venerdì, ottobre 29, 2004

Pensierino della mattina

Chi vuol esser arilicense pulito sia, del doman non v´é certezza

giovedì, ottobre 28, 2004

Clamoroso ai Bagni Renso!

Quelli che sono usi passeggiare sul lungolago in questi pomeriggi autunnali hanno una splendida visione: ai Bagni Renso una ragazzina inglese che, placida e beata, si tuffa nel Benaco e si spara il suo bagnetto fuori stagione mentre l´intera famigliola la osserva compiaciuta. Che ormai sarebbe anche il 28 ottobre...
Non sapete cosa sono i Bagni Renso? Dai su, ma che arilicensi siete?

Dottore dottore, dottore dal buso del cul

Da oggi Arilica ha uno studente in meno e un ingegnere in piú.
Congratulazioni a Marcolino!
P.S: girare per Brescia con addosso la maglia del capitano (nonché zio) dev´essere stata la ciliegina sulla torta, o no?

mercoledì, ottobre 27, 2004

Donne e chivi dei paesi tuoi

La primizia, la frutta non di stagione, non va comprata, questo diceva la nonna e dopo di lei anche la mamma. Sono considerazioni che credo si facciano dagli anni Cinquanta, e in mezzo secolo sono state fatte così spesso da inflazionare il concetto fino a ridurlo a luogo comune, inservibile nelle conversazioni di un certo tono (mai fatta una conversazione di un certo tono in vita mia, ma non si sa mai).
Ma, una volta entrato nel turbine consumistico da supermercato, anche l´arilicense pulito ma influenzato, quindi bisognoso di vitamina C, non tiene conto del consiglio dei suoi avi e della sua mamma e si butta sul kiwi neozelandese (a 2,78 euri al chilo). Peccato che peró, una volta in europa, il kiwi neozelandese dopo celle frigo navi e viaggi intercontinentali si riveli ovviamente una discreta merda: acido, spappoloso, praticamente immangiabile. E ti vien da pensare a tutte le piantagioni di kiwi che si vedono a Sandrá, Pastrengo, in Valpolicella. E ti vien da pensare al compaesano famoso con la fazenda piena di kiwi a Rivoli. Ma per gustare il kiwi nostrano maturo a puntino bisogna aspettare ancora un mese e mezzo, e pare brutto...mettiamoci nel carrello il fruttino smarso e caro impestá che viene dagli antipodi.
E’ sempre una perdita quando una verità, anche piccolissima, diventa indicibile perché è diventata luogo comune, ma noi la diciamo lo stesso: kiwi neozelandese, vaffanculo!

L´uomo del monte (ha detto NO)

martedì, ottobre 26, 2004

Cenerentarilica

Venerdi scorso nuovo consiglio comunale. Chi c´era racconta di Arilica come di nuova Cenerentola, perché si, ci sono fate e fatine che si adoperano tutti i venerdi sera per trasformarla in una sfarzosa principessa. C´era anche una fatina di maggioranza che si asteneva dal magheggiare, ma di lui nessuno si curò. Poi c´erano i soliti guastafeste, nella persona del popolino, che osavano protestare ad alta voce per le nuove magie operate, ma niente, Arilica-Cenerentola sarà presto realtà. E allora, eccola qui la favola nostrana, di provincia: venerdi in consiglio c´erano fate che trasformano ex vivai bruciacchiati in zone edificabili, ex campi di fronte a scuole elementari in zone edificabili, che aggiungevano arnie incantate ad altre giá pronte. Ma soprattutto, fate e fatine si sono adoperate per il miracolo definitivo, quello che provoca stupore e ammirazione: per il laghetto del Frassino è pronta una “riqualificazione ambientale”, formuletta magica che nasconde meraviglie che ci lasceranno a bocca aperta,vedrete che roba.
Arilica, ti stanno mettendo le scarpette di cristallo, e tu non dici niente? Non ringrazi nemmeno?

Walt Disney

lunedì, ottobre 25, 2004


Questo è un pezzo del famoso inverno (che poi sarebbe ancora autunno...) sul lago. Per la precisione, questo è un pezzo di lago quasi "de na olta",una cartolina che se fosse in biancoenero non ci si stupirebbe:canneti,capanni,folaghe che provano a sfuggire al fuoco nemico,foschia,acqua bassa,ecc.


A destra: Arilica! Dritti: e chi lo sa...

Iperattivitá

In uno slancio di magnanimitá che non ci lascia indifferenti, l´alberghiero di Bardolino FORSE vuole trasferire nuove classi ad Arilica, ipotesi auspicabile che farebbe solo bene al paese, ma siamo ancora a livello di ipotesi, nessuna certezza.
Insomma, arriva l´input da Bardolino e Arilica che fa?
Eccola qui Arilica, per bocca del viceborgomastro: “Peschiera sembra molto ricca di spazi, invece vanno ricercati, attivati o riattivati. Si potrebbe lasciare la scuola dove si trova ora, eventualmente si può pensare a rialzare la struttura. Comunque mi attiverò personalmente, in tempi rapidi, per individuare gli spazi indispensabili”.
Dai su, attiviamoci rapidamente per attivare e riattivare, o eventualmente, nel dubbio, attiviamo come di consueto le betoniere, rialzando di qualche piano la struttura attiva e lasciando inattivi gli spazi da attivare.
Il principio attivo é noto,basta solo attivarsi.

