'ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.

Nulla in contrario spero se un arilicense esprime il desiderio di vedere prati verdi e un lago azzurro affacciandosi alla propria finestra. Mi raccomando che non si offenda nessuno se un arilicense esprime il desiderio di non vedere prostitute che elargiscono le proprie prestazione sui bordi delle strade (vedi passeggiata lungo il Mincio nelle ore pomeridiane!!!) o venditori abusivi sulle spiagge. Per maggior chiarezza, non è certo da considerarsi un'offesa personale la
richiesta di un arilicense affinchè vengano costruite case adatte alle giovani coppie arilicensi dove queste possano investire i propri risparmi progettando e programmando la propria vita in questo bellissimo territorio. SONO CONVINTO CHE NON SIA UN REATO AMARE
ARILICA, VOLERLA CURARE E PROTEGGERLA, ABBELLIRLA, MIGLIORARLA E
RENDERLA IL POSTO IN CUI OGNUNO DI NOI VOGLIA CRESCERE I PROPRI FIGLI.

Il ballo dei debuttanti

Stasera AP alla sua prima uscita pubblica.

Un pò di emozione anche presso i nostri cuori di pietra.

Sarà l'inizio di un lunga e gloriosa storia pulita.

venerdì, luglio 16, 2004

Houdini, chi era costui?

Coloro che si recheranno stasera in consiglio comunale avranno la fortuna di imbattersi in un evento unico, memorabile, un atto di magia.
Il consiglio medesimo ha infatti nell’ordine del giorno la costruzione di 250 appartamenti nella frazione a ovest del capoluogo.
L’evento unico e memorabile non è ovviamente l’ennesima colata di cemento in terra arilicense, a quella siamo ahimè abituati, solo l’arrivo di AP fermerà il vergognoso flusso.
No, l’evento unico e memorabile è rappresentato dal tentativo, eccezionale, ardito e temerario, di far vivere degli esseri umani in appartamenti di 28 e 38 metri quadri (28-38mq, avete letto bene….).
La delibera di costruzione sarà seguita, a partire da settembre, da corsi di contorsionismo, che serviranno a rendere estremamente lunghi e flessibili i legamenti dei fortunati che compreranno uno dei 250 loculi che verranno costruiti in terra di san benedetto.
AP non ha paura, e denuncia a voce alta: tali corsi non serviranno.
Solo un’impresa degna del grande Houdini potrà riuscire a far vivere degli esseri umani all’interno dei loculi: illusionismo!
Venghino sssiore e sssiori, venghino…


Sport estremi.

Ormai da che mondo e mondo vanno di moda gli sport estremi e secondo voi Arilica poteva essere da meno? Ovviamente no ed ecco allora un breve sunto di quelli che sono oggi gli sport più estremi in Arilica:
1-     Sunday bathing (vasca domenicale): Tra i più estremi tra le discipline Arilicensi. Quasi impossibile e di una pericolosità inaudita. Bambini con gelato colante, mantovani con catene rotanti al collo (in finto oro giallo ovviamente) e bresciani con mogli supercarrozzate sono in grado di rendere questo sport a dir poco snervante. Richiede dalle 3 alle 6 ore di resistenza fisica in ambiente ostile. Meglio se dopati. Per pochi.
2-     Mincio fishing: Se per caso la vostra sveglia si inceppa e vi svegliate con un 5 minuti di ritardo siete perduti. La domenica mattina le sponde del minc(h)io sono gremite in ogni ordine di posto dalle 05.00 alle 11.00 quindi meglio dormire in loco la sera prima anche a costo di essere ucciso da qualche zanzara geneticamente modificata. Sampei nostrani e dalle province limitrofe fanno a gara a ci el ciapa el pesse gatto più grosso! Per arditi.
3-     Lake surviving : Decisamente estremo. Sfido chiunque ad addentrarsi nelle acque dell’amato Benaco sia al  largo che a riva. Sotto costa si rischia di prendere chissà quale malattia sconosciuta ai più, mentre al largo la decapitazione è praticamente assicurata. Per pazzi.
4-     CD buying : Più che uno sport estremo è uno sport impossibile. In Arilica non esistono negozi di musica!! Per folli.
5-     7 Bridges diving: Sono anni che non vedo più temerari gettarsi dai 7 ponti col petto gonfio d’orgoglio e tanta pazzia nel cervello. Che tempi. Per amarcordisti.
6-     Sailing: Vedete barche a vela nelle acque antistanti le mura di Arilica? Io no! Sarà perché il moto ondoso non è uniforme (causa esorbitante navigazione a motore) e quindi,essendo Arilica un luogo poco ventoso, le imbarcazioni a vela faticano a navigare in pace? Mah!  A breve i surfisti Hawaiani saranno ospiti qui per un contest su onde anomale! Per appassionati.
7-     Snorkeling: Ah ah ah ah ah ah ah!Per perditempo.
8-     Ice creaming: Si allenano in molti ma per ora nessuno è ancora riuscito nell’impresa di vendere una pallina di gelato a meno di € 0,80 (le vecchie Lit. 1600!!!!) ma soprattutto DECENTE! Per scienziati.
9-     Brasilian hunting: Pare che in Arilica viva una delle più numerose combricole Brasiliane del veneto. Ma le Brasiliane dove sono? I maschi fanno per lo più i piastrellisti (davvero bravi tra le altre cose) e li possiamo trovare in tutti i cantieri edili (sono ca. 527 in Arilica) ma le femmine dove sono? E’ aperta la caccia. Per amanti.
10- Arilica loving: Sicuramente uno sport per puri. Ormai gli amanti di quest’arte sono rimasti davvero pochini e chi la pratica va considerato temerario e leggendario. Onore e gloria a chi continuerà a praticare questo sport e a chi lo ha praticato per anni. Per Arilicensi Puliti.
 
 
A noi!

giovedì, luglio 15, 2004

Il diritto del rovescio: gioco, partita, incontro

E’ ancora il giornale locale a darci spunti di riflessione puliti sulla nostra bella Arilica.
Leggete e stupitevi con noi cari concittadini: l’intelighenzia di Piazza Bettelloni ha fatto un colossale affare che avrà benefici effetti su Arilica addirittura per i prossimi 15 anni, se non più! E che “profumo di sport” nel neonato impianto sportivo! (i presenti all’inaugurazione affermano che fosse così intenso da coprire gli odori degli atleti impegnati sui campi, davvero prodigioso).

