venerdì, settembre 30, 2005

Autoscontriamoci così, senza pudor

Ci ricorda il foresto: ma che fortunati che siete voi cittadini turistici e d'arte, avete anche il casello dell'autostrada, ma che culo!
E il peschierotto, un pò vanesio come d'abitudine, si gonfia il petto. Però già che c'è rammenta all'amico che una volta in autostrada, mentre si accinge ad uscire a Peschiera, gli prende come un certo nonsochè...come un certo vorticoso giramento di balle.
Da qui la domanda: ma gli urbanisti e i politicus (compreso il presidente dell'autostrada stessa, il quale vivendo a Peschiera dai tempi del Carlo Codega credo che debba per forza passarci), avranno notato l'anomala viabilità (eufemismi ghe n'è?) prospicente l'uscita della A4?
Che abbiano pensato, magari di recente, "che sia ora di fare qualcosa"?
Che il cittadino vorrebbe uscire dall'autostrada e giungere in pochi secondi a casetta, non uscire dal casello e imbattersi tutti i santi giorni negli autoscontri, e tra una bestemmia e l'altra provare a infilare il pertugio esistente fra il furgoncino di quello che crede di essere il più furbo (e invece è un mona grande così) e ti taglia la strada a sinistra e il simpatico autoarticolato che ti chiude da destra e a occhio e croce sta provando a schiacciare te e la tua insignificante automobilina.
Che per sua stessa indole il cittadino sarebbe stufo di lottare a colpi di frizone per arrivare ad uno stop. D'accordo che lo svincolo fu concepito male in partenza (evvai con gli eufemismi!), ma ora le migliaia di mezzi che ci passano e la grande educazione stradale italica hanno creato questa giostra, che nuoce sia al sistema nervoso dell'essere umano che alla carrozzeria luccicante della sua graziosa macchinetta.
In attesa del casello di Castelnuovo non vogliamo dire che si debba per forza spendere i soliti x milioni di euro per costruire altri svincoli (anche perchè ormai solbisognerebbe chiamare Spielberg, visto che lo spazio fisico per farli non c'è più e servirebbero gli effetti speciali), ma forse qualche soluzione per decongestionare questo imbuto andrà pur trovata, se non altro per il numero esorbitante di incidenti e di constatazioni amichevoli che genera: un'amena rotonduccia, un colpo di genio, il ritorno all'antico doppio senso di marcia sul lungomincio, un'alternativa intelligente agli autoscontri, una variante al piano regolatore delle uscite autostradali, qualcosa per ovviare a questo piccolo girone dantesco arilicense (e pensare che quel posto lì si chiamerebbe pur sempre "località paradiso di sotto", da rider par no pianser...).