Isattivo


Avevo preparato un post articolato per sfogare la mia rabbia su una tematica ormai obsoleta, ma non per questo accantonata. Ma reputo necessario solo ribadire:

BASTA PROSTITUTE SULLE STRADE DI ARILICA.

Vergogna!Vergogna!Vergogna!Vergogna!Vergogna!Vergogna!Vergogna!
Vergogna!Vergogna!Vergogna!Vergogna!Vergogna!Vergogna!Vergogna!
Vergogna!Vergogna!Vergogna!Vergogna!Vergogna!Vergogna!Vergogna!

Una Rotonda sul Lago

Percorrendo sentieri di terre straniere, con mio immenso stupore, ammirazione e prostrazione,in conflitto con sentimenti di astio e di odio che animano il mio spirito nei confronti della sponda bresciana, ho trovato a rimpiazzare tre incroci famosi per le loro code ed ingorghi magnifiche rotatorie con tanto di alberi, aiuole, cespugli e illuminazioni. Nel giro di poche settimane, l’amministrazione di questo borgo, distogliendosi dalla normale routine di cementificazione della campagna con case popolari tipo borgata barca di torino e orrendi progetti di fontane in mezzo al lago, ha arrecato un beneficio alla propria popolazione migliorando la viabilità e, udite udite, piantando degli alberi.
Questa vicenda penso possa aiutare i benpensanti arilicensi, magari guidarli verso l’illuminazione: piantare degli alberi non è un’attività rituale esclusivamente limitata alle classi elementari delle scuole della val gardena.
Studi statistici su scala internazionale danno ormai prova certa dell’utilità delle rotatorie ed in ragione di ciò, un periodo di prova di 10 mesi pare eccessivo. Capisco che l’imminenza di tale opera (mi riferisco alla rotonda di corso milano) fu dettata da una ferrea scaletta di impegni politici successivamente alle ultime elezioni (in tal modo chi chiamato in causa ha dimostrato di saper mantenere gli impegni assunti. Grande!), ma lasciatemelo dire: quella rotatoria composta da spartitraffico di plastica bianchi e rossi è veramente una schifezza, una vergogna, è inguardabile, nemmeno i cantieri sulla palermo-reggio calabria hanno tale aspetto. Mi vien persino da ridere quando penso ai budget stanziati per tale opera!!! Io scommetto che i tanti vivai della zona farebbero a gara pur di poter allestire gratuitamente o quasi le aiuole della rotonda pur di farsi un po’ di pubblicità.
Concludendo, politica a parte, mi preme sottolineare che nei borghi limitrofi hanno piantato degli alberi. Non vi nascondo l’invidia che provo.

A.

venerdì, ottobre 22, 2004

AMARCORD


Ho trovato questa perla e ve la piazzo lì.
Quando ripenso ai mercoledì di "Coppa" mi viene ancora la pelle d'oca.
Mille palloni nel Mincio ma quasi sempre recuperati con stratagemmi degni delle giovani marmotte, pallonate contro la vetrata del vecchio bar Centrale,il Supertele (magari con la faccia di Fanna impressa) che finiva matematicamente sul poggiolo e i vigili che tentavano di farci smettere di giocare.
Adesso non c'è l'ombra di un ragazzetto che scorrazza per le vie del centro nel pomeriggio Arilicense mentre a quei tempi eravamo tantissimi. Il Martedì grasso era guerriglia urbana vera e propria,le uova volavano che parevano missili aria-aria e la schiuma da barba copriva quasi interamente la pavimentazione della piazzetta...che tempi.
Partite indimenticabili di "Guardia e Ladri" che finivano più o meno verso ora di cena...il nascondiglio Banca!!!
Vi lascio il week end per rimembrare i bei tempi andati e sognare un Arilica piena di bambini che giocano a guru o a rialzo invece del nulla di oggidì.

P.S. Nell'istantanea potete notare i giovani arilicensi ai bei tempi che furono prendere a calci un pallone dietro la chiesa di S.Martino. Io sono quello con la maglia numero 11 di Elkjaer ovviamente...che non se sbaiemo.