Attività sportive in grande ascesa come il tennis meritavano questo sforzo e questo profumo, noi di AP siamo certi che la lungimiranza di chi ha voluto l’avveniristico impianto sarà presto ripagata con la gloria: non escludiamo che venga eretta nel piazzale antistante l’impianto una statua (pagabile nei 15 anni successivi) dell’illuminato in completo da tennis (Sergio Tacchini, autarchico ed autonomista), a testimonianza imperitura della gratitudine popolare per quegli svalutatissimi e puzzolenti 2000 euretti che le amministrazioni presenti e future dovranno mensilmente sborsare per i prossimi 3 lustri (sperando che gli interessi che matureranno non siano eccessivi, ma noi di AP non nutriamo dubbi sulla convenienza del contratto stipulato).

Un solo dubbio ci assale: ad Arilica non bastava forse il preesistente impianto tennistico di Via Marzan, adeguatamente coperto?
No, no, ma cosa andiamo a pensare...grazie mago della voleè, “bambini così come persone di ogni età” sono pronte a coprirti le spalle da fondocampo durante queste ardite discese a rete.

mercoledì, luglio 14, 2004

Reati prossimi venturi

Una volta a contatto con commercianti, albergatori e operatori turistici in genere, le nostre orecchie pulite sentono da circa 15 anni la stessa solfa: “quest’anno 10-15% di gente in meno”.
Anche quest’anno la litania è presente su piazza, più assordante che mai.
Armiamoci di calcolatrice pulita e facciamo due conti, cari arilicensi.
Allora, se la matematica e i flussi turistici non sono opinioni, con questi ritmi recessivi a quest’ora in giro per Arilica non ci dovrebbe più quasi essere nessuno, o no?
E invece io continuo a vedere code il sabato e la domenica, targhegialle in quantità, inquinamento lacuale crescente a causa di barche e barchette, parcheggi pieni.
Non sarà che le vacche grasse non vengono mai contabilizzate e quelle magre ingigantite a dismisura?
AP, stufa di sentire piagnistei, è pronta ad introdurre il reato di falso in bilancio bovino, onde evitare il protrarsi del fastidioso fenomeno: il piangere miseria sarà scrupolosamente monitorato ed eventualmente sanzionato, in AP non c’è spazio per lamentele false e recriminazioni da bottegai.

Perchè mi guardi e non favelli?

Arilicensi puliti molto silenti quest'oggi. Insolito vedere AP così laconica: sarà colpa della temperatura in aumento o dell'eccesso di birra ingurgitata nottetempo.
Ma non disperate genti, fra qualche ora il verbo pulito tornerà a farsi sentire con tutta la sua indomita voglia di rigore.
AP

martedì, luglio 13, 2004


e secondo il conducente di questa piccola utilitaria verde fabbricata dai merdosi vicini transalpini, oltre ad intralciare la carreggiata in corrispondenza di un incrocio al quanto pericoloso, con chi sta discorrendo? Again and again: non servono le parole, bisogna agire, AP!!!


è normale che alle ore 23:30 di un normale sabato sera di inizio estate inizi già la coda sulla variante in direzione brescia all'altezza del banale stop che porta al frassino, nei pressi del già citato bar al posto? Ancora una volta: non servono le parole, bisogna agire, AP!!!

Il mercato nero


(Foto scattata sulla passeggiata che collega i Capuccini con i Bergamini) Questo � quello che vedo quando vado a correre in riva al lago nella mia Arilica, che pulita ancora non �! Questo � quello che vedono i miei nonni quando passeggiano su quella che sarebbe una delle pi� belle passeggiate benacensi se fosse un po' pi� pulita. Questo � quello che distoglie l'attenzione dalle bellezze di Punta San VIgilio che si slancia nel bacino del Garda accompagnata sullo sfondo dalla maestosit� della Rocca di Manerba. Perch� � consentito a questi individui di sostare sulle passeggiate di Arilica? Perch� � consentito a questi indvidui di commerciare mercanzie (di dubbia legalit�) senza alcuna licenza? Perch� � consentito a questi individui di soggiornare nel nostro paese senza regolare permesso? Non sarebbe pi� logico organizzare bancarelle pi� o meno fisse da concendere in locazione a commercianti in regola e utilizzare gli entroiti dei relativi canoni di locazione per la manutenzione e pulizia delle nostre spiagge? A tal riguardo volevo pubblicare una foto del bagno pubblico sito a Bergamini Beach per documentare il deprimente stato in cui si trova, ma il mio stomaco non ha retto. Non ho molte altre parole da spendere a riguardo. Certe cose non devo esserci. Certe cose AP non le permetter�.

LOCUS ARILICAE - 1° Puntata

Più informato di Lonely Planet, più spumeggiante delle guide del Touring, più aggiornato delle De Agostini Travel, inizia oggi “LOCUS ARILICAE”, pratico manualetto divulgativo a scadenza variabile sulle principali attrattive geostoriche di Arilica. Non sarà un nioiso compendio delle bellezze della nostra Arilica, bensì una giuda dei luoghi cittadini così come sono vissuti da noi Arilicensi Puliti.

1° Puntata: PORTA BRESCIA
Nell’antichità luogo d’ingresso alla fortezza per chi giungeva da est, da qualche anno è tornata in auge grazie alle esibizioni artistiche, alle rievocazioni storiche e ai due bar che la cingono in un metaforico amplesso alcolico, frontale e da tergo.
Il settecentesco ponte che permette di raggiungerla era gergalmente noto come “ponte delle pompe”, visto che approfittando dell’ampiezza degli spazi e della di loro nascosta locazione, pare che sotto di esso trovassero scandalosa dimora gli incontri amorosi fra i militari di leva e alcune giovani senza vergogna, disposte a mettere a disposizione delle forze armate la propria bocca in tale scenografico luogo. Da quando il carcere militare non c’è più, anche l’andirivieni di coppie improvvisate si è interrotto. Buon per Arilica, che si è rimpossessata appieno di uno spazio che è da sempre vanto cittadino.
Una piaga che modernamente affligge Porta Brescia è costituita invece dai graffitari, che imbrattano le pareti interne della Porta: AP introdurrà pene corporali (applicate su pubblica piazza mediante frustini di bambù e/o scudisci) per i viziosi ragazzotti che nottetempo si insinuano sotto le volte per scagazzare sulle pareti della Porta i loro biechi slogans a suon di vernice spray. Seguirà pena pecuniaria di importo pari alle spese di ritinteggiatura. Che T.V.B. e altre puerili sigle se le scrivano sulle cartelle o se le tatuino sulle caviglie, altro che verniciarlo indelebilmente sul patrimonio storico di Arilica...
Porta Brescia, sei bellissima!
Compito di ogni arilicense pulito è amarti e difenderti a spada tratta.