martedì, settembre 27, 2005

Aveva una casetta piccolina alla Bassana

Le cronache dell'ultimo consiglio comunale di venerdi scorso narrano delle interrogazioni della minoranza e delle risposte della maggioranza sulle megalottizazioni Sermana 1 e 2, Bassana e Conta, poderose colate di cemento a due passi dal già bistrattato laghetto: grande fu la battaglia naval-burocratica, con l'intreccio fra A3, A2, D2, D3 che ha colpito ed affondato per la sua stringente demenzialità.
Noi poveri fessacchiotti, che troviamo quelle lottizzazioni insultanti per il territorio per la sua storia e per gli stessi cittadini, ci scontriamo con l'ardente passione dei politicus governalis per quelle casupole (si ricordano sempre anche gli appartamenti di edilizia convenzionata introdotti nelle aree incriminate, peccato che però gli abbiano ridotto a 36 metri la metratura minima, col risultato che da un lato saranno comunque un bel businnes per chi li fa e dall'altro che molte unità abitative non permetteranno di raggiungere gli scopi che astrattamente si prefissano, poichè nessuna coppia o famiglia può umanamente vivere in spazi più consoni ai pesci rossi che agli esseri umani). Al pari nostro sta il peschierotto comune, che aprioristicamente non tiferebbe ne per l’una che per l’altra sponda ma che ha solo molto a cuore il destino del proprio paese e che vorrebbe riuscire a non pensare male di quelli che lo amministrano, che ha capito il senso della scopertissima presa per il culo delle strutture ricettive ("alberghi-pensioni-residenze", come da catasto) che si trasformano per magia in appartamenti, e teme già da tempo che tutto questo bel costruire non sia altro che il salato prezzo da pagare per l'epocale passaggio di Peschiera da paese a città, turistica e d'arte come recita la consunta favoletta.
Quindi, più che risposte cervellotiche, la famosa gente di Peschiera (quella evocata subito prima delle elezioni e poi dimenticata subito dopo) dalla maggioranza vorrebbe conoscere gli effetti e le ricadute di una tale orgia di casette (che alla fine saranno quasi 700!) ad esempio su: sistema fognario cittadino, mercato immobiliare cittadino, produzione di rifiuti cittadina, inquinamento cittadino, collettore del Garda, viabilità cittadina, acquedotto cittadino, socialità complessiva cittadina e, ultimo ma non ultimo, ordine pubblico cittadino (visto cosa rappresentano storicamente per Peschiera i residence, ricettacoli di illegalità assortite difficilmente controllabili).
Anche perchè forse alla gente di Peschiera stà dando un pò noia che i primi e più significativi atti amministrativi di questa Giunta siano stati esclusivamente varianti al piano regolatore, che non pareva così lacunoso e da variare con l'impegno e la dedizione dimostrati, degni forse di miglior causa: ma la storia recente insegna che nell'Arilichetta nostra ci sono cause e cause, e chissà che per le seconde non si proverà ad impegnarsi più avanti, magari quando le scadenze elettorali si faranno più ravvicinate (ehhhhhhh, che maliziosi!).

lunedì, settembre 26, 2005

Lo svincolo autarchico


L'arilicense constata giornalmente che i lavori della variante-alla variante-della statale11 proseguono con indefessa et lunardiana energia: si avvicina a grandi passi il giorno in cui il cantiere leverà le tende, andando a lenire le pene da circonvallazioni perdute dell'automobilista bassolacustre, figura i cui coglioni sono senz'altro fra i più frantumati fra quelli in circolazione sugli asfalti triveneti.
E' di pochi giorni fa la nuova orizzontale iniezione di cemento sulla futura Serenissima autostrada leggera dal pedaggio medio-pesante: trattasi di autarchiche rampe per il Paradiso (di sopra), che hanno scatenato il gaudio popolare proprio per la loro veronesissima origine.

mercoledì, settembre 21, 2005

Puttanate

Aguzzate la vista: in ciascuna delle tre foto qui sotto, scattate mercoledì pomeriggio sulla variante di Peschiera, c'è un grave errore.
Qual'è?
Fra tutte le risposte esatte arrivate ad arilicapulita@yahoo.it saranno sorteggiati quattro SS11-cleaner, kit di sopravvivenza che abbiamo personalmente confezionato per il cittadino turistico e d'arte che non si rassegna allo scempio.





Dietro la panca la fortezza campa


Qualcuno potrebbe gentilmente girare questa panchina?

martedì, settembre 20, 2005

Ancora su ex elementari e su Piassa d'Armi

Dopo "Abbasso la squola" un anonimo ha così commentato:
"Litigare non serve, tanto quanto polemizzare, se non si arriva a delle conclusioni. Sarebbe bello che l'amministrazione facesse dei progetti o, perlomeno, delle proposte. Come lo sarebbe pure che le proposte, o almeno richieste, venissero effettuate dalla comunità dei cittadini. La cosa che più mi fa specie è che, pare, né dall'una né dall'altra alcunché si muova. La potenzialità di questo blog é elevata. Va sfruttata come tale. Se l'amministrazione é carente non lo devono essere tutti".

