mercoledì, marzo 30, 2005

"Il treno non si sente...e poi comunque ne passano talmente pochi..."


Chiacchierata avvenuta stamattina con una dottoressa, indigena ma operante presso la Clinica Pederzoli:
AP: Buondí dottoressa, so che sta cercando casa qui a Peschiera, ha visto qualcosa di interessante?
DOTT.SSA: Dipende cosa intendi per interessante. Sono stata a vedere un bilocale li vicino al benzinaio dell´Agip, hai presente?
AP: Certo che ho presente. Il nuovo villaggetto ha già il suo soprannome: Golinilandia, in onore del buon Federico, padre-padrone del distributore e arilicense doc. Beh dai, racconta, come è andata?
DOTT.SSA: il bilocale è abbastanza carino, curato e discretamente vivibile. Peccato però che la vista lasci "un pó a desiderare": dall´appartamento che ho visitato si poteva ammirare la trafficatissima strada e il distributore.
AP: E del prezzo che mi dici?
DOTT.SSA: Guarda, non te lo dico per rispetto del venditore ma di case ne ho viste parecchie ultimamente ed a quei prezzi lì prendo un appartamento simile a Desenzano o Sirmione senza vista statale, inoltre mentre si parlava di prezzo è passato un treno...
AP: Immagino non si sia sentito niente !!!
DOTT.SSA: E´ stato imbarazzante perché nel momento in cui è passato il treno (finestre chiuse) non sono riuscita a sentire quello che l´agente immobiliare mi stava dicendo e quando gli ho chiesto di ripetere si è quasi seccato. Lui subito ha interpretato il mio richiedere il prezzo come una presa in giro ma poi gli ho spiegato che col rumore del treno non avevo effettivamente sentito niente ma lui è rimasto molto sulle sue.
AP: E perché? Secondo lui il rumore era impercettibile o il prezzo era "di mercato"?
DOTT.SSA: Praticamente ha sostenuto che lui non avesse quasi udito il treno e che comunque i treni che passano di lì non sono poi molti. Dopo questa uscita infelice, gli ho ricordato che la linea Venezia-Milano è una delle più trafficate e non può dire che passano pochi treni e nemmeno che il rumore fosse impercettibile. Quindi l´ho salutato e me ne sono andata. Capisco che ormai quelle case sono state costruite lì ma almeno i venditori non dovrebbero avere la faccia tosta di negare l´evidenza. Pensa che sono andata a vedere anche quelle nuove villette davanti al Gardaland in comune di Castelnuovo e quando ho chiesto come potevano chiedere una cifra simile (eccessivamente alta anche lì) in un posto dove per 7 mesi all´anno senti le urla della gente sulle montagna russe. Sai cos´ha detto l´agente immobiliare di turno? Che hanno fatto i muri grossi!!!
AP: Certo che le vai a vedere tutte le miserie che hanno costruito ultimamente in zona...
DOTT.SSA: lo so ma cerco qualcosa vicino all´ospedale e la scelta è tra appartamenti di metratura decente ma a costi folli e in posti orribili oppure appartamenti piccolissimi ed invivibili.
AP: Capisco benissimo. Vuoi un consiglio?
Dott.sa: Dimmi...
AP: Lascia perdere e vai di telepass come stai facendo adesso...

Nella foto potete ammirare un´altro fulgido esempio di neoedilizia arilicense finita in mano agli agenti immobiliari incravattati a puntino. Qui il prezzo richiesto per un appartamento (spacciato per vista lago quando in realtà il lago non si vede manco col cannocchiale) di 100mq piú fazzoletto di terra è di circa 450.000 euro, una bella cifretta considerando che esattamente di fronte si puó ammirare questo ameno giardinetto in primo piano, che non è quello dei Finzi Contini bensì quello che da sul retro di un luamár (chiamarlo ristorante ci sembra ridicolo) cinese (spazzatura e detriti la fanno da padroni nella porzione di giardino purtroppo non visibile in foto). I lavori alla palazzina gialla ex-reti sono fermi da un anno, e il perché è presto detto: ovviamente (visti prezzi e igiene del vicinato) gli immobiliaristi non riescono a vendere gli appartamenti e quindi tutto si è fermato. Ora, non vogliamo certo sostenere che la situazione nel mercato edilizio a Peschiera sia solo quella dei casi precedenti, probabilmente dei casi limite, ma il panorama é soprattutto questo: caimani locali, immobiliaristi, ed agenzie la fanno da padroni e "ci mangiano sopra" allegramente. Questo anche se nelle mirabolanti interviste dei nostri amministratori si sostiene che a Peschiera abbiamo ormai sconfitto e debellato la speculazione edilizia (e gli speculatori, messi alle strette, non hanno ancora smesso di ridere...).