AP nostalgica
AP bambina
AP giallo-blu

PREBEN CIOLEN ELKJAER

giovedì, ottobre 21, 2004

Ui ar Arilica, ui spic a veri gud inglisc

Il turista anglofono,alla ricerca di una "cittá turistica e d´arte"che risponda alle sue esigenze si butta nel grande mare magnum di internet e si imbatte in Arilica, che "turistica e d´arte" lo è per definizione (sulla "cittá" il dibattito è aperto, noi lo chiuderemo volentieri con una sonora pernacchia). Lo straniero, ammirato dalle immagini che gli vengono proposte, è ormai certo di aver trovato una perfetta meta per la sua escursione fuori stagione, decide che è giunta l´ora di visitarla questa Arilica e risciacquare i panni in Mincio (o era l´Arno?).
Wonderful questa Arilica, ma cosa faranno mai a dicembre per intrattenere l´ospite? Imbattutosi nella sezione "eventi" del sito ufficiale del comune, al signor John (o Johann) vattelapesca non resta che aggrottare le ciglia, pensoso: ma cosa sará questo "LAKE CRIB" che perdipiú è "IN THE VISIBLE MEANS CHANNEL FROM ST.JOHN´S BRIDGE"? Oibó! E durante questo "CONCERT OF NATIVE" chi suonerá? Un indiano di qualche oscura tribú in via d´estinzione(i Navajos e i Sioux sulle sponde del lago di garda)? E a luglio, quando c´e´stata la “BAND IN CONCERT FROM GRAIT BRITAIN”, da dove li avranno chiamati sti musicanti? E ad agosto, quando ad Arilica attorno alla fortezza hanno fatto la gara della barca che continua a crescere (“growing boat competition around the fortress’ walls”),quanto grande l´avranno fatta sta benedetta barca? Il turista anglofono, attanagliato dalla curiosità, prepara in fretta e furia i bagagli e dirotta verso Arilica, mondo fantastico dove succedono cose meravigliose, certo che, una volta rincasato, potrá raccontare agli amici di aver visto cose “che voi umani non potete immaginare”.

P.S: ma mettere a curare il sito qualcuno che sappia un pó di inglese? Forse che nella definizione di arte rientra anche l´arte di arrangiarsi?

Isaparlacomemangia

Ah, il fluire delle stagioni...

Sabato notte torna l´ora solare e se ne va quella legale (sí,per buona parte dell´anno l´ora è illegale,ma,come per tante altre cose,facciamo finta di niente...). Dai primi d'ottobre fino al ritorno dell'ora solare all´arilicense pulito prende una leggerissima depressione stagionale,che va di pari passo con le mancate ore di luce. Arilica comincia ad essere immersa nelle pioggerelline e nelle prime foschie,i primi giubbottini e un po´di malinconia ma anche tanta meravigliosa quiete. Poi,dall'ora legale al solstizio d'inverno ci si rassegna alle giornate corte e si tira avanti,godendosi la magnificenza del Benaco d´inverno e soprattutto la magnificenza della Gardesana orientale sgombra dalle macchine e dal turistame (Arilica-alto lago 50 minuti,finalmente). Dal solstizio d'inverno in poi solo freddo boia alternato a nebbia,ma l´arilicense pulito si fa forza con le giornate che si allungano un giorno dopo l'altro. Con l'equinozio di primavera torna anche tutta l'energia,con uno scatto sensibile in coincidenza del ritorno dell'ora legale. Con l'energia,si sa,si accumulano ormoni e si inizia a guardare l´altra metá del cielo con rinnovato interesse,come un frutto maturo e succulento: ma il rigore,l´educazione e la naturale propensione alla monogamia ci impescono di addentare detto frutto (trattasi solo di gustosa metafora, che no se sbaiemo...). Poi viene l'estate,e l'energia inizia piano piano a sfarsi con il caldo.
Poi si ricomincia.

Antonio Vivaldi

mercoledì, ottobre 20, 2004

Podismo

Nato e cresciuto in uno dei posti piú battuti dalla categoria, osservo mio malgrado da una vita i/le disgraziati/e podisti/e di casa nostra. Per i tanti arilicensi che svolgono anonimamente e con passione la loro corsetta preserale o mattutina, ce ne sono altrettanti che possono essere catalogati in categorie-tipo, arilicensi (e non) che fanno di tutto per non passare inosservati. Ogni riferimento a fatti e persone realmente esistente non è assolutamente casuale, anzi:

Il maratoneta: corre indomito nella sua Arilica per conquistare un giorno quei 42 chilometri e 195 metri di fatica, costanza e resistenza. Abbigliamento tecnico e impeccabile, Gianni Morandi e Linus sono i suoi miti, quelli che ce l´hanno fatta. Sogna il ponte Da Verrazzano e l´arrivo a Central Park, lui, unico fra i bianchi a contrastare l´egemonia africana nella grande mela. Svegliaaaaaaaaaa!

Culo e camicia: ostentano un certo machismo, ma in realtà sono parte del gruppo che fa da maggioranza in Europa (questo secondo il raffinato ministro per gli italiani nel mondo). Scicchissssssimi.