Anche l'amico Corto Maltese ha detto la sua:
1) Prima dell'estate, il Centro di Documentazione Storica (sì, sempre quei 4 "rompibale"...) hanno organizzato 2 conferenze sul tema "piazza d'Armi", alle quali hanno presenziato circa 50 cittadini per volta, ma non l'Amministrazione, che era stata sempre invitata. Perchè?
2) Esiste una legge regionale che prevede la cosiddetta "rottamazione" degli immobili pubblici in precarie condizioni: a fronte della demolizione dell'edificio, l'Amministrazione acquisirebbe il diritto di ricostruire, su qualsiasi altro terreno comunale, l'intera volumetria del vecchio fabbricato. I metri cubi potrebbero essere, tuttavia, anche venduti ai privati, i quali porterebbero moneta sonante nelle casse del Comune. Non è poca cosa. Ma perchè di questo l'Amministrazione non parla?
3) L'edificio scolastico di piazza d'Armi è un grave errore urbanistico, che priva la piazza dell'affaccio sul canale e della visuale su porta Verona e sui Voltoni. Ma ancor più grave è lo stato in cui si trova OGGI piazza d'Armi, letteralmente "lamiere al vento". Perchè non affittarla, a questo punto, al Rocca, lo sfasciacarrozze? Il primo passo verso la riqualificazione di questo spazio pubblico è liberarci, a tutti i costi, del cimitero di latta che oggi lo invade e del traffico. Poi si potrà pensare concretamente a come usarlo.
Corto Maltese


Ringraziando tutti per i contributi (a patto che non siano scritti da isterici) e sperando che questo luogo possa diventare anche un piccolo strumento di discussione sui mali del paese, ci permettiamo di aggiungere un aneddoto, che crediamo eloquente:
lo scorso autunno (sabato 6 novembre, per la precisione) l'allora vicesindaco organizzò un incontro pubblico con urbanisti e professoroni dell'università di Venezia (fra cui un arilicensissimo architetto). Così recitava il manifesto, che invitava la cittadinanza a partecipare: "da oltre un anno la scuola elementare di Peschiera del Garda, intestata a Dante Alighieri, ha chiuso i battenti. Ora si pone il problema del "cosa farne?".
Già, che fare? Nell'occasione furono anche esposte per la prima volta (rimasero lì fino a fine gennaio) le due tesi di laurea riguardanti la "riqualificazione" di piazza d'Armi e altri progetti che vertevano sullo sviluppo possibile e futuribile di una Peschiera diversa da quella attuale (e certamente migliore, visto che peggio di così pare francamente impossibile, anche se guardandoci attorno il detto "al peggio non c'è mai fine" sembra assumere contorni inquietanti).
Secondo le intenzioni del politicus (andatevi a rileggere il manifesto, ancora presente sul sito del Comune) quello doveva essere "il primo di un'auspicata serie di seminari" per gettare le basi sulla Peschiera del futuro (magari non troppo lontano, visto che la prospettiva di passare una vita in mezzo a ruderi macerie ed edifici dismessi non alletta nessuno). Quella mattinata io c'ero (e con me molti amici, interessati alle magnifiche sorti e progressive della nostra Arilichetta) e c'era anche il vicesindaco attuale (probabilmente solo in veste di voyer: per controllare da vicino il doctor, a cui avrebbe signorilmente sfilato la caregheta da sotto il popò da lì a pochi giorni): nell'occasione l'allora vicesindaco mostrò buone intenzioni, almeno a parole.
Fra l'altro lesse un documento ufficiale del 1924 (se ricordo bene) che era in realtà una chiara polemica verso la Giunta comunale-senatoriale, che aveva da poco deliberato la costruzione dei primi microloculi abitabili di cui i nostri sono gli indefessi cantori (peccato che fosse anche la sua, di Giunta, ma il buon uomo evidentemente credeva di redimere gli ex compagni di viaggio con del sottile bon ton, stile Santa Maria Goretti): nel datato pezzo di carta si scriveva infatti che le condizioni di vita nell'allora centro storico di Peschiera erano precarie soprattutto per l'angustia degli appartamenti, e ripensandoci adesso sghignazziamo di gusto sapendo che:
- la buonanima dell'ex vicesindaco aveva parlato di 100mq come della metratura minima ideale per il buon vivere: un grande sognatore, non c'è che dire.
- che fine gli hanno fatto i suoi ex "compagni di viaggio", tutta gente che crede che il buon vivere (altrui) si possa svolgere in 28mq o poco piú.
Poi toccò ai professionisti, compreso l'architetto di cui sopra, che ci sparò a bruciapelo un micidiale quanto assolutamente condiviso "le nostre città, e Peschiera non fa eccezione, fanno schifo", concetto suffragato da diapositive che mostrarono scempi urbanistici e scempiaggini architettoniche compiute quà e là, delle cagate pazzesche delle quali speriamo che qualcuno un giorno si possa vergognare almeno un pò. L'architetto di cui sopra mostrò anche una serie di interventi architettonici e/o sull'arredo urbano in diversi paesi europei, chicche di inventiva e di leggerezza che suggerivano una cosa sola (esposta con tutta evidenza anche da lui): anche con pochi dindi si può fare tanto per migliorare una piazza, una via, un quartiere, quindi regge fino ad un certo punto la vecchia solfa dei politicanti secondo cui le amministrazioni comunali non hanno abbastanza soldi per operare sul territorio, la progettazione urbana e le "riqualificazioni" dei quartieri e dei centri storici sono soprattutto questione di volontà politica (e qui non parliamo di grandi opere di manutenzione straordinaria, per le quali esistono i finanziamenti comunitari o regionali ad hoc, tipo quello che sistemò la Cacciatori o l'ultimo della regione Veneto a favore delle mura). Conoscendo i nostri amministratori, fin da quando le elementari le hanno chiuse temevamo che sarebbero rimaste così, dimenticate per anni e anni, ma almeno ci aspettavamo altri "seminari" se non altro per continuare a mantenere acceso un briciolo di interesse per la nostra piazza d'Armi e affinchè la "comunità dei cittadini" almeno potesse avere l'illusione di dire la propria (poveri pirla, ancora a credere che i politici ascoltino i cittadini, pfuè!).
E invece no: defenestrato il pediatra-sognatore, dopo quella mattina non solo non ci son più stati seminari e incontri pubblici, ma oltretutto è calato un silenzio assoluto su scuole, piazza d'Armi, progettazione urbana e compagnia bella. Zzzzzzzzzzzzzzzzzz
Continuiamo a sperare in un tardo risveglio dal letargo, ma lo stato di quiescenza sulle scuole e l'indecenza della piazza sembrano assolutamente normali vista la classe politica che ci ritroviamo: la piazza principale della celeberrima "città turistica e d'arte" continuerà ad avere questo aspetto miserrimo per molto tempo ancora e se a qualcuno non scappa da ridere (o da piangere, a seconda dell'umore del momento) è perchè non ha gli occhi per vedere.
Scusate la prolissità, figlia illegittima di ogni aneddoto che si rispetti.