martedì, marzo 29, 2005

Anno di grazia 2005, pasquetta sul Garda


E' lunedì di Pasqua, Vacanzieri indigeni e turisti mordiefuggi si ritrovano tutti assieme a passeggiare lungo il canale di mezzo di Peschiera: la foto cattura alla perfezione l'atmosfera bucolica che pervade i gitanti pasquettari mentre camminano garruli e beati sotto il sole meridiano arilicense.
Ma in questa precisa situazione il gitante nota anche, nell'ordine:
1-la cura maniacale del verde nel giardino che già fu austroungarico (e dir che in giro gh'è pien de vivai che no speta altro). P.S: che a dirla tutta i nostri ex capi austriaci progettarono e poi donarono alla città di Peschiera il giradino e le piante, per festeggiare la costruzione del Padiglione. Erano 151 anni fa, e purtroppo si vede (giardino devastato e alcune piante cadute o abbattute). Tirem innanz.
2- La cura maniacale dell'arredo urbano (vedi pavimentazione e cestini dell'immondizia) e dei cordoli che cingono il giardino, che già furono austroungarici anch'essi.
3- il futuristico transennamento (con tanto di ruggine d'ordinanza) che funge da parapetto dopo che il parapetto originale crollò piu di 6 mesi orsono (e dir che in giro gh'è pien de fabbri che no speta altro).
4- la colonnina dell'elettricità in primo piano (e ce ne sono altre 2 a fianco, purtroppo non inquadrate ma che vi assicuriamo altrettanto suggestive), messa lì da un gruppo di esteti, gente con grande colpo d'occhio e travolgente amore per il bello: loro sì che amano la città turistica e d'arte, altrochè i peschierotti ciacoloni tipo noi!
5- El giarìn
6- Petting duro sulla panchina
7- Lastra di metallo inciso, pesante complessivamente 800 chili, appoggiata al palo della luce che già fu austroungarico. Logisticamente parlando, una gran bella soluzione. Sulla sicurezza e il decoro forse qualcosa da obiettare ci sarebbe, ma sono quisquilie alle quali chi di dovere non deve prestare attenzione.
8- "Che trionfo di piante sul lago di Garda! Che natura lussureggiante!"
9- Edificio che già fu austroungarico in stato di abbandono da tempo immemore. Che ormai el tempo l'è talmente immemore che ne semo desmentegadi quanto tempo l'è, e l'è talmente immemore che ormai il fabbricato sta venendo giù e dopo che sarà crollato (e noialtri macachi a vardarlo) aspettiamoci le polemiche e lo scaricabarile e qualche paiasso che el ne spiegherà che lu el l'avea dito e tutto il blablabla che fa tanto italia (e padania, che l'è tanto stesso) pizzaemandolino.

lunedì, marzo 28, 2005

Fuoco amico


Tutto pareva filare liscio nel giardino dell'arilicense, quando ecco profilarsi il fattaccio: una "svizzera" è rimasta uccisa dal fuoco amico, in circostanze ancora poco chiare. Il raccapriccio dei presenti per l'ignobile fine dell'hamburger alleato è stato acuito dal fatto che fosse l'ultima cosa commestibile rimasta. Successivamente aperta un'indagine pulita per stabilire la dinamica dell'accaduto, le prime responsabilità sono ricadute sulla mano malferma di Ataru Moruboschi, già visibilmente ubriaco durante le fasi del maneggio del macinato elvetico.
Spiace per il bovino rossocrociato, ma Pasquetta è fatta anche di questo, e a noi non resta che guardare avanti con indomabile ardore: dopotuto domani è un altro giorno, e l'arilicense pulito francamente se ne infischia.

BBQ


Mentre al di fuori del suo cancello impazzava il popolo pasquettaro (mandrie di foresti conciati in modo francamente improponibile), l'arilicense pulito perpetuava la tradizione secolare che vuole la sua Pasquetta immolata al Dio Gradella, con pollametto e spiedini di porco sacrificati ad un passo dai goti de rosso e dalla schiumosa birra irlandese (qui non inquadrate ma presenti in forze). Grande la beatitudine enogastronomica, con il tepore benacense e un gaio venticello che facevano il resto.

domenica, marzo 27, 2005

Della serie "le grandi pulizie di Pasqua", l'arilicense pulito si butta sul computer e prova a cambiare grafica e template (si dice così?) del blog. Della serie "echissenefrega", ho cambiato anche il contatore delle visite: d'ora in poi si vedranno quante persone sono online contemporaneamente (tu chiamale se vuoi...emozioni). Ovviamente sono andati persi i parametri e le statistiche dei mesi scorsi: si ricomicia da zero, a oggi le visite totali erano state 10789.

sabato, marzo 26, 2005

Per fare l'albero non ci vuole il seme, ma per far crescere l'erba bisognerà almanco somenarla, o no?


L'altro giorno in quattroequattrotto sono scomparsi 4 pini (malati?) dall'aiuola fra Porta Verona e lo spartitraffico cubano. Al loro posto 4 alberelli un pò rinsecchiti e infreddoliti si tengono compagnia a vicenda e coi rispettivi tutori per alberelli rinsecchiti (le piantine almeno sono latifoglie e non le solite palmette alla Miami Vice che spuntano ovunque sul lago). Il pino superstite è stato preso in consegna dagli uomini del Comune, che gli hanno applicato le cure del caso a suon de sforbesade. Per l'erba (che notoriamente è sempre più verde a casa del vicino, e noi non rappresentiamo un'eccezione) si provvederà. Il peschierotto si domanda se, già che c'eravamo, non potevamo fingere una manovra maldestra del ruspista (ooops!) e levare di mezzo anche la schifidissima cabina Telecomandata (che ormai serve a gran poco).