Le Fiji 1+1fa2: le Fiji 1+1fa2 scodinzolano sempre in coppia, mai da sole e mai in tre. Sempre e solo in coppia. Il passo e´quello di chi alle superiori rimediava una sufficienza stiracchiata in ginnastica, percorrono 2 chilometri e mezzo in 49 minuti netti, spettegolando allegramente per i primi 5 per poi incorrere in una crisi respiratoria che impedisce loro di continuare a sparlare. Dette anche, rispettivamente: cori e tasi.

La Fiji full optional: fisico scultoreo e passo sicuro, é la quintessenza della fiji di legno, ma e´un gran piacere osservarla podistare mentre si porta a spasso lettore mp3 con cuffie a raggi infrarossi, tuta triacetato della NASA, scarpa ultraleggera con rinforzi strutturali in fibra di carbonio, perizoma che fa capolino durante lo stretching.
Detta anche: bionda, beato chi ti conta.

Le Fiji per niente fiji, anzi: spesso sole, altre volte accompagnate da cadenassi loro simili. Cercano nel podismo da lungolago il loro nirvana, e non è detto che non lo possano trovare, magari sotto forma di qualche podista (masochista) di sesso opposto voglioso di condividere con loro uno scambio di umori e/o liquidi.
Dette anche: corí fin che volí, che tanto de pippoli no ghe ne ciapí.

Quelli che “anche stasera a correre”: si mettono la tuta due volte al mese, ma si bullano con gli amici di essere assidui e formidabili corridori. Sono i nipoti dei pescatori di lucci lunghi 2 metri e 20 e figli dei casanova da bagnasciuga, quelli da “ai me tempi, 2 straniere per notte, quando la nasea mal...”.

Lo straniero: vestito alla bellemmeglio, svolge la sua uscita podistica vacanziera all´alba (i primi temerari alle 6.30, gli ultimi non oltre le 8.30), con encomiabile impegno, godendosi il panorama e la quiete mattutina. Il passo è quello che è, ma non gli si puó chiedere tutto.

Il migliore amico del cane: non avrebbe niente di particolare, senonché…..si porta il cane a correre con lui. Fufi peró mostra una certa disaffezione al padrone, che manifesta senza reticenza: dopo 10 minuti di corsa si ferma (e te credo…) e si piazza immobile sulla carreggiata. Il padrone gioca la carta della diplomazia e del dialogo, provando a convincerlo che “dai su, correre fa bene anche a te” (sentita con le mie orecchie).

La leggenda: la leggenda compie lo stesso percorso da anni (San Benedetto-Campanello e ritorno) sempre alla stessa ora (13.40 davanti a casa mia, natale e capodanno compresi). Capello a spazzola e calzamaglia nera, su di lui girano storie le piú varie e improbabili, ma quello che ci interessa è ben altro: il suo passo, sempre speditissimo nonostante gli anni che passano, è il segno che un antidoto contro il logorio della vita moderna esiste eccome.

La squola di polizia: durante la corsa mantengono il tipico atteggiamento marziale di chi avra´a che fare nella vita con ordine e giustizia: li senti strillare da 600 mt di distanza, scollacciatissimi fra la testa e coda del gruppo, il piu´atletico rotola, lumano tutte le donne che gli capitano a tiro. Il tenente harris il capitano lassar switchack tackulberry jones mahoney li osservano da lontano, e sghignazzano anche loro.

I vestiti “a cipolla”: hanno letto su qualche illuminata rivista che la percentuale di panza sciolta durante la corsa e´direttamente proporzionale al sudore sviluppato durante la medesima. Quindi loro, astutissimi, indossano nell’ordine: maglietta della salute di cotone dentro e lana fuori, felpa col cappuccio di cotone pesante, maglione da sci fatto dalla nonna, kway tipo circolo polare artico, sciarpa, guanti, calza in lana norvegese.

L´ex “atleta”: una vita passata fra amatori, seconda e terza categoria e poi d´improvviso le scarpe al chiodo. Il rigonfiamento sul davanti, gia´pronunciato in tempi agonistici, assume ora dimensioni inquietanti. E allora via, sul lungolago a sbuffare, in una strenua (e destinata a sicuro fallimento) lotta contro quella bolla molliccia che si è formata lí davanti sopra la cintura.