domenica, settembre 18, 2005

Abbasso la squola


Antefatto: c'era una volta una scuola elementare in piazza d'Armi, edificio per niente bello ma certamente centrale, il che rendeva la grida dei bimbi in ricreazione udibili nella gran parte del centro storico (e se pensate che ora in centro storico d'inverno sono udibili solo i cigolii delle due stramaledette gru che ci hanno piazzato sopra la testa e poco altro capirete come ci sia molta gente che rimpiange l'ugola dei bambini, che una sua funzione anche sociale ce l'aveva).
Ma andiamo oltre. Dunque i pescherotti erano affezionati alla loro vecchia scuola, quando un bel giorno i politicus localis decisero che essa non andava più bene, che era giunto il momento di costruirne una nuova di zecca in periferia, non come quei pistola di Desenzano e Riva (le maggiori "città" gardesane), che negli anni hanno mantenuto TUTTE le loro scuole in centro storico (nonostante l'obsolescenza) ben sapendo che togliendole avrebbero arrecato un bel danno alla vita e alla socialità dei rispettivi centri "città".
La cronaca: ecco che al grido di "decentramento!" (manco fossimo a Los Angeles...), l'amministratore comunale ordinava al caro impresario di costruire quella nuova al Porto Vecchio (sempre per il non indigeno: a dispetto del nome non si tratta di una darsena, bensì di un quartiere-dormitorio con vista sui capannoni).
Scelta non condivisibile ma certamente legittima quella di fare la scuola periferica, ci mancherebbe, senonchè le nonne di una volta (quelle che profumavano di torta di mele e trasudavano buon senso) insegnavano che prima di prendere una cosa nuova bisognava decidere cosa farsene di quella che non serviva più e che si andava a sostituire: regalarla, riutilizzarla o magari buttarla via, ma certamente non abbandonarla lì dove si trovava (ovverosia in mezzo alle palle), che non stava bene. Invece, lungimiranti come erano/sono, a Palazzo né prima né dopo aver costruito la scuola nuova pensarono cosa fare di quella vecchia, la quale infatti nel frattempo è diventata cosí
, un bel rudere che va a fare compagnia al resto del patrimonio pubblico arilicense (in disfacimento) e allo squallore della cosiddetta Piazza d'Armi, che potrebbero anche ridare un senso compiuto alle parole e chiamarla una volta per tutte "autosalone Peschiera", dato che una piazza è un posto dove ci si incontra si chiacchera e magari ci si manda a dar via i ciàpp, non certo questo schifoso piazzale (che rimane comunque la piazza principale del paese, e solo per questo si potrebbero chiudere tutte le trasmissioni con la famigerata "cittá turistica e d´arte).