Mattinata a Palazzo

Il quotidiano locale informa che ieri in Piazzale Betteloni è avvenuta la consegna alla municipalità delle 2000 firme proleoni. I promotori dell’iniziativa non si sono limitati a passare gli autografi al borgomastro, ma hanno inscenato una polemichetta: “Immobilistica e parruccona ci sembra la posizione di coloro che gradiscono vedere tutti i giorni lo "sbrego" su Porta Verona”. A chi si riferiranno i nostri apartitici? Ecco la stilettata dei firmaioli: “Questi (i parruconi) dimenticano, però, di dare informazione con un’adeguata didascalia ai turisti che si chiedono il motivo di quel buco sulla monumentale porta cinquecentesca”. La polemica ha “visibilmente irritato” il borgomastro (ce l'avevano forse con lui?), che ha respinto al mittente le accuse: “occorre guardare avanti, in questi ultimi anni Peschiera è molto cambiata” (e dire che noi, nel nostro piccolo, ce n’eravamo già accorti...). Lo stizzito borgomastro ha poi parlato “dell’immigrazione profonda che ha comportato la perdita di identità e del senso di comunità» e poi via col crescendo rossiniano delle solite lamentelazioni anti-Stato, che sarebbero anche condivisibili, ma se vengono da un plurisenatore governativo scappa un pò da ridere. Sviluppi della mattinata a Palazzo: tutti penseranno di aver fatto una gran bella figura, Peschiera rimarrà ovviamente senza leoni (come già sapevano anche i firmatari), continueranno le sterili polemiche sui felini che non ci sono, il patrimonio storico antico continuerà a degradarsi progressivamente, l'unico tangibile cambiamento "storico" moderno (perchè "la storia siamo noi, nessuno si senta escluso”, come cantava quel tale) nella città turistica e d’arte riguarderà il solito trionfo dell'edilizia made in lago di Garda (con impresari e agenzie immobiliari ormai padroni assoluti del territorio). Questo nel caso remoto in cui ad Arilica rimanessero fazzoletti di terra liberi (tendiamo ad escluderlo).

giovedì, marzo 24, 2005


Altro esempio di sgacazzatina sulla pietra di Prun. Il giovane mi è talmente demente che nelle scritte mi mette anche ora e data del ritrovo con i suoi compagne di merende. Qualche calcetto nel sedere sarebbe pedagogico, così le bestiole capiscono che certe cose non si fanno, e non corriamo il rischio che, una volta abbandonate bombolette e pennarelli, da grandi gli venga la vocazione di fare gli amministratori pubblici-Attila (quelli del tipo "Dove passo io non cresce più nemmeno un filo d'erba" che sono così di moda oggidì).


Ora che abbiamo dato una mano di giallo a Porta Brescia, vediamo di dare dei paterni calcinculo ai ragazzini spraymbrattanti che (c'è da scommetterci) inizieranno presto a scagazzare scrittine sulle pareti della Porta (tipo queste, vergate sulla pietra). Che le loro insulsaggini le vadano a scrivere sui capannoni della tangenziale o su altri posti già orridi di per se, non su Porta Brescia.


In un paese come Peschiera, afflitto dalla cementite selvaggia con scappellamento a destra e dalla casinite cantieristica acuta, la NORMALE e ORDINARIA amministrazione è sempre da condiderarsi OTTIMA amministrazione. La giunta ha da poco risistemato uno dei tanti gingilli che la storia ci ha lasciato, rimettendo a posto tetto e facciata di Porta Brescia, riverniciata di un giallo molto rispettoso. Tirare a lucido l'esistente, fermare gli scempi e l'edilizia da poveracci che stiamo coltivando, questa la semplice ricetta per ridare ad Arilica un minimo di quel lustro che la storia gli aveva assegnato.
Coccolarla, non violentarla (ma che sia troppo tardi?).

martedì, marzo 22, 2005

Il mondo é bello perché é vario, Peschiera é bella perché é variante (al PRG)

Convocato il nuovo consiglio comunale per mercoledi prossimo alle solite ore 18. In tutti e cinque i punti all´ordine del giorno si rincorrono garbatamente il sostantivo "Variante" l´acronimo "P.R.G." e l´avverbio "Approvazione". Il peschierotto prende atto che ad Arilica il dibattito consiliare-amministrativo é ormai ridotto a mera conta dei favorevoli (la maggioranza, che dopo la pedata nel posteriore di Dalai appare compatta come il soviet supremo ai bei tempi del compagno Giuseppe Stalin) e dei contrari (le minoranze, e neanche sempre) alle varianti decise a tavolino nella stanza dei bottoni (che i nostri consiglieri, a forza di alzare le braccine per votare, rischiano seriamente di farsi la bua e slogarsi il gomito, nostra parodia in salsa provinciale della lussazione alle dita dei "pianisti" parlamentari: clinica Pederzoli allertata per interventi d´urgenza nelle serate di Consiglio comunale). Di coinvolgere la cittadinanza e cercare di portare all´attenzione di tutti eventuali progetti e idee per il paese per ora non se ne parla, l´amministrazione di una realtá come la nostra evidentemente é fatta solo di cubature, via vai di professionisti in Piazza Betteloni, geometri, goniometri, ingombri volumetrici e imprese edili. Di altre cose tipo cosa fare dei contenitori dismessi e ormai cadenti, tipo (tanto per dirne una) di come risistemare piazza d´Armi, tipo riqualificazioni "vere" da fare sul territorio, tipo idee lungimiranti per non morire di traffico e di casino nei mesi estivi, tipo idee lungimiranti per non morire d´inedia e di vuoto culturale nei mesi invernali, tipo progetti di sviluppo "autentico" per il paese, a quanto pare non c´é niente da discutere e da decidere (o forse discuteremo piú avanti nella legislatura: prima il dovere e poi il piacere). Il dibattito si manifesta solo in consiglio con qualche "controdeduzione" se proprio l´opposizione ha voglia di rompere un pó le palle, poi una sporadica alzatina di mano per un SI´ o per un NO e poi tutti a casa, beati e tranquilli, con la coscienza apposto e con la pancia piena. Il giorno dopo si riparte in allegria col solito turbillon di rimozione di alberi e verde+calata di braghe di fronte alle ruspe e al cemento (che i nostri amici impresari dovranno pur lavorare anche loro, o no?).