Dorando Petri

martedì, ottobre 19, 2004

Lotto alle otto

Per tornare su un argomento già trattato (vedere post precedenti circa “l’accozzaglia di imbarcazioni lungo il mincio” e successivi botta-e-risposta). Sono state rese note le nuove graduatorie di assegnazione dei posti barca presso il porto di Peschiera, il canale di mezzo, il porto dei Bergamini a S.Benedetto: il tutto è classificato per modulo (in base alle dimensioni delle imbarcazioni) e categoria (per natanti della pubblica sicurezza come CRI, Protezione Civile, ecc., per i possessori di licenza di noleggio e per i residenti – che hanno precedenza, poi per i non residenti).
L’assegnazione per estrazione si è tenuta qualche giorno fa presso l’Ispettorato di Porto di Verona, istituzione responsabile della gestione dei posti barca: il singolo comune non ha, apparentemente, rapporti diretti e/o influenze su tale gestione.
Ma la cultura del sospetto, si sa, appartiene alla genetica del popolo italico: il massimo slancio lo si ha sulle presunte congiure arbitrali della domenica (l’analfabetizzato Biscardi ci campa da quasi 30 anni…), per poi arrivare alle piccole e grandi cose della quotidianità.
Al pulito cittadino medio che sfoglia le graduatorie di cui sopra nasce il sospetto: chissà perché, nelle primissime posizioni, si trovano quasi tutti personaggi legati, in un modo o nell’altro, alla municipalita´ o all’ispettorato stesso? Sfogliare per credere!!!
Noi che vediamo chiarezza e trasparenza ovunque, riteniamo si tratti di coincidenza. Una semplice, pura, inopinabile coincidenza.
Arilica Pulita non vuole giudicare, puntare il dito o accusare: si colloca, super partes, a fianco del cittadino comune che vuole capire, limitandosi a raccoglierne umori, pensieri e domande che ci auguriamo tutti trovino risposta al più presto (magari proprio sulle pagine di questo sito, aperto a tutti, senza preclusioni).
AP osserva!
AP vigila!
AP c’è!
PS: caro amico ignoto che sollevasti il problema dell’”accozzaglia di barche lungo il mincio”, ti è forse più chiara la situazione adesso?

Ardelica Pischeriae

lunedì, ottobre 18, 2004

Giusto per il gusto dell’informazione.
Da circa 5 giorni negli appartamenti di mio padre ed in quello di mio zio sono presenti delle fantastiche crepe a tutto muro. Le crepe si estendono sulle pareti dell’ingresso ed in quelli della cucina in maniera identica su entrambi i piani.
Qualcuno di voi ha rilevato scosse sismiche in quel di Arilica negli ultimi giorni? Non me par!
Visto che all’inizio dei lavori del “meraviglioso” hotel in Via Dante i professionisti della trapanazione sono riusciti a bucarci nell’ordine: muro del corridoio d’ingresso (vicino alle canne del gas) e parete camera matrimoniale 2° piano (riuscendo a colpire addirittura un quadro), qualche dubbio ci è venuto…
L’ingegnere di turno dice che a fine lavori sistemeranno tutto con una bella passata di stucco!
Adesso si che son tranquillo…si,di vivere da un’altra parte!

Grazie ancora a chi,dall'alto della sua magnanimità, ha permesso che facessero in centro paese una roba del genere.

Ciola

El Moleta


Arilica, sabato mattina, ore 8.33.
L´arilicense pulito se ne sta li´, al caldo nelle coltri del suo lettuccio sprofondato nel letargo quando, piano piano in lontananza sente arrivare una voce.
Che cresce.
Diventa quasi un grido e si avvicina ancora di piu´. Una cantilena monocorde, sempre uguale.
Il volume aumenta, aumenta, aumenta. Esce da un megafono, sei troppo rincoglioglionito per esserne certo, ma pare cosi´. Nel dormiveglia, l´arilicense pulito comincia a credere che sia un terribile incubo: vuoi vedere che nottetempo i maomettani mi hanno costruito la moschea dietro casa e d´ora in poi verro´svegliato tutti i sabati mattina dal muezzin?
Ora rimbomba nella strada.
"Donne venite!"
Donne?
"Avanti donne, E´arrivato l´arrotino, l´arrotino affila coltelli, mezzelune..."
Si, donne venite, scendete in strada in massa e lapidatelo.
"L´arrotino! L´arrotino e l´ombrellaio!"
Cerchi di alzarti ma non ce la fai. Vorresti spalancare la finestra, puntare, mirare e prendere a fucilate l´arrotino, l´ombrellaio e anche le gomme della macchina, cosi´se sopravvivono li raggiungerai sul marciapiede e li finirai li´, senza pieta´. Non prima di aver distrutto a calci l´altoparlante. Ma non puoi, dicono sia proibito.
Soffri. Sono le 8 e mezza cazzo! Bestemmi forte il santo patrono del moleta, provi a stringerti il cuscino sulla testa, ma non basta: si e´montato sul tetto dell´arrotino-mobile un impianto di amplificazione da concerto di Vasco Rossi a San Siro.
Poi il suono sfuma, stavolta se ne va davvero. Si allontana.
Ancora un´ultima eco: tenue nelle distanza una frase su certe lame spuntate, la solita pietosa cantilena ripetuta all´infinito.
Sono le 8.49
Addio, uomo d´altri tempi che hai svegliato mezza Arilica alle 8.33 del sabato mattina e non hai arrotato un cazzo, neanche un trinciapollo (ovvio, chi mai uscirebbe di casa porandosi dietro le forbici e i coltelli per poi rincorrere in pigiama la macchina di sto rompicoglioni, se non per accoltellarlo?).
Nella foto: la maschia determinazione del moleta de na olta, bisbisnonno del misterioso disturbatore della quiete pubblica d´oggidi´.

Visa

Ocio al cioco!