Morale della favola: passarono gli anni, si succedettero dibattiti (pochi) e tesi di laurea sull'eventuale recupero dell'area, ma le vecchie scuole erano sempre lì, sempre più cadenti e sempre più incredibilmente dimenticate (anche dalle opposizioni consiliari, parte delle quali direttamente coinvolte nella decisione di costruire le scuole nuove: brutta bestia lo scheletro nell'armadio).
La logica voleva che si prendesse la palla al balzo e che si abbattesse immediatamente l'edificio sisemando tutta la piazza, ma la logica si scontra con la realtà: tempo fa pensavamo (illusi!) che a Palazzo stessero facendo musina per mettere a posto piassa d'Armi, ma dopo tanti anni di abbandono dobbiamo desumere che, sensibili come sono verso le problematiche del paese e verso il lato estetico delle cose, semplicemente la piazza e la scuola gli stanno bene cosí (e poi nel primo anno di legislatura siamo stati troppo impegnati con le varianti al PRG per occuparci del paese e dei suoi problemi...).
Intanto dopo anni dall'apertura la nuova scuola è stata intitolata al Papa polacco: ci chiediamo se, visto che siamo in vena di intitolare "plessi scolasici" (burocratese, je t'aime), non sarebbe il caso di dare un nome più congruo anche alla scuola di Piazza d'Armi. La chiamiamo Scuola elementare "Antonio Rossi e Beniamino Bonomi"? O suona meglio Scuola elementare "Titanic"?

lunedì, settembre 12, 2005

And the winner is...

Pastrengo, festa della zucca, il nostro sabato sera.
Va in onda la rivoluzione copernicana da sagra: eliminazione di qualsiasi orchestra. E quindi anche di:
A- cinture nere e marroni di ballo della mattonella.
B- kaffetassen 83enni in camicia a fiori che girano vorticosamente, completamente fuori ritmo benchè teleguidate dal Dio della mazurka.
C- tipica cantantessa da sagra, quella coi polpacci da mediano che hai sempre l´impulso di prendere a calci quando attacca una polka proprio mentre tu attacchi la salamella.
D- "Romagna mia" e il bis di "Romagna mia" (versione remix).
Gli anziani indigeni paiono infatti un pó frastornati per la novitá sovversiva (il solito comunista accenna ad un girotondo di protesta, ma viene subito isolato dal resto del gruppo), ma dopo un pó si rassegnano, mettendosi tranquilli. Tu invece ti rallegri, perché riesci a mangiare tranquillo e addirittura senti cosa dice quello seduto di fronte. Visto e considerato che il posto era carino, che i tortelli non erano oggetti contundenti, che la pastisada era buona e che il rosso andava giù che era un piacere, Arilica Pulita assegna agli amici di Pastrengo (se non si offendono) il “sagra dell’estate award”, riconoscimento pulito giunto alla sua prima e ultima edizione.