lunedì, marzo 21, 2005

TAV-story, 4a puntata


1997-1999: altamente capaci (di tutto). Anni di costosissimi studi sul progetto seguiti da costosissime commissioni di collaudo figlie del clientelismo politico-giudiziario partoriscono una graziosissima novità: nel 1997 gli scienziati delle rotaie abbandonano l'alta velocità e ci introducono nel fantastico mondo dell'"Alta Capacità", che secondo i proponenti ha "criteri progettuali meno restrittivi, con le diverse esigenze di tracciato che possono essere riviste anche nell'individuazione di possibili corridoi sostanzialmente diversi dal primo proposto". Trattasi però di maldestro tentativo di nascondere la realtà del progetto, ma lasciandolo nella sostanza. L'arrivo della TAC è successivo alla Direttiva Europea del 1996 che prevede di velocizzare le linee esistenti portandole a 160 km/ora: noi invece imponiamo i 300 Km/ora e con le linee di superficie perchè l'interramento costa più del doppio e perciò viene negato, tanto dell'ambiente e di quelli che abitano vicino alle rotaie chissenefrega.
Nonostante tre anni di iniziative bollino il progetto come sostanzialmente inutile, anche grazie alla spinta governativa nel '98 il piano d'impresa delle Ferrovie mette la TAV (o TAC) come priorità assoluta (il ministro dei trasporti precedente all'attuale era invece contrario e disse che tutta la storia-TAV era un "verminaio": l'importante è essere d'accordo). I parlamentari delle nostre latitudini (quasi tutti di centrodestra quindi all'epoca quasi tutti all’opposizione) paiono essere vigili e danno battaglia: fioccano interpellanze e interrogazioni sulla Tav. Una di queste, velenosisssima verso le parcelle faraoniche dei collaudatori e sullo scandalo dell'intreccio fra magistratura Corte dei Conti e Ferrovie dello stato, sarà presentata nel giugno del 2000 dal sindaco di Peschiera nonchè onorevole Chincarini. Sul territorio l'opposizione alla TAV rimane di nicchia ma si fa sentire: non è opposizione di principio, dovuta a qualche innamorato della natura incontaminata; in realtà, la costruzione di linee con queste caratteristiche comporta un alto costo per il territorio attraversato, richiede che una fascia di notevole ampiezza venga declassata a corridoio di servizio industriale, e quindi sottratto all'uso residenziale. Non è sorprendente che quei poveri cristi che abitano nelle vicinanze dei tracciati non siano soddisfatti della cosa (anzi, per dirla tutta le balle gli girano alla stessa velocità dei treni: 300 all'ora). E che lo siano ancor meno quando la sostanza del problema venga ufficialmente negata, così da rifiutar loro anche la compensazione di valore della proprietà compromessa (cornuti e mazziati!). Il peschierotto osserva attonito lo sviluppo degli eventi altamente capaci ed altamente veloci, ma comincia a sentire in lontananza il rumore del supetrenone in avvicinamento.

venerdì, marzo 18, 2005


L´arilicense pulito, ignaro che le storielle sulle cicogne e sui cavoli erano solo un trabocchetto per bambascioni, l´ha fatta grossa: un suo spermatozoo, pugnace e ben addestrato, é andato a segno. Le truppe seminali d´assalto, una volta entrate si schierarono come neanche Napoleone seppe fare ad Austerlitz e lui ZAC, colpì la controparte ovulatoria con maestosa precisione degna di un oro olimpico nel tiro a volo, e fu subito "miracolo della vita" (e poi furono subito pannolini, notti insonni, pappa reale, passeggino, biberon e tutto il resto dell´armamentario, che no te crede...).
Nell´immagine: l´armata seminale dell´arilicense pulito, dono d´amore nonché gaudente macchina riproduttiva, esce allo scoperto facendo il suo dovere fino in fondo.