O Capitano, mio Capitano.

Il centro storico no!
Da circa 6 mesi stiamo assistendo ad una delle più grandi mostruosità edilizie fatte in territorio Arilicense. In Via Dante sono iniziati i lavori per uno pseudo hotel di lusso che stanno creando disagi di tutti i generi agli arilicensi ma anche a tutte quelle persone che vengono a visitare il nostro bel centro storico. Già dal casello autostradale è visibile una gru di dimensioni mai viste, neanche a Kuala Lumpur ne usano di cosi grandi, che sovrasta tutto il paese. Ogni giorno questa gru passa sopra i tetti Arilicensi carica di detriti e materiale edile di ogni grandezza e peso. Ma di solito i cantieri edili ed in particolare i pesi sospesi, non dovrebbero passare lontani dalle abitazioni? Qua addirittura volteggiano sopra un centro storico che nei giorni più affollati vede centinaia di persona passarci attraverso!! Se per caso cadesse qualcosa?? Oltre all’orribile gru,questa “fantastica” impresa edile ha costruito un ponteggio a dir poco VOMITEVOLE! Occupa più di mezza strada ed inoltre obbliga i passanti a transitarci al di sotto con tutti i rischi del caso!
Io ho due semplici domande: “CHI HA AUTORIZZATO UNA COSA DEL GENERE?” “QUANTI SOLDI SONO STATI SBORSATI PER AVERE I PERMESSI?” Altre domandine: Gli Arilicensi tutti sono stati informati che sopra le loro teste ogni giorno sarebbero passate tonnellate di materiale che potrebbero sfracellarsi su di loro da un momento all’altro? La risposta? NO!! Avevano il permesso per montare quella ignobile gru? Pare di no, pare sia stata montata quest’inverno in un mercoledì pomeriggio e poi siano saltati fuori i permessi qualche giorno dopo come per magia dal cilindro di Sylvan!
Perché tutti i cantieri presenti in paese sono chiusi dal 15 Giugno al 15 Settembre e questo invece continua a lavorare?? Ovviamente non avremo mai risposte chiare perchè di chiaro c'è ben poco se non la riluttante vista di questo cantiere.
Cosa augurare a questa nuovo hotel che sta crescendo sopra un conosciuto negozio d’abbigliamento di Via Dante,i cui proprietari sono gli stessi dell’albergo? Ovviamente la CHIUSURA!!
Queste manie di grandezza non piacciano all’Arilicense puro e pulito, queste manie di grandezza piacciono solo a chi è piccolo dentro.
Persone piccole che pensano solo che i soldi gli diano il permesso di fare quello che vogliono. Queste persone non amano Arilica e stanno usurpando il centro storico in maniera inaccettabile.
Nessun rispetto per questi imprenditori a “tutti i costi”, nessun rispetto per chi ha autorizzato tutto ciò.
AP è diversa da voi!

A noi!

lunedì, luglio 12, 2004

Arilica, stiamo arrivando!

Per mantenere fede al vecchio assioma secondo cui nel paese piccolo la gente mormora (dicendo cazzate), stanno uscendo strane illazioni sull’identità dei padri fondatori di Arilica Pulita. AP fa già parlare di sé, ed è inevitabile che il vox populi cominci a imbastire artificiose ipotesi sulle menti dell’operazione.
Abbiate un po’ di pazienza, cari arilicensi che bramate per sapere chi si cela dietro il progetto più arilicense e più pulito che ci sia: fra pochi giorni noi di AP sfoggeremo delle graziose tenute balneari che saranno rivelatrici della nostra identità.
Non avendo voluto creare una loggia massonica ma solo un movimento popolare di riscossa, i padri fondatori di AP usciranno prestissimo allo scoperto.
Ma non crediate che faremo mercimonio del nostro glorioso marchio: il materiale ufficiale di AP non sarà certamente in vendita, non siamo una squadra di calcio ne un gruppo rock ne l’arcigay.
Siamo la nuova coscienza di Arilica, la nostra missione è riportare il paese ai vecchi fasti, a quella gloria imperitura consegnatagli dalla storia. Siamo disposti ad ascoltare e a rimboccarci le maniche, ma non saremo mai in vendita. Mai!

Alle antiche mura?!?

Inorridite insieme a me nobili arilicensi puliti...
Oltre al danno la beffa:ogni arilicense pulito avrà notato lo scempio che è stato fatto a fianco del "Piccolo Mondo",dove a ridosso delle maestose mura della fortezza è stato imbastito uno pseudo bar per-targhe-gialle di color rosso acceso con delle tende provvisorie color marda tipo diarrea che annichilisce la bellezza del bastione;pochi però hanno notato il nome di questa schifezza:"Bar alle antiche mura"!Ebbene si, oltre a deturpare il nostro patrimonio il gestore ha voluto infierire.Il giusto nome sarebbe stato "Bar che nasconde le antiche mura".Meditate arilicensi.Nessuno potrà,in un'Arilica pulita, fare profitto sfruttando così biecamente la nostra storia!!
P.s. Seguiranno a breve foto affinchè tutti possano vedere...

TASSONOMIA DELLA BANCARELLA ESTIVA

Stamattina ad Arilica era di scena il mercato. Se ve lo foste perso, ecco un breve resoconto dei banchi in mezzo ai quali si è svolto il mesto avanti e indietro delle centinaia di coppiette abbronzate, mano nella mano, lui sbadigliante, lei che si misura la ventisettesima fascetta per i capelli, della famigliola targagialla che prova e palpa di tutto e alla fine si porta a casa solo una gondola scuotibile con effetto neve, degli zingarelli che mettono le mani in 30 borsette, e soprattutto di lui, l’arilicense doc, che si aggirava un po’ smarrito in quel bazar e faticava a riconoscere il “suo” mercato, quello in piazza d’armi, quello vero, quello de na olta...