La Centomiglia (II parte)

Partenza: Sabato 10 Settembre ore 8.30.00”
Arrivo : Domenica 11 Settembre ore 4.41.30”
In teoria basterebbe questo dato per farvi capire che tipo di Centomiglia è stata ma io ve la racconto lo stesso.
Si parte come da programma alle 8.30 di sabato mattina praticamente senza vento, ma siamo in 400 e lo spettacolo è assicurato lo stesso.
Dopo circa due ore di navigazione la flotta è spaccata in due, metà sotto la “veronese” e l’altra metà sotto la “bresciana”. In un primo momento la “veronese” paga ed il gruppo si allunga ma poi, all’altezza di Campione, un po’ di Peler (vento da nord) fa capolino ed incominciamo a navigare con un discreto passo. Quando arriviamo a Malcesine l’aria ci lascia di nuovo e ci buttiamo sotto costa nella speranza di prendere qualche refolo dalle montagne. Dopo mezz’oretta d’attesa ecco che l’Ora (vento da sud) incomincia a segnare e gli spinnaker vengono issati. Finalmente si va...
Giriamo la boa di Torbole alle 13.02 e di bolina puntiamo su Acquafresca. Alle 14.55 doppiamo l’isola Trimelone e mettiamo la prua verso Gargnano per passare la boa di metà regata. Qui però inizia la sofferenza. L’aria cala paurosamente ed arriviamo davanti a Bogliaco alle 18.20,la stanchezza incomincia a farse sentire e molto barche decidono di ritirarsi...ma noi no,si va avanti.
Da Bogliaco a Torri è decisamente un’agonia,pochissima aria da sud,nessuno che riesce a decidere quando e dove sia il momento giusto per attraversare il lago.
Passiamo la boa di Torri alle 20.32 ed incominciamo a navigare di bolina sotto costa fino a Punta San Vigilio con una discreta brezza da sud. Appena passati Punta S. Vigilio di nuovo un calo d’aria, siamo in un gruppetto di 10 barche, ad ogni incrocio si scambiano battute, si ride e si scherza, per fortuna! Dopo circa un’oretta decidiamo di buttarci sotto la rocca di Manerba e lì troviamo della brezza fresca che ci porta nel golfo di Desenzano dove ovviamente non c’è un filo di vento! Alle 00.30 passiamo la boa e adesso inizia il pezzo più duro. Siamo stanchi morti, c’è pochissima aria e dobbiamo tornare a Bogliaco. Incominciamo a darci il turno per dormire ma non avevamo fatto i conti col vento. Sale del Peler (leggero) quindi si naviga di bolina e di conseguenza bisogna virare spesso. Ad ogni virata dobbiamo svegliare l’equipaggio per fare la manovra quindi non riusciamo a recuperare molto le forze. Dopo una ventina di virate vediamo Bogliaco all’orizzonte. Tagliamo la linea d’arrivo alle 04.41 e 30”, 14esimi di classe (Asso99).
Siamo fisicamente distrutti ma dentro di noi ci rendiamo conto che abbiamo finito la Centomiglia e l’abbiamo finita in una delle sue edizione più dure e più lunghe, questo ci fa sentire fieri di noi stessi. Non ci siamo ritirati, non abbiamo mai acceso il motore (come alcuni hanno fatto senza esser squalificati),abbiamo regatato onestamente e con grinta. Il nostro equipaggio ha dimostrato un ottimo affiatamento anche con pochi allenamenti alle spalle e questo è molto importante.
E’ stata un’esperienza unica ed affascinante, navigare attraverso tutto il Benaco, di giorno e di notte, per dei gardesani come noi è stato decisamente il massimo della vita.
Alla prossima...