Meno di mezz´ora fa milionesimo incidente (panda rossa e non meglio identificata utilitaria grigia le protagoniste) allo stop di fronte alle scuole medie, che si appresta ad entrare nel gotha degli incroci piu´incidentati d´europa.
Dallo stop si vede poco e niente di quello che arriva dalla strada, lo specchietto posizionato di fronte non serve a far scorgere le macchine in arrivo sul lungolago e la massaia, disattenta e poco plastica nei movimenti all´interno dell´abitacolo, tende a buttarsi in mezzo alla strada senza torcere troppo il collo per scorgere se (per caso) sopraggiungono macchine da sinistra. Ed e´ subito patatrac (elettrauto e carrozzieri di Arilica ringraziano deferenti).

venerdì, ottobre 15, 2004

Mal comune zero gaudio

Qualche amico arilicense puntiglioso e precisino ci fa notare una cosa, che se non fossimo poi cosi´amici potrebbe anche essere catalogata come estrema cazzata: “cosa vi lamentate dell´edilizia di Arilica, guardatevi attorno, e´cosi´dappertutto ormai”. Quindi se anche altrove fanno casupole assurde e scriteriate, dovremmo evitare di puntare il dito contro quelle che ci spuntano sotto il naso? Ora, al di la´della chiara superiorita´ estetica dell´edilizia di altri paesi lacustri, vogliamo paragonare con Arilica i paesotti limitrofi facenti gia´parte del Piano Padano (anche perche´fra TAV e superstrade e capannoni e miniappartamenti le colline moreniche fra qualche anno saranno solo un ricordo e tutto sara´spianato, con buona pace dell´orografia)?
Noi ad Arilica non vorremmo vedere (ma ormai diciamo “non avremmo voluto vedere” visto lo stato delle cose) un solo edificio incongruo e disarmonico e BRUTTO, ma solo case magari non “ricche” ma fatte con criterio, di stile e dimensioni compatibili col famoso contesto originario, che per chi lo avesse dimenticato e´il LAGO DI GARDA e non il groviglio di strade autostrade capannnoni macchine arnie-da-250-abitanti-cadauna centri commerciali chiamato pianura lombardo-veneta, sulla quale (quando va bene) si stende il velo pietoso della nebbia. Noi, originariamente parlando, saremmo un´altra cosa, saremmo (eravamo?) clima quasi accettabile e ulivi e barchette di legno e vino buono e ochette nei canali e secoli di storia gloriosa e fortezza e forti e lago, perdio, LAGO!
P.S: scusate se risultiamo pedanti sull´argomento, ma ai nostri occhi questo sembra essere l´argomento con la A maiuscola. Nel caso il fastidio risultasse essere insopportabile, potete sempre cambiare canale (e godervi il panorama).

Edouard Le Corbusier

mercoledì, ottobre 13, 2004

Il paese dei tortellini

Tre volte a settimana mi reco in quel di Valeggio per praticare uno dei cosiddetti sport minori. Da buon Arilicense Pulito mi piace osservare tutto quello che succede dentro e fuori il nostro amato paese. Una cosa che ho notato subito è che nel palazzetto (una meraviglia) si praticano un notevole numero di sport (volley, basket, judo, karate, taekwondo, ping pong, danza artistica e pallamano) e c’è un via vai non indifferente per un borgo delle dimensioni di Valeggio. Sarebbe davvero bello vedere anche nella nostra palestra un cosi alto numero di giovani sportivi ma ahimè non è cosi. Nota dolente che ha caratterizzato però l’ultimo allenamento è stata il furto delle mie scarpe dallo spogliatoio (Puma bianche,numero 42 e mezzo,semi-nuove chelavacadesomare) che ahimè il mister si è dimenticato di chiudere a chiave (lo spogliatoio, non le scarpe).
Lasciando però la palestra noto che anche qui l'ormai conclamata malattia infettiva dell'edilizia tipo polli in batteria ha colpito, ho contato ben dieci gru solo guardando alla mia destra ( e il paese è dall’altra parte) quindi potete ben capire cosa stia succedendo anche li.
Sinceramente non so se i valeggiani siano contenti di quello che sta succedendo (mia mamma, che abita li´, NO) sul loro territorio cmq non è possibile vedere che ovunque ci sia una metro quadro libero si debba per forza di cose tirar su una casa. Forse aspettano la cementificazione del Sigurtà con gioia ma dubito fortemente....

U.M.

martedì, ottobre 12, 2004


Il gabbiano, masochista e un pò cialtrone, chissà perchè ma mi suole stare attaccato al suo simile, per ricreare un microcosmo appiccicoso e intriso di guano (leggi merda di gabbiano) anche sulle isolette affiorate quà e là vicino alla riva per la mancanza d'acqua nel lago (questa e' spuntata lungo la passeggiata Cappuccini-Fornaci, all'altezza del camping b.i.). Domanda: ma mettersi sulla terra ferma e stare larghi, brutto? Forse che questo sia uno stratagemma per passare al compostaggio domestico e ottenere una riduzione sulla famigerata TA.RSU, la Tassa Rifiuti Solidi Urbani?
 Posted by Hello

lunedì, ottobre 11, 2004


Ai vostri posti....pronti....VIA (...si, ma dove?)! Posted by Hello

Nuotiamooooo, e' tanto tempo che non lo facciamooooo.....