La Casa del Torrone - La bancarella più grande di tutte. Ha l'insegna con carretti e pupi siciliani, sul banco un'infinità di ceste contenenti mandorle di cento tipi diversi, pistacchi, fili di liquirizia arrotolati, collane di gomma e soprattutto la specialità della casa: le verdure e i frutti di marzapane, compresi i fichi d'india, i pomodori e i carciofi. Con una grande memoria fotografica si noterebbe che alcune mandorle sono nella stessa identica posizione in cui le avevi viste l’anno prima alla fiera di cavalcaselle: quella grossa e rotonda a destra, appiccicata alla famiglia di 4 piccole e scolorite di sopra, a fianco di quella enorme quasi rettangolare. Banco patrocinato dall’associazione medici dentisti italiani, al pari di quest’altro:

Il Caramellaro – degno erede di “Agelo” e “Libero”, storici e contrapposti pusher arilicensi di ciucciotti alla cocaccola e di ciunghe che esplodevano in bocca. Il merchandising è lo stesso di 25 anni fa, manca solo il castagnaccio perché nel frattempo è intervenuta la comunità europea e lo ha fatto sparire d’imperio da tutti i mercati dell’unione…i soliti burocrati. Intere ciocche di capelli fanno capolino in ogni singola vaschetta delle caramelle: i bambini, che sono andati al mercato solo per lui, si fanno fare un sacchettone extralarge di schifezze colorate e se lo mangiano tutto prima di arrivare a casa, ignari delle malattie in arrivo.

El pescador – unico genuino rappresentante dell’arilicensità: il suo banco è solo per intenditori, un trionfo di cassette di ghiaccio piene di pesce dall’occhio vispo, fresco di giornata, in alcuni casi ancora guizzante, benacense più che mai. Il pescador dispensa generosi consigli sulla cottura del pescato e soprattutto non bara mai: se il pesce è d’allevamento lui lo dichiara con maschia franchezza. La massaia apprezza la sua schiettezza e si muove a proprio agio fra branzini sardele e trote salmonate. Ma quando la signora Maria raggiunge la macchina e si rimette in strada, ecco la coda: arriva a casa 35 minuti dopo, apre il sacchetto del pescador e trova il branzino con l’aria stanca, mentre la trota sembra che abbia fatto 10 round con Tyson. Le cozze, unica concessione all’esotismo, sono sgusciate sul fondo del sacchetto di plastica, lasciando la massaia nella costernazione. La freschezza l’è ‘ndada a farse ciavar, i 30 euro di pesce anche. La prossima volta forse porterà il sacchetto che trattiene il freddo, il famoso “gelato” con le maniglie di plasticone.
Nonostante tutto, è il banco preferito di AP, l’unico che appoggiamo con benacense fierezza.

Il cinese - .....plego, vuole massaggio?..... tatulaggio?.…dai, fale tatuaggio Hennè dula uno mese solo 10 eulo….hallo?!…iu uont ciaina tatù?…aiv got ol tatus fol iu….hallo!?!...

Quella delle candele - Uno stand pieno di candele, illuminato solo da candele profumate: incenso, rose e citronella (queste ultime vendono molto). La venditrice ha un'aria molto mistica, come se vivesse in una casa fatta di cera e aspirasse incenso dalla mattina alla notte, il di lei fidanzato ha la barba e i capelli lunghissimi, pesa 38 chili e l’ultima doccia risale ai primi di maggio. Un santone. Di questi tempi la candela piace, va fortissimo, oh sì. Ma mai come...

L'Etnico - E cavalchiamola, sta cazzo di moda del momento! L'etnico ha una coloratissima rivendita di parei, bandane, tessuti indiani, incensi afrodisiaci, portamonete messicani, didgeridoo australiani, i quadri di sabbia ma soprattutto chilum piccoli, medi e grossi, alcuni con incise la bandiera della Giamaica o direttamente la faccia di Bob Marley.

Il musichiere – oltre a cd nuovi ma scontatissimi (perché masterizzati), il musichiere esibisce vecchi LP di Baglioni, Julio Iglesias e Nomadi e devastanti musicassette anni ’70-’80 reimballate nel cellophane. Nella parte alta del banco anche una fornitissima selezione di adesivi. Fra essi, da segnalare: la foglia di maria, il vagabondo che schitarra al tramonto, jim morrison disponibile in 4 posizioni diverse, Vasco (più variante “Blasco”), il dito medio su mano borchiata e l’immortale “papà non correre”. Banco preso d’assalto dai mantovani e bassoveronesi di fugace passaggio sul Benaco.

Banchetto delle canottiere - Bancarella a conduzione familiare, non c'entra molto con le altre ma proprio per questo non ha concorrenti. Infatti alla mattina sta nel mercato comunale, ma la sera arrotonda (con offerta merceologica diversificata) spostandosi alla Festa di Liberazione e alla festa dei popoli. Pinocchietti, fantasmini, slip, canotte, tutto in saldo, ma senza il camerino per provarli, e la merce non si cambia (e te credo).

Fritellaro - Cuoce delle fritelle coperte di zucchero in un padellone traboccante di olio per i freni delle automobili. Variante da mercato dei bomboloni di piazza Erbe. Presente in Arilica solo in rare ma memorabili occasioni.

Magliettaro – qui si spazia moltissimo: si va dalle squadre di calcio (coi numeri e i nomi dei giocatori appiccicati col vinavil), a quelle dei miti morti-ma-intramontabili tipo Bob Marley, Kurt Cobain, Senna, Gilles, Freddy Mercury. Da non dimenticare l’angolo del folklore: magliette con stampato il Colosseo, la cartina del lago, “italians do it better”, procace mora nuda che saluta, “mafia”. Accanto, la sezione “nuove proposte”: Eminem, Marylin Manson, Britney. Specialità della casa sono le magliette simpaticissssime: Green Fig/salviamo la gnocca, Dalla non è un cantante..., Adidashis...