Congratulazioni Donna Michela, congratulazioni PAPÁ!

mercoledì, marzo 16, 2005

Medaie


Pioggia di nuove medaglie su Arilica: dopo quelle da poco conferite da Ciampi ai due arditi tuffatori arilicensi che salvarono mamma e figlie finite nelle gelide acque del porto, ora é in arrivo anche una targa municipale per la valorosa peschierotta che domenica ha salvato una bambina finita accidentalmente nel Benaco con la sua bici. Ma c´è di piú: confermando che Arilica si è ormai trasformata in un paese di santi, eroi e navigatori, indiscrezioni da Roma danno come imminente una altissima onorificenza anche alla nostra giunta, dopo le ultime dichiarazioni del borgomastro sugli insufficienti trasferimenti erariali al comune di Peschiera, "ampiamente sottodotato" rispetto alle esigenze. "Resta un onore, a questo punto amministrare questa comunità con risorse nazionali in questa misura": cosi´ si sono espressi testualmente in Piazza Betteloni e pronta è arrivata la risposta del sior CarloAzeglio e di donna Franca. Fonti ben informate ci hanno confermato che la dinamica coppia quirinalizia stia per conferire una medaglia al valor civile-amministrativo al comune di Peschiera con la seguente motivazione: "con generoso slancio e cosciente sprezzo del pericolo si tuffavano eroicamente, unitamente ad altri animosi, nelle acque limacciose di una legislatura amministrativa nonostante gli scarsi trasferimenti erariali. Chiaro esempio di non comune ardimento ed elevato senso altruistico verso la propria comunità nonché di superamento delle sperequazioni ministeriali e degli scherzi di un destino cinico e baro". Eroi!

martedì, marzo 15, 2005

TAV-story, 3° puntata


1995: noi sopra e il supetreno sotto.
Viene effettuata una variante di tracciato rispetto al primo progetto del ´92, inserendo il passaggio a sud delle colline moreniche, di Verona e di Vicenza, variante che deve essere presa come riferimento per le successive elaborazioni. E´il cosiddetto "Accordo Quadro" sottoscritto tra Regione Veneto, Ministero dei Trasporti, FS e TAV. Altro giro e altra valutazione di impatto ambientale (nel 1996): la Regione Veneto questa volta da parere interlocutorio, che evidenzia la necessità di approfondimenti progettuali in punti di elevata criticità territoriale: in particolare, viene raccomandata una migliore salvaguardia di alcune situazioni di particolare sensibilità ambientale fra le quali il laghetto del Frassino, il Santuario della Madonna del Frassino, tutto l'ambito del fiume Mincio. Altre criticità vengono individuate nell'attraversamento dei comuni di Peschiera, Verona e Grisignano, Sommacampagna e S. Martino Buonalbergo, Soave e S. Bonifacio.
Il peschierotto dorme fra due guanciali: sembra impossibile che i supertreni passino mai per Peschiera.

domenica, marzo 13, 2005

TAV-story, 2° puntata


1992: la TAV è una boiata pazzesca (o quasi). Siamo in pieno inizio di tangentopoli e la commistione banditesca politica-FS partorisce la prima ipotesi di progetto, denominato "Alta velocità Torino-Venezia". Il tutto viene sottoposto a valutazione di impatto ambientale e successivamente respinto al mittente fra pernacchie, frizzi e lazzi: numerose e categoriche sono le osservazioni negative di Regioni, Enti Locali, Associazioni e Cittadini che comportano un parere di non compatibilità ambientale da parte del Ministero dell'Ambiente. Non ci siamo proprio, nei primi anni '90 il baraccone alta velocità sembra inutile, devastante per il territorio, costosissimo e in una parola assurdo.
Questa TAV non s'ha da fare, ne domani ne mai, pensa il peschierotto.

venerdì, marzo 11, 2005


E´ venerdì, Arilica Pulita di magro: ecco qua il divieto di pescare sul lago scarabine e sardenine piccole, promulgato nel 1602 dalla Serenissima Repubblica. Le pene erano severissime: o tre tratti di corda o la galera o la berlina su pubblica piazza. Il provvedimento valeva solo per Sirmione, Lazise, Garda e Torri. E Peschiera? E Bardolin?

giovedì, marzo 10, 2005

TAV-story 1° puntata


Oggi Arilica Pulita da il via alla TAV-story, piccola parziale e schieratissima cronologia a puntate sul progetto alta velocità, comprese le fluttuanti (nel tempo e nello spazio) prese di posizione dei nostri politicus sul progetto.

Fine anni '80: la genesi. Si comincia a parlare di TAV, nuovo mito di una classe politica allo sbando che non sa più cosa inventarsi per rubare grazie agli appalti pubblici. Nonostante le FS siano al collasso economico e operativo, i rubinetti dei soldi statali sono pronti per essere aperti (e per la TAV si parlava di almeno 90000 miliardi di lire). L’importante è che la TAV costi e costi tanto, di modo che tutti possano mangiare allegramente la loro bella fetta di torta. Il progetto alta voracità ha inizio: inizia l'amena chiacchiera politica anche sulla linea ferroviaria ad alta velocità che taglierà la pianura padana. In questa fase il peschierotto è abbastanza sereno: nonostante la grandezza della torta, i è tute ciacole, la TAV non la faranno mai.