Cari arilicensi, un impulso misterioso ci diceva che avevate bisogno del caso eclatante mai menzionato prima su questo sito, et voila´: lo stato di abbandono dell'ex piscina comunale vi basta a farvi sobbalzare sulla sedia?
Crediamo di essere tra i pochi fortunati ad aver usufruito, da bambini, di tale servizio: la struttura era, all'epoca, moderna e funzionale ma fu ben presto chiusa e lasciata al degrado più completo.
Dimenticata da tutte le amministrazioni che si sono susseguite negli anni, ad oggi non è più nemmeno catalogabile come struttura per la balneazione: recuperare oggi questo luamar comporterebbe sicuramente una spesa esagerata. Che sia stata ignorata per gli elevati costi di gestione? Non sarebbe stato invece più conveniente mantenerla efficiente, considerando gli alti costi di costruzione? Ad oggi, un'eventuale ristrutturazione (per non dire distruzione-del-rudere-e-ricostruzione-da-zero-di-una-nuova-struttura) significherebbe ripagarla per nuova: non sarebbe convenuto mantenerla in vita? Domande che si perdono nelle nebbie della prima e se e´per quello anche della seconda repubblica (ma esisterà veramente o e' solo una leggenda metropolitana? Brancoliamo nel buio...).
E comunque, giunti a questo punto di mostruosita´cementificatorie, Arilica Pulita e´ assolutamente per la politica del NON fare (repetita juvant): Arilica ha bisogno di far rifiatare le casse, di non indebitare le future gestioni con inutili megalitiche opere e, soprattutto, di smetterla di costruire. Non serve più neanche un muretto di cinta: pulire l´esistente (mura e forti in primis), piantare un bel po' di alberi per nascondere il ciarpame accatastatosi negli anni sul territorio e BASTA! Se faccio una foto aerea di Peschiera non trovo un solo posto dove sia il caso di costruire ancora.
Come testimoniano le foto scattate ieri mattina, lo spettacolo per chi si addentra nella traversa di Via Milano è desolante: internamente, l'edificio è più simile ad una discarica che ad una piscina, i rivestimenti della vasca sono andati a farsi benedire come pure, c'è da scommetterci, anche i sistemi idraulici, gli spogliatoi e tutto il resto. All'esterno, una ringhiera da rischiare il tetano solo a guardarla ed una savana dove non sfigurerebbero un paio di leoni ed un urlante Tarzan (Johnny Weissmuller, quello originale). Quasi sicuramente la struttura ha dato/da rifugio a qualche disperato: ricorderete che qualche anno fa ci hanno trovato anche un bel cadavere ancora fumante, dentro le ex piscine.
Capita poi di leggere, l'intervista raccolta dal settimanale SportWeek (allegato del sabato della "rosa") alla nuotatrice olimpionica monzambanese Alessandra Cappa: racconta dei sacrifici sostenuti per arrivare alla convocazione in nazionale, alla classica spola casa-scuola-piscina sempre di corsa, considerando che la carenza di strutture vicine a casa mi obbligava a spostarmi tutti i giorni alle piscine comunali di Desenzano...Crediamo che molti altri meno blasonati nuotatori avrebbero usufruito della piscina e che anche qualche indeciso sportivo della domenica si sarebbe fatto ammaliare dalla struttura a due passi. Ma ormai è troppo tardi, temiamo. Purtroppo Arilica non riesce piu´a essere polo di attrazione per niente e per nessuno, a parte le targhegialle in accampamento estivo e il bestiame in servizio permanente effettivo che gira attorno (e anche dentro...) alle operatrici da strada (che ora son da strada, ma c'è chi scommette che un giorno non lontano saranno da miniappartamento, vabbè, son cose...).
E' un quadretto triste e dolorosissimo per tutti noi peschierotti, ma che forse non si allontana troppo dalla realta', che ne dite?

Ardelica Pischeriae featuring Isa
 Posted by Hello

Che fine farà la nostra scuola?