Noi siamo scienza, non fantascienza

Tempo fa la regione Veneto strombazzó l'introduzione di una nuova tessera sanitaria, piattissima e tecnologica, il non plus ultra della figaggine: mi raccomando, quando vi arriverá a casa conservatela gelosamente in modo da poter andare in vacanza tranquilli ed usufruire dell'assistenza sanitaria all'estero, occhei, cari cittadini?
Bene, adesso la tessera in questione mi é arrivata, nella buca della posta. Ma ecco subito la sorpresona: a detta delle stesse USL, pare che da sola la nuova tessera non serva ad una fava. Al massimo è un po' più comoda quando si va all'estero (ma nei Paesi civilizzati l'assistenza sanitaria in caso d'emergenza te la davano già) e poi, bisogna ammetterlo, é tanto carina lí nel portafoglio, fra la carta di credito, il bancomat e la tessera del supermercato.

domenica, settembre 11, 2005

Un due tre


Ieri é stato triathlon, col solito culo del triatleta (che riesce sempre a beccare una Peschiera col sole) e solita bellissima giornata, come tutte quelle (rarissime) in cui Arilica viene parzialmente sottratta alla puzza delle auto e restituita alla gente (in questo caso agli sportivi).

giovedì, settembre 08, 2005

Il fatto che piova non dire che il governo sia necessariamente ladro, ed è probabilmente per smentire l´antico pregiudizio che a Roma da un paio di mesi hanno istituito una Commissione parlamentare che deve "attuare una indagine conoscitiva sull´emergenza idrica del lago" (sono parole del borgomastro, qui in veste di senatore). Il laghetto è sempre all'asciutto nonostante le pioggie, per cui la Commisione ha come scopo "dare una risposta certa ai problemi contingenti". Interessati a come i nostri senators passano le proprie giornate indagando conoscitivamente sull'emergenza idrica del nostro amato laghetto eccetera eccetera, abbiamo cliccato qui, dove si legge il resoconto dell´ultima e finora più significativa seduta della Commissione, quella nella quale ha presenziato il ministro per l'ambiente.
Cosa si evince? Che in mezzo a dati più o meno interessanti e qualche amenitá ("l’approntamento di idonei modelli matematici, di ogni possibile scenario di gestione di crisi idriche", "trend positivo dei volumi invasati" e via sbrodolando), la richiesta ferma, pressante e un pò caritatevole è una sola, da destra dal centro e da sinistra: schei. Certo, loro (a prescindere dalla collocazione nell´emiciclo parlamentare) sono dei fini dicitori e li definiscono stilnovisticamente "appare indispensabile un intervento anche a livello europeo" o "il Dicastero dell’ambiente ha percepito la gravità della situazione presente nel lago di Garda e si batterà, in sede di manovra finanziaria, per lo stanziamento di adeguate risorse" o ancora "l’esigenza di predisporre una politica più accorta dovrebbe concretamente realizzarsi anche con il varo di una legge decennale che rechi i finanziamenti adeguati per poter affrontare finalmente le problematiche in argomento" (politichese, mon amour...) oppure "verificare la possibilità di prevedere, all’interno dei programmi dell’Unione Europea, finanziamenti rilevanti". Tutto ineccepibile, per caritá, ma il concetto é quello: servono schei, schei "indispensabili", "adeguati" e "rilevanti". Le secche estive e l´arilicensissima spussa da freschin verranno sepolte sotto una valanga di banconote? Attendiamo incuriositi gli sviluppi della vicenda e della commissione, anche per sapere a cosa serviranno tali euri.

martedì, settembre 06, 2005

La Centomiglia


5...4...3...2...1...VIA!
Sabato 10 Settembre alle ore 8.30 un colpo di pistola dará il via alla 55esima edizione della Centomiglia, la piú famosa e prestigiosa regata velica Benacense. Si parte e si arriva a Bogliaco, dopo aver accarezzato tutto il lago da nord a sud.
Sono circa 400 le imbarcazioni giá iscritte ed altre si aggiungeranno per rendere il nostro lago ancora piú bello. Ungheresi, tedeschi, austriaci, fransosi e sudditi della regina daranno battaglia ai prodi velisti italici per molte ore (alcune barche arriveranno domenica mattina) e siamo sicuri che anche quest´anno sará uno spettacolo, come sempre d´altronde.
Per alcuni di noi sarà la prima volta e come tutte le prime volte sento già l'eccitazione,l'agonismo e la voglia di scendere in acqua salire, per vivere quel giorno al massimo.
Team Arilica ci sarà, a lunedí per il resoconto tecnico ed emozionale!