Il Tovagliaro – il banco del tovagliaro è rigidamente diviso in due: da una parte pizzi e merletti dall’aria casalinga, dall’altra tovaglie di cotone grezzo con motivi a fioroni o agrumi prestampati su entrambi i lati. La seconda parte del banco è presa d’assalto dalle targhe gialle per il costo esiguo della toaie e per il chiaro sapore di mediterraneo delle stesse. La prima parte non viene cagata da nessuno almeno dal 1978, ma l’anziana proprietaria è testarda, e alle sue antiche toiae di pizzo è affezionata. Propone anche patetici grembiuli con diverse effigi: tettona, palestrato, duce, dito medio, che guevara.

Il saltimbanco “utile” – vende merci all’apparenza geniali, rivoluzionarie e molto utili: padelle molto concave per cuocere sano senza mai attaccare, mezzelune futuriste per pelare le patate senza far fatica, strani aggeggi che tolgono il torsolo delle mele, ingegnosi macinini che centrifugano di tutto mantenendo separate la materie prime. La mercanzia riscuote un indubbio successo popolare, ma è il saltimbanco che fa la differenza: il suo gesticolare, il suo “doneeee” gridato all’infinito, la sua mimica facciale degna di Marcel Marceu sono uno spettacolo. Peccato che solo lui sappia come usare gli articoli in vendita: una volta comprati e portati a casa, non funziona mai un cazzo: rassegnati a pelare le patate tutta la vita col coltellino e a bruciare i sofficini sulla padellona comprata al colmark.

Lo scarparo – in un banco di 4 metrix3 espone circa 850 paia di scarpe, disposte alla rinfusa e mischiate fra loro. Tutti i modelli o quasi sono grossolane imitazioni delle scarpe del momento: le mitiche “Mike” degli anni ’80 sono state sostituite dalle finte Prada e dalle penose Dots e Togan per signora. Lo scarparo ha sempre pronta una risposta per quelli che insinuano dubbi sulla qualità: le scarpasse da uomo sono fatte con “cuoio toscano” mentre le borse non griffate sarebbero di “pelle spagnola”. Le pessime imitazioni delle Luis Vuitton sono, ovviamente, “originali”.

Creatore di spade gonfiabili per bimbi - Non ha una vero banchetto ma non manca mai. E' quel signore che gonfia palloncini, li annoda e li trasforma in spade. In genere l'addetto al gonfiamento è vestito da pagliaccio (non nel senso di scemo ma proprio di clown). La strategia di marketing lo costringe a fare lo spiritoso con tutti i minori di 8 anni passanti, ma dietro il naso rosso si capisce benissimo che non vede l'ora di struccarsi e tornare a casa, dove però lo aspetta la moglie, che lo picchia a sangue se non ha racimolato almeno 150 euro.

Gioelliere (se fa par dir) - Da non confondere con l'etnico. Il bancarellaro gioielliere è specializzato nell'argento e nei braccialetti di perline o cocco, ma non disdegna fornire servizi di piercing e tatuaggi. Il titolare ha la faccia un po' sconvolta di quello che le ha viste tutte nella vita, dall'India al Sudamerica, passando per la Nigeria. In realtà non ha mai messo piede fuori dall'Italia, abita ad Agrate Brianza e nei giorni feriali fa l'elettricista.

venerdì, luglio 09, 2004

GEP salvaci tu!


Purtroppo dobbiamo arrenderci al fatto che Arilica, in quanto sistuata in corrispondenza dell'emissario del lago, il fiume Mincio, funge da collettore delle acque benacensi e di tutto ciò che in esse vi galleggia. Consapevoli di tale fenomeno si potrebbe tranquillamente, sapientemente, caparbiamente e diligentemente predisporre un servizio atto appunto alla pulizia delle acque arilicensi. O dobbiamo aspettare che la situazione diventi del tipo "napulì" e che quindi intervenga volontariamente e gratuitamente il GEP

Benaco Pulito


Facciamo qualcosa per tenere pulite le nostre acque!!! Non basta sradicare una siepe e tagliare due rami. Non basta pitturare di rosso le strisce pedonali!!! Avete bisogno di idee? Incominciamo: spazzini che oltre a pulire le strade puliscono anche le spiagge, il lago e i canali (sarebbe il caso che iniziassero a pulire le strade seriamente però). Limitiamo l'uso di questi yacht transatlantici e bolidi da offshore, non dico di vietarli (solo i trentini possono farlo vero?!), ma almeno regolarizziamone l'uso.

Don't feed the swans


Ormai tutti noi arilicensi sappiamo che è sbagliato dare da mangiare ai cigni in quanto ciò può essere fonte di malattie per gli stessi pennuti e da queste possono inoltre derivare infezioni per i bagnanti e i per i frequentatori delle nostre spiagge (deturpate, oltre che dai soliti venditori abusivi, da quantitativi esagerati di escrementi di cigno). In passato sono stati posti un paio di cartelli lungo la nostra costa che indicano il divieto in discussione. NOI DI ARILICA PULITA VOGLIAMO CHE TALE DIVIETO SIA RISPETTATO DA TUTTI, ARILICENSI E SOPRATTUTTO NON ARILICENSI. Se non se ne occuperà l'amministrazione attutale, sarà AP a farlo.

giovedì, luglio 08, 2004

Parla come mangi

Stralci dell'intervista al sindaco di Arilica sull'Arena di oggi:"Per quanto di nostra competenza, porteremo in consiglio il punto relativo all'apertura di una nuova zona commerciale sulla tangenziale; a fronte di questo gli imprenditori coinvolti si sono resi disponibili a contribuire alla realizzazione della rotonda in questione".
E' veramente impossibile parlare chiaramente e senza eufemismi o c'è una regola non scritta che impone di dire "apertura" di un nuova zona commerciale quando tutti sanno che per "aprire" una "nuova" zona commerciale bisogna prima "costruirla"?
Sarà la parola "cemento" che fa un pò paura?

Magnifica visione.

Arrivo adesso da Arilica dopo un pranzo nella madre patria.
All'orizzonte ho intravisto un fortunale in arrivo. Il lago era di un azzurro incredibile, me parea d'esar ai caraibi!!
Che orgoglio nel vedere tutto questo splendore, tutta questa forza della natura che nonostante orrori architettonici attorno si fa largo per dimostrarci la propria grandezza!
Benaco te si belo da morir!

A noi!