Continua...

martedì, marzo 08, 2005

Cercasi caregheta in regione (1° puntata)

Le strade e le piazze di Arilica cominciano ad essere infestate dai manifesti elettorali degli aspiranti onorevolini regionali, che ci guardano da lassú coi loro faccioni gaudenti o pensosi o semplicemente ebeti. Egli implorano speranzosi crocetta su scheda e successivo viaggio premio quinquennale a Venessia: Palazzo Ferro Fini, questa l´agognata e superpagata destinazione finale (vi diamo uno scoop cari arilicensi: pare che laggiù si stia da Papi, anzi da Dogi, roba che a confronto il Bauer, il Danieli, e l'Excelsior sono delle bettole).
Ecco i più bei manifesti elettorali di aspiranti onorevolini ammirati fin qui:
1-il pluririciclato(non ecologico): dopo 30 anni di vergognoso rimestare partitico certi personaggi hanno ancora il coraggio di presentarci la loro faccia da pistola e i loro baffetti da sparviero su un manifesto elettorale, lanciando i soliti slogan vuoti quando ormai tutti sanno che razza di caimani siano. Ma veramente ci credono così codeghini?
2- Il giovane politicus aspirante onorevolino: la nuova leva sfoggia due gingilli in voga nella politica d’oggidì: fantastico sorrisone in Cinemascope + cravattona con nodo “alla Tecnocasa”. Ma il colpo da maestro se lo tiene alle spalle: agghiacciante scudocrociato con tanto di scritta “Libertas”! Nessuno slogan, nessuna promessa, nessuna frase ad effetto, egli ci esorta con semplicità: “metti una croce”. Il nuovo che avanza, e il vecchio che ritorna: non mettetelo in croce, mettetegli una croce (dove dice lui).
3- candidato ex-neo-post comunista: sul manifesto elettorale brandisce la sua bella bandierina arcobaleno (e lavoro meno). Il nesso fra la pace e l’amministrazione di una regione appare misterioso. Quando ancora il pentapartito filava ed egli era già in politica, egli usava dire "moriremo democristiani" e non si rendeva conto che la profezia si sarebbe avverata, ma in maniera perfidamente diversa dal previsto. Non si ritrova infatti a subire il giogo imperituro degli scudocrociati, ma a sostenere democristiani dalla nascita (tipo il professor Mortadella).
4- Il Doge: egli ha preso esempio dal suo grande capo (Sua Maesta' il Presidente d'Italia e Imperatore di Nassirya, Arcore e Milanello) e nei cartelloni espone la sua pelata e il suo faccione da gnocco a sorrisoni a 36 denti. Egli è onnipresente e onniscente, egli è il "nostro presidente". Nel manifesto egli affianca il simbolo del "suo" partito e lo stemma della "sua" Regione, che evidentemente (forse ci siamo persi qualcosa strada facendo) dev´essere diventata di "sua" proprietà.
5- l´aspirante Doge: egli sfoggia un'aria depressa (che ad egli sia recentemente scomparso il gatto?), egli forse è un “nato straco", egli è carismatico come un contabile di Roncade, egli è incorniciato d'arancio, egli vuole costruire certezze, egli sarà trombato alle elezioni regionali, guardandolo all'elettore veneto viene da canticchiare quella vecchia canzone di Renato Zero: "Lui chi è? Come mai l'hai portato con te?/Il suo ruolo mi spieghi qual'è?/Mentre lui, lui chi è? Lui chi è? Lui chi è? Lui chi è?....già è difficile farlo con te...mollalo!Lui chi è? Lui chi è? Lui chi è? Lui chi è?/E' distratto ma è certo di troppo, mollalo!!!Mi aspettavo lo sai, un rapporto un po' più normale quale eventualità, trovagli una collocazione/ora spiegami dai,l'atteggiamento che dovrò adottare.../mentre io rischierei di trovarmi al buio fra le braccia lui...non è il mio tipo.../Lui chi è?
6 - Candidato ex-neo-post democristiano: egli appartiene ad un partitino molto centrista fortemente di destra ma decisamente tendente a sinistra, egli ci guarda dai suoi enormi cartelli, senza per niente sorridere, solennemente. Poiché tutto cio' é inserito in una grande cornice ovale (sullo sfondo blu scuro del cartello)l'effetto complessivo é di una serie di gigantesche foto del Caro Estinto che incombono cupamente sulla strada nel sole meridiano.
Io credooooo, risorgerooooooooooooó...

Fine 1° puntata, continua...