Ma ndo vai se il FerryBoat non ce l´hai?


Capita che alcuni dei nostri politicus (sia localis che regionalis che senatorialis), notate le similitudini fra la Sydney Bay e il Benaco, abbiano lanciato una proposta futuribile e condivisibile: il lago come la baia, con una flotta di battelli e traghetti veloci tecnologici ed ecologici, quindi appetibili anche per il privato che si deve spostare non solo per turismo, una flotta utile a snellire un cicinín il traffico sulle congestionatissime gardesane (della west e della east coast). Progetto di ampio respiro (perdonateci il politichese...) e di tempi lunghi, ma é giá qualcosa che si cominci a chiaccherarci sopra. Siccome siam curiosi, abbiamo dato un´occhiata al sito della "Sydney ferries corporation", notando la gran mole di corse (i battelli girano fino alle 4 di notte!), i ferry nuovissimi (il piú vecchio é del 1984, la maggioranza ha meno di 10 anni di vita), il limitato prezzo dei biglietti (15 dollari australiani per un numero illimitato di corse gionaliere) e soprattutto le centinaia di migliaia di utenti annuali. Peró, forti questi australiani...un giorno avremo anche sul lago un trasporto pubblico su acqua rapido economico e (auspicabilmente) concorrenziale con quello su strada? Fattibile, non fattibile? Puó darsi che sia solo un sogno, ma sappiamo bene che il materiale di cui sono fatti i sogni molto spesso non é altro che il vil denaro, quindi per mettere in piedi una flotta super premium price tipo quella che servirebbe al nostro amato laghetto ci vogliono i dane´, e in quantitá industriale. Che poi (a meno che non si voglia reintegrare il sempiterno sistema italico dei "soldi buttati nel cesso"...pardón, nel lago) devono per forza rientrare dal botteghino, quindi il servizio deve mantenersi con le proprie forze, cioé con i biglietti venduti. Chi vivrá vedrá, certo che l´idea é di fondamentale importanza e merita discussioni e approfondimenti.

Nella foto: il "gatto della baia", tipico esempio di FerryBoat Sidneiano (o Sidneiese?). Sará lui uno dei futuri bisnipoti dello "Zanardelli" e della motonave "Brescia"?

Edizione straordinaria

Stamattina al bar tra il lusco e il brusco abbiamo rischiato il coccolone: mentre sfogliavamo il Bugiardello, nella sezione delle figurine in bianco e nero (pagina 19) abbiamo notato la foto di Master and Commander immerso fino alle ginocchia durante un intrepido inseguimento. Carramba!!! Poco sotto la citazione del nostro blogghettino, definito blog di Peschiera, la "latina" Arilica (ma non é che forse fu la "romana" Arilica? Mah...). Grande é la soddisfazione nel sapere che stasera la massaia arilicense incarterá l´insalata e le sparasine anche un pó con noi, con mister Rodney che ha fatto la foto e con le epiche gesta della Municipale.

domenica, settembre 04, 2005

Panetton, c'est bon!


Per ragioni imperscrutabili, sul lungolago Mazzini sono già arrivati i panettoni, con mesi di anticipo rispetto alla festa ed essi consacrata. Evidentemente per fermare il parcheggio selvaggio non bastavano i classici paletti di ghisa alti mezzo metro, no, troppo facile e a buon mercato: lavorando per addizione e non per sottrazione, i mastri pasticcieri di casa nostra hanno infatti guarnito il tipico dolce meneghino con glassa, palo di ferro e cartello zebrato-blu...così, tanto per dare una rispolveratina ai concetti di bello e di buon gusto, tanto in voga sul territorio comunale. Che schifooo!

Il signor Gerovital


Arilica, storica fucina di tipi da spiaggia, aggiunge un'altra leggenda al suo campionario di personaggi: trattasi di questo sconosciuto signore, simpaticissimo ed atleticissimo pattinatore che ha scelto la Dogana quale pista per le sue zigzaganti domeniche mattina, fra un sorsata e l'altra dell'elisir d'eterna giovinezza.
Il roller-nonno, numero uno.