IL VILLAGGIO DEI BINARI

Un fazzoletto di terra triangolare adagiato malamente oltre i binari a delimitare l’area residenziale ormai nota come “Dalle parti del Due Ruote” e la SS11.
Cosa proporre in un angolo simile? Cosa inventarsi?
In passato alcuni tentarono una improbabile pista sterrata per Automobiline 4WD con tanto di improvvisata impalcatura per la torre di controllo.
Un’area da lasciare verde, perché verde è nata e così è rimasta per 50anni (nonostante l’edilizia di contorno) e così doveva logicamente restare.

Oggi, le geniali e straordinarie menti dei luminari nascosti dietro al nostro PRG hanno creato…

“IL VILLAGGIO DEI BINARI”
Vendonsi loculi varie minimetrature in “rigogliosa area residenziale”. Diverse le tipologie:

Monolocali - piano terra con garage (20 mq.): Straordinarie microstrutture prive di finestre già abitate da innocui Poltergeist di vecchie macchinine da rally rumorose ma assolutamente innocue.
Garage proporzionato all’appartamento, consente di parcheggiare agevolmente fino a 1 smart o in alternativa 8 Poltergeist dei modellini di cui sopra. Microgiardino con supplemento già decorato a Gerani.

Monolocali - primo piano (25Mq): La soluzione ideale per Voi giovani sgualdrine disposte ad “assecondare” le leggere vibrazioni provocate dal passaggio sui binari adiacenti del diretto chiamato “Freccia delle dolomiti”.
Grandi vetrate sul lato ferrovia, il modello sulla/vista statale 11 è invece già munito di balcone, scaletta ed accesso diretto alla variante. Agevolazioni previste solo per signorine che intendono commutare il proprio appartamento da uso “residenziale” ad uso “Ufficio”.

Ampie metrature - secondo piano (30/35mq): Fantastici attici destinati a chi cerca un ambiente spazioso e confortevole, consentono rivoluzionarie soluzioni di sicuro risparmio energetico.
Le abitazioni fronte strada sono infatti disposte di un piccolo impianto eolico, lo spostamento d’aria generato dai bilici in transito sulla futura camionabile Peschiera-Brescia renderà infatti questi straordinari appartamenti assolutamente indipendenti. Sul lato binari un più comodo e diretto allacciamento ai cavi dell’alta tensione ferroviaria fornirà al Vostro appartamento un cereghinico effetto “luci accese anche di giorno”.
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Lasciano per anni terreni incolti in balia di erbacce e sterpaglie e poi edificano, giustificati, su appezzamenti adatti per vigne da buon lugana.
Creano una “discarica residenziale” dove non c’era nulla, il loro cemento in luoghi simili vale quanto vecchie lavatrici rotte e copertoni bucati!

Voglio credere di vivere nel paese dei girasoli e del lago, il paese delle vigne e del buon vino. Voglio credere di vivere nel paese principe del quadrilatero, quello dei bastioni e delle mura, ma soprattutto voglio che tutto questo si possa vedere, ancora.
La variante correva tra girasoli(Zona industriale), stagni e macchia mediterranea(SMA), prati incolti(Residence fronte Gommista) e vigneti. Certo non era bellissima ma almeno era verde.
Oggi resta solo uno spicchio di vigna dopo il ponte della ferrovia venendo da San benedetto, un angolo a grappoli buono solo per ricordare ai turisti di comprare una bottiglia al supermercato in fondo a destra.

Non è così che sogno la mia Arilica e la sua periferia.

Fuori dalle mura ma con un orgoglio.. COSI’!

BAGASCIODROMO!

Tema trito e ri-trito quello delle squillo sulla statale 11 lo so ma adesso basta!
L’altra sera dopo una birretta in riva al Nostro maestoso Benaco giù al Vecchio Mulino sono dovuto transitare per forza di cose sulla statale 11.
Dal semaforo di S.Benedetto di Lugana (Feudo Arilicense) fino al bivio per il camping Bell’Italia ho,anzi abbiamo (vero Marchino?), contato almeno 10/12 sgualdrine che mettevano in vendita il loro sporco corpo. Per non parlare poi del tratto che va dal semaforo al Vipers, lì sembra di essere a Dakar!
Pare che Telenuovo abbia addirittura stilato una specie di classifica o meglio una
locatio-bagasciorum che attribuisce a questa zona la più alta concentrazione di meretrici di bell’”aspetto” di tutta la SS. 11! E questo a chi interessa? (Forse ai mantovani e ai bresciani??) E soprattutto chi è la mente che ha fatto fare sto censimento?
Adesso questa lingua di terra Arilicense è più sporca che mai,oltre alla vista ignobile di queste schiave del sesso sul nostro territorio troviamo anche fazzolettini, condoms e mozziconi che imbrattano le nostre strade e la cosa più grave è che nessuno ha mai mosso un muscolo per rimediare a questo schifo e le macchine che si fermano ogni sera aumentano sempre di più.
Se la nuova giunta (??) o le forze dell’ordine (??) non interverranno quanto prima allora sarà Arilica Pulita a farsi sentire!
Basta sgualdrine su Arilica, basta puttanieri sulle nostre strade, basta gente che non fa niente!

A noi!

mercoledì, luglio 07, 2004

Che tempo fa

“Stasera fa temporal, ma nol vien mia bruto”.
Così parlò un arzillo 80enne, arilicense doc, 10 minuti fa.
La precisa sentenza è arrivata dopo che aveva scrutato brevemente l’orizzonte sul suo Benaco.
E pensare che Giuliacci ha bigogno di satelliti e satelliti.
Son cose.

martedì, luglio 06, 2004

Nuova Rotonda

Trionfo di rotonde nell'arilicense territorio:l'ultima nata è quella incontrata stamane all'incrocio della madonnina di Via Milano!Si dice che la britannica moda delle "round about" sia un bene per il traffico...vedremo.