lunedì, marzo 07, 2005


Se dovessi stilare una classifica su i più Pirla del 2005 questo personaggio visto ieri in azione sul lungolago Garibaldi sarebbe sicuramente in testa alla grande.
Sono le 9.00 e il nostro eroico capo-classifica si appresta a passare una domenica all'insegna del "pulisci e svuota" la barchetta a motore più brutta del lungo Mincio. Il natante,ormeggiato a pochi passi dalla crêperie,pare abbia imbarcato molto acqua nei giorni scorsi causa anche l'ultima nevicata di giovedì e cosi il nostro Intrepido si appresta a svuotarla.
La barca però è davvero colma e per avvicinarla a terra si fa molta fatica,ma moooolta fatica!!! Insomma,per farla curta, tira tira e tira naltra olta la barchetta prende una leggera sbandata e succede il patatrac....la prua va sott'acqua completamente e pian pianino la nostra bella barchettina fa la fine del titanic! Vi giuro che non ho mai riso così tanto nell'ultimo mese,salvo ovviamente quando vedo operare la nostra giunta. Il povero padrone nel natante cerca con tutte le sue forze di salvare la barca ma per poco non finisce anche lui nel mincio (allora si che morivo!) e cosi molla la presa e saluta la sua barca. Dopo circa un quarto d'ora di disperazione il nostro simpatico Mr.Bean cosa fa??? Chiamata urgente ai Pompieri!!!! In un batter d'occhio arrivano nell'ordine:camion dei Vigili del fuoco,motoscafo dei Vigili del fuoco,autopattuglia dei Vigili urbani ed infine camion-gru sempre dei Vigili del fuoco accompagnati da sommozzatore super attrezzato per un totale di circa 10/15 persone tutte in divisa e pronte all'azione. Uno spettacolo!
Iniziano quindi le operazione di recupero:sommozzatore in acqua a sistemare l'imbragatura,capo Vigili del fuoco sul camion gru a bestemmiare come un matto,Vigili urbani che transennano la strada e io dall'altra parte del Mincio (in Fraglia per la precisione) che mi godevo lo spettacolo mentre armeggiavo sulla mia barchetta (a vela,chenonsesbaiemo).
Alle ore 12.00 circa il titanic riemerge dalle acque gelide del Mincio e il nostro protagonista tocca subito la barca come per farle una carezza ma lei è ferita ed infreddolita e non lo caga neanche di striscio.
Morale della favola:un bel "Complimenti" ai Pompieri di Bardolino che hanno recuperato sto cesso di barca in velocità e senza dar troppi problemi alla viabilità,un bel "ma quanto Pirla sei" al padrone della barchetta e un bellissimo "che mal de pansa" al sottoscritto che ha ammirato il tutto senza neanche pagare il biglietto. Peccato non aver avuto una telecamera altrimenti quelli di Paperissima mi davano l"oscar!

venerdì, marzo 04, 2005

Pota, quanti magüt!


ULTIM´ORA, 12.02: a Peschiera del Garda la prestigiosa "cazzuola d'argento".
Il CIROEI, comitato italiano per il riconoscimento dell´operosità edilizia e infrastrutturale, ha conferito alla città turistica e d´arte il secondo premio nell´annuale competizione, che stabilisce quale città italiana detenga il maggior numero di gru ruspe e betoniere presenti contemporaneamente sul proprio territorio comunale. La "Cazzuola d'oro" è andata al Sestriere, in preda alla smania costruttiva da olimpiade. Una sobria cerimonia tenutasi a Brembate di Sopra, capitale mondiale della cazzuola, ha sancito il riconoscimento: per il Sestriere era presente la presidentessa del comitato olimpico, per Arilica erano presenti le maggiori cariche istituzionali, visibilmente emozionate. Il CIROEI è presieduto dal signor Ruggeri Antenore (detto Bepo), manovale in pensione della Val Brembana, distintosi durante la sua carriera per l´elevatissimo numero di cantieri nei quali ha lavorato (ben 2340, secondo il dato fornitoci dalla Confmuratori). Grazie ad un rapporto stilato dalla propria controparte cinese, il GOMOCEI (gluppo olganizzato pel monitolale opelosità di Cina in edilizia e inflastluttule), il CIROEI ha altresì stabilito che nel mondo solo la città di Shangai può vantare attualmente più gru ruspe e betoniere di quelle presenti nelle due ridenti cittadine italiane. Dopo aver insignito Peschiera della medaglia d´argento, il signor Ruggeri ha rilasciato ad Arilica Pulita la seguente dichiarazione, sintomatica del fecondo periodo storico che la nostra Arilica sta attraversando: "Certo che quando ü al va in pensiù a l'è pròpe longa, ma ades g'hom sto casso de CIROEI, che l´è compagn de indè a laurà, quando te indé a laurà te ölèt indà in pensiù per mia laurà, quando te indè in pensiù te ölerèsèt amò indà a laurà, magare apena ö falì, per viga ergota de fa. Bon, te Acrilico o come te ciamett te ghè de savè che el paìs de Peschiera se staà d´un beeh, ma d´un beeh che tuc i bergamasc i egneva chè tuc l´istà: "in do 'ndarèt Bèpo- la me dìs la mè ègia ades quand che la egne chè a Peschiera- a stà mèi de ché?". In do 'ndaro? Ma qualsiasi pòst dèl mont a l'è mèi de ché. E no, mama; a so stöf de sta ché in mès a chèl casin ché. E tel dicc, caro Acrilico: l´an che vè, quand che al Sestriere i finiss co le Olimpiade, Peschiera la burlarat det el prim post de la clasifica".
Ma il casino di cui parla il signor Bepo è nulla se paragonato al prestigioso riconoscimento per la nostra Arilica, e al peschierotto non resta che emozionarsi di fronte all´ennesimo premio che cade sulla propria città, nella speranza che l´anno prossimo arrivi la meritata "cazzuola d´oro", premio dell´incrollabile fede municipale per le varianti al PRG e all'orgia di lavori stradali. Nell´immagine: il presidente Ruggeri, mentre si diletta con alcuni lavoretti nel giardino di casa, durante una pausa dei lavori del CIROEI.

giovedì, marzo 03, 2005

Divieto di lucciolare: sono 400 euro. "Concilia?"