Bronx Lacustre

La romantica immagine del porto che diviene alcova per le giovani coppie arilicensi mi porta alla mente la triste fine di un'altro luogo che già mio papà utilizzava come base per le sue uscite amorose:il lungolago antistante i Cappuccini.Fino a quattro-cinque anni fa era il posto dove poter godere delle teutoniche (e non solo) grazie,dove gli allora adolescenti scoprivano i primi assaggi dell'amore,dove la sera si poteva ammirare dal pontile il Dio Benaco in tutta la sua tranquillità...
E adesso?Nottetempo a tutto questo si sostituiscono orde di magrebini ubriachi che inveiscono,aggrediscono e fanno scempio di giardinetti e spiaggia!La schifosa feccia del mediterraneo senza pudore lercia con i propri escrementi e orina sulle amate sponde,togliendo a noi autoctoni la libertà di godere del nostro lago...
Un'arilica pulita non tollera il non rispetto!Questo bronx lacustre non può continuare ad esistere!

Libero porto in libera Arilica

Poco tempo fa mi è capitata fra le mani una antichissima cartolina in cui era illustrata la piazza del porto, principale approdo d’acqua di Arilica. Ebbene, se si eccettuano quattro magnolie in fiore (che da sole valevano il prezzo del biglietto), tre panchine affacciantesi sul Benaco, una distinta dama di bianco vestita e un giovane balilla a spasso, il piazzale era assolutamente VUOTO. E’ persino inutile sottolineare l’eleganza e la pace trasmesse dal luogo, il quale (è naturale pensarlo) avrebbe poi fatto da bucolica cornice all’accoppiamento biblico tra le due balde e arilicensi figure immortalate nella cartolina.
La grave denatalità che affligge Arilica nasce anche da questo: quale lussuria può mai scaturire dalla vista di due Golf, tre Punto e quattro station wagon?
Una Arilica Pulita è una Arilica ubertosa e fertile, compito dall’amministratore è quello di mettere i cittadini nelle migliori condizioni di riproduzione.
E’ triste constatare che coloro da poco insediatasi in piazzale Betteloni non abbiano preso in considerazione l’ipotesi di chiudere il parcheggio del porto e sgomberare lo storico imbarcadero dalla ferraglia gommata. Chiedere del verde pubblico al posto delle lamiere non è un retorico tuffo nel passato né una demagogica richiesta no-global, è un sacrosanto diritto di ogni arilicense, che deve godere appieno dello spettacolo delle mura (tanto abbiam capito che se girano Oceans 13 tornano a Como e ad Arilica di Andy Garcia in Ferrari che insegue Clooney al porto neanche l’ombra quindi tanto vale piantarci aiuole e alberi, alberi e ancora alberi).
Ma volete mettere scendere da Viale Risorgimento e ogni volta meravigliarsi come bambini per la maestosità senza tempo del bastione Querini, la cui vista è ora oscurata dallo squallore dei macinini a 4 ruote parcheggiati sulla banchina?
No, no, no, in una Arilica Pulita anche la piazza del porto sarà PULITA.
Quei 40 posti macchina spariranno per sempre, è solo questione di tempo.

lunedì, luglio 05, 2004

Assunzione di responsabiltà

Gira voce che le dimissioni di Tremonti siano legate al fatto che in tutto il territorio arilicense non sia più possibile trovare una birra piccola o una cocacola a meno di 3 euro e 40.

Nobili arti...Arilicensi!

C’era una volta il ciclo-tuffo.
Chi si ricorda della mitica arte del tuffarsi nelle acque del Mincio a bordo di una bicicletta?
In principio fu la discesa dell’ex tennis a vedere gli eroi Arilicensi lanciarsi a tutta velocità verso i bastioni della palazzina storica. Si narrano leggende epiche di voli d’angelo che arrivarono a sfiorare le mura. Erano gli anni 70.
Poi si passò al centro storico della bella Arilica e per l’esattezza in piazzetta Benacense. Sulle scalette vista Mincio veniva costruita dal Boss (grande veterano del ciclo-tuffo) una pedana di s-lancio per far si che gli indomiti Arilicensi potessero volare il più in alto e il più in lungo possibile. La rincorsa veniva presa in primis da Via Dante e poi venne costruita una mastodontica rampa di lancio proprio all’inizio della piazzetta. Ricordo ancora nitidamente le evoluzioni di questi grandi eroi. Voli d’angelo, capriole avanti ed indietro (+ o -), superman, tuffi in tandem e altre mirabolanti figure acrobatiche. Quando ero piccolo passavo tutto il pomeriggio a vederli provare e la sera dell’evento poi mi appollaiavo su una delle due bombe poste ai margini delle scalette per vederli meglio. Finalmente poi raggiunsi l’età eiettabile e così iniziai anch’io a cimentarmi nella Sacra arte insieme all’amico Marco. Che ricordi!! La storia del ciclo-tuffo si ferma ca. 10 anni fa in concomitanza con l’ultima edizione della cuccagna, altra nobile arte Arilicense. Onore all’amico Marco che vinse quell’ultima mitica edizione e mi vide terzo dietro un altro grande campione (vincitore della precedente edizione).
Quella si che era un Arilica bella,maestosa,legata alle tradizioni e pulita!
Arilica Pulita si impegnerà affinché questo mirabile sport venga ripristinato, cosi come la mitica cuccagna.

Meno raduni BMW e motoscafi Riva, meno Freccie Tricolori o spettacoli pirotecnici diurni (se vedea niente!!) e più CICLO-TUFFO E CUCCAGNA, NOBILI ARTI...ARILICENSI!

A noi!

Un omino con le ruote contro tutto il mondo, un omino con le ruote contro Via Mantovaaaa

La nuova suggestiva colorazione delle strisce pedonali arilicensi, bianche su sfondo rosso, porta echi di tour de France sulle strade comunali.
Eccolo laggiù il ciclista della domenica, che sfreccia in Arilica fra rotonde, oleandri e strisce bicolori. E nelle orecchie sente una sgargiante Edith Piaf che canta intimandogli di staccare il peloton, irridendo i pursuivants grazie ad un allungo poderoso fra porta Verona e ponte San Giovanni. Egli supera la fatica cercando conforto nel panorama arilicense e nei visi amici seduti sull’ammiraglia (è anche un visionario, il nostro gregario in calzamaglia…). Ma la realtà è purtroppo più cruda di quella immaginata: una volta realizzato che l’ammiraglia altro non è che una fiesta piena di adesivi guidata da un reggiano in coda, l'umile gregario sognatore è costretto ad aggrapparsi al doping. Al passista disilluso non resta che attaccare un fresco lugana sorseggiato all’ombra, ancor più corroborante se associato alla rosetta col salame addentata durante una crisi di fame insorta dopo l’erta di Via Mantova, la cima coppi, il Mortirolo, l’apice della fatica arilicense su pedali.
Rallenta, caro ciclista della domenica...vedere quelle strisce bianche e rosse non ti ha fatto bene, e ricordati che l’unità coronarica più vicina è a Borgo Roma...

venerdì, luglio 02, 2004

Esilio, esilio, terribile esilio!

Alcuni arilicensi hanno (ahimè) la sventura di lavorare in città, lontano dall'amato Benaco.
Per questi sfortunati compaesani, una delle maggiori preoccupazioni della schiavitù da lavoro in ufficio è la scelta del modo in cui trascorrere l'ora di pranzo. Per capire il dramma, sappiate che per il sottoscritto (non avendo a disposizione la mensa aziendale), esistono queste eccitanti possibilità:

il Bar Triste; una piccola sala con luci al neon anteguerra e polvere sui pavimenti. Locale totalmente privo di areazione benchè tutti, compresa la proprietaria 78enne, fumino come turchi…...’na spusssa...
Sul banco, dietro una vetrinetta unta e piena di impronte, troneggiano le insalatone colorate: il prosciutto è verdolino, le uova sode azzurre e il ragazzo addetto alla preparazione delle stesse ogni tanto si mette le mani sotto le ascelle. I panini sono solo tre e si chiamano Tirolese, Campagnolo e Vegetariano.
Il cesso del Bar Triste si trova dietro remoto edificio ad alcuni isolati di distanza, per andarci bisogna chiedere le chiavi al barista che le cede malvolentieri e ti guarda come se fossi un tossico. L’unica lingua vigente e tollerata è il dialetto veronese, sebbene il 95% dei clienti sia costituito da magrebini in pausa pranzo fra gli scippi del mattino e lo spaccio del pomeriggio.

il Bar Medio: la specialità della casa sono i "primi" riscaldati al microonde, ma il simpatico proprietario offre anche un menù di panini dagli attraenti nomi esotici, nomi che però nulla hanno a che fare con gli ingredienti: Giamaica (salame, mozzarella e salsa aurora), Formentera (manzo, palmito e salsa aurora), Seychelles (piadina, gorgonzola e salsa aurora), Tahiti (maionese, rucola e salsa aurora), Varadero (due fette di pane spalmate di salsa aurora, e basta).
Anche il Bar Medio fallirebbe, se non fosse per l'angolo dedicato alla ricevitoria del Lotto che fattura più della General Motors.
Domanda: ma che stracazzo è la salsa aurora?

il Bar Bello: innanzitutto non chiamarlo bar ma Cafè, alla francese, altrimenti si offendono. Sorge in posizione più centrale rispetto agli altri due. Dinamici e abbronzati camerieri in livrea ti portano la carta, da cui puoi scegliere tra i toast d'autore, i tortini salati e i dolci fatti in casa. Pulizia estrema e quotidiani a disposizione degli avventori. La filodiffusione trasmette musica chill out, lounge, experimental o cool jazz.
Tutto elegantissimo, peccato che da mezzogiorno alle tre non ci siano mai posti a sedere e per due tramezzini più una birra e caffè in piedi si spendano dai 25 ai 28 euro (e non si accettano i ticket aziendali). In compenso è popolato di bipedi femminili come neanche ai casting delle veline. Ma guai a chiamarle fighe di legno: perché loro..cioè..son avanti e poi…cioè, capito…nel senso che….cioè…..

Il Bauli: di rango e frequentazioni persino superiori del bar bello. Nonostante sia un autogrill (manca solo il percorso obbligato fra i salami tipici e gli Auricchio appesi con lo spago, per il resto è uguale), è, chissà perché, il bar strafigo della zona industriale. I non portatori di giacca e cravatta tendono ad alienarsi. E il disagio prende il sopravvento. L’unico contatto con la casa dolciaria da cui prende il nome sono le terribili brioche confezionate con impacco lilla che stazionano sul banco. I panini costano il doppio del bar medio nonostante la mozzarella sia compensato verniciato di bianco.
Alcune fighe di legno lo frequentano, a giorni alterni col Bar Bello.
Astenersi perditempo, è gradito il BMW.

la Pizzeria Bella Napoli: gestita da pizzaioli egiziani che ti accolgono con grande entusiasmo e simpatia - "Ma ciaooooo!" -, fanno i giocolieri con la pasta sfoglia e pretendono di coinvolgerti nelle loro discussioni sul calcio (tifano tutti juve e questo basta e avanza per intimarli a levarsi in fretta dalle palle). Controindicazioni: ti servono la pizza (pessima) dopo tre quarti d'ora, quando la tua pausa pranzo sta scadendo e tu hai già mangiato sei pacchetti di grissini di serie C. A mai più rivederci.

McDonalds: non ha bisogno di presentazioni. Quello del centro popolato da studentelli infoiati, quelli in periferia da pausapranzisti alla ricerca di rifugio dai bar triste-medio-bello. In quello della zona industriale, seduto in fondo all’ultimo tavolino, c’è sempre lo stesso personaggio: pesa 155 chili, ha sempre un bic mac e una coca davanti e pare che abbia chiesto asilo politico al signor Mcdonald in persona. Con il tempo è diventato amicissimo di Roger, il pupazzo aziendale.

L'ultima alternativa: ti porti in ufficio gli avanzi della sera prima e li mangi davanti al pc, mentre giochi a solitario e spari 7-8 sms ad amici e parenti.
Seguono altre 4 ore di lavoro.

Per la cronaca: in mancanza di sacchetto con gli avanzi, oggi si va di bar Medio.


E' dura la vita lontano da Arilica…

Goodbye bushes

Le siepi del Parco Catullo non ci sono più.
Era ora: il central park arilicense è adesso visibile in tutta la sua magnifica estensione e ti invoglia a gettarti impavido sui suoi verdeggianti prati. Iniziativa lodevole e azeccata da parte della neogiunta. Ma l'asfalto che taglia in due il parco è un disastro: urge pavimentazione più degna per il polmone verde di Arilica.
Poi bisognerà esportare la democrazia sullo spartitraffico cubano, pochi metri più in là.
No, no, no, in una Arilica pulita niente mojitos castristi.