La Cassazione ha ribaltato un suo precedente verdetto e ha sentenziato: sono valide le multe ai “clienti delle lucciole” (amanti degli eufemismi, la Cassazione e l’Arena parlano così, noi peschierotti invece ci esprimiamo in maniera un pó piú naif). Ci aspettiamo che ora i nostri vigili riprendano a fare multe ai “clienti delle lucciole”, deterrente che potrebbe funzionare ancora come funzionò nel ‘99, visto che a forza di 400 euro e rotti di multa al colpo il viavai di mandrilli da statale11 diminuirá per forza.
Che sempre un intervento palliativo sarebbe, ma che almeno gioiscano le casse del Comune: é avvilente che dopo tutti questi anni si sia ancora al punto di partenza e che il cittadino debba assistere al triste giochino del guardia e ladri sulla tangenziale ("notti magicheeee, inseguendo un gooolf...", parafrasando bennato e nannini), ma la realtá dei fatti é che il dilagare della prostituzione impone una qualche azione di disturbo, nell´attesa che si concludano il pietoso chiacchericcio e lo scaricabarile all´italiana e che chi ci governa decida sul da farsi, senza piú soluzioni-tampone, che, detto fra noi, hanno un tantino rotto i coglioni. Anche perché, come abbiamo letto qualche giorno fa sulle pagine del giornale locale, “a Peschiera i vigili faranno i vigili”, e che gli stessi vigili saranno di più e “più presenti sul territorio”, quindi problemi di scarsità di personale multante non ce ne dovrebbero essere.

mercoledì, marzo 02, 2005


Un coloratissimo porto di Arilica, negli anni ´50. Poi arrivarono l'imbarcadero della Navigarda, il turismo di massa, le macchine di massa, i cocomerari, i banchetti de aole e paciughi e il distributore autodiportistico. Abituati come siamo all´attuale lamierificio (quello che chiamiamo parcheggio), la piazza sgombra fa un certo effetto (non che nei fifties fosse poi così fosse bella, anzi, era a dir poco squallida). Nel dibattito (latente e perdente) intitolato "via le macchine da piazza del porto sì/via le macchine da piazza del porto no", l´arilicense pulito si è sempre schierato per il sì e per la creazione di una propaggine verde verso il Benaco. Purtroppo tutti quelli che negli anni hanno sommessamente proposto di togliere le macchine e fare un giardino (o qualcosa che ghe someja) sono sempre stati respinti con perdite, con tanto di accompagnamento di peti, fialette puzzolenti, miccette e vari rumori molesti: vedere il parcheggio trasformato in giardino fronte lago rimane ahimè un sogno per inguaribili romantici, visto che da questo orecchio il politicus (di tutti i colori) continua a non sentirci, e il parcheggio del porto continua a rimanere tale nei secoli dei secoli amen (Sarà una comprensibile affezione al tintinnio delle monetine dei parcometri? Sarà che il politicus sotto sotto ha una passione incoffessabile per la puzza delle macchine al porto? Sarà che alle nostre latitudini la parola "verdepubblico" si sta sempre più trasformando in una parolaccia? Sarà perchè ti amo o sarà quel che sarà?).

martedì, marzo 01, 2005


La giunta batte anche il gong, e il folle amore per il cemento continua.
A pochi minuti dall'entrata in vigore della nuova legge urbanistica regionale, la nostra celebratissima maggioranza colpisce ancora: ieri sera in consiglio approvata una pioggia di varianti e variantine al PRG (e sono più di 30 in 2 mesi se non abbiamo contato male), fra cui la trasformazione di alcune vigne in arnie di moderna concezione. Ormai molti danni sono già stati fatti, la nuova legge regionale potrà fare da calmiere ma il grosso del lavoro lorsignori lo hanno già portato a termine (in meno di 8 mesi di legislatura, roba da guinnes dei primati). Non domandate loro il perchè di tutte questa varianti, vi risponderanno con tono dogmatico che il Piano regolatore aveva delle "lacune", e non vorrete mica lasciare delle lacune in una città turistica d'arte, vero, che figura di merda ci facciamo poi coi turisti e gli artisti?
Molte le altre cose approvate ieri sera, fra le altre dimenticatevi il concetto di "Camping San Benedetto", perchè il tutto diventerà un mega albergone. Idee nuove per il paese,"riqualificazioni" vere, opere pubbliche intelligenti, aree verdi, dibattiti su cosa fare del patrimonio storico dismesso e abbondonato? Beh, di tutto questo neanche l'ombra, ma d'altronde sarebbe come aspettarsi che Dracula suonasse al campanello dell'AVIS per donare il sangue, come minimo ci sarebbe da preoccuparsi.
P.S: duole constatare che, nonostante le interrogazioncine striminzite, la minoranza NDCS è sempre più addormentata e silente, ormai i boys e le girls sono in catalessi, probabile che manterranno questo stato finchè l'ipnotizzatore li sveglierà a fine legislatura ("fino a quando lo dirò io"...il borgomastro come giucas casella).