Come tutti sanno le scuole elementari di Piazza d’Armi sono state chiuse a favore di quelle nuove costruite in zona Porto Vecchio.
Adesso l’edificio è, come si poteva immaginare, allo sbando,cade a pezzi e fa quasi ribrezzo alla vista. Se penso che lì ho iniziato (come tanti di voi) la mia carriera di studentello svogliato e spesso disattento ma che poteva dare di più mi vien quasi da piangere a vedere si tanto degrado.
Ma che fine farà la NOSTRA scuola? Ieri per esempio c’erano i boy scout che giocavano,cantavano e grigliavano salamelle e costate ma oltre questo a cosa può servire in questo stato? Perché non raderla al suolo e fare un bel parco giochi pieno di verde e fiori? Visto che ormai il danno,gravissimo, è stato fatto,cioè quello di portare le scuole fuori dal centro storico,cerchiamo almeno di recuperare questo spazio prima che cada sulla testa di qualcuno.
Sarei proprio curioso di sapere se ci sono dei progetti riguardo quest’edificio ma penso che al momento i pensieri dei Potenti siano indirizzati verso altre cose…oppure se ci sono sicuramente li hanno concentrati (che fadiga eh?!?!) sui soliti progetti e cioè: TIRAR SU CASE! (per lo più brutte o molto brutte).
E vi giuro sulla cosa che ho più cara che se qualche luamar osa costruire delle case anche lì mi farò cementare vivo sul terreno a costo di fermare un’altra offesa alla nostra Arilica.
C’è un'altra cosa che mi è poco chiara…come mai alcuni residenti del centro storico possono parcheggiare la loro macchina sul piazzale della scuola ed usare lo sbocco sul mincio come posto barca abusivo?? Non mi pare che queste persone diano un servizio alla comunità che prevede come ricompensa o premio la gestione dei suddetti spazi.
AP si interroga.
AP vuole sapere.
AP esige.

Umberto II di ARILICA. (Il primo era mia nonno,che non se sbaiemo).

C' era una volta l'Hotel Milano


Da qualche anno un importante pezzo dell'Arilica che fu e' lasciato al piu' completo abbandono. E dire che negli anni '60 era uno dei piu' bei hotel della sponda veronese. Ora invece solo macerie, scritte con lo spray sulla facciata e sporcizia: il senso di disfacimento provocato dal rudere dell'albergo e dagli obbrobriosi teloni di plastica (ma dove li avranno scovati? Chernobyl?) fa abbastanza inpressione. E l´arilicense pulito, desideroso di rivedere la propria Arilica tornare ai fasti del passato, soffre come un cane. Simili offese al paesaggio andrebbero abbattute d´imperio (ma le offese al paesaggio non solo non le si butta giu´, ma in qualche caso le si costruisce anche). Li vicino altro sfascio e altri ruderi (e siamo a 7-800 metri dal centro...), ma di questo parleremo domani.
Povera Arilica... Posted by Hello

venerdì, ottobre 08, 2004

Ma allora e´proprio vero che la TAV e´ un male necessario....o no?

He´s baaaaaaaaaaack!

Dopo che mesi fa ne avevamo denunciato addolorati la sua scomparsa dal proscenio arilicense, ieri pomeriggio, improvvisa e inaspettata, una visione: all´altezza della rotonda sul Mincio, lui, CAPPUCCINOEBRIOCHE!
Ci e´apparso immutato e in gran forma, stretto nel suo trench grigio: una colonna portante della quotidianita´ arilicense e´stata restituita alla collettivita´, lunga vita a cappuccinoebrioche.

L´ispettore Clouseau

giovedì, ottobre 07, 2004

Dammi una seconda (e una 3°, 4°, 5°, 6°, 7°....) tessera, una seconda (e una 3°, 4°, 5°, 6°, 7°....) tessera dammi....

Molte gole profonde di nostra conoscenza narrano che nel da poco inaugurato albergo di Fantasilandia (alias Gardaland) capitano episodi gustosi con gli ospiti, cose di cui (s)parlare durante queste tiepide serate con l´umidita´al 108%. Quello del principe del Brunei lo avrete senz´altro letto da qualche altra parte, fra i tanti raccontatici, desideriamo citare quello del lagnoso cantautore partenopeo con barbetta brizzolata e voce strozzata il quale, dopo aver pernottato (non da invitato bensi´da normale cliente) una notte nella neoeretta struttura di marzapane legno e vetro, ha pensato bene di recarsi la mattina successiva alla reception per chiedere....circa 15 tessere omaggio per entrare al parco. Eh, si´, perche´assieme al lamentoso strimpellatore c´erano altre persone, le quali, per il fatto che lui “veicolerebbe pubblicita´al parco” (parole sue), sarebbero dovuti entrare gratis....HAHAHAHAHAHAHAHA.
Pare che il direttore (arilicense no, ma pulito ad honorem), abbia sorriso e accarezzato gentilmente il simpatico Masaniello, accompagnando l´intera comitiva verso le casse del parco.

´O Zappatore

Tagli tu? No no taglio io! Però forse...

Il palo della cuccagna è ancora li.
Per carità,non mi dispiacerebbe affatto che fosse li per la una nuova edizione della cuccagna Natalizia purtroppo però è li per altri motivi.
E’ mai possibile che ogni volta che bisogna fare qualcosa che non porta entrate ma qualche spesa nessuno si decida a muovere il culetto e bisogna far passare giorni e giorni senza far nulla? Ovviamente adesso si sta litigando su chi deve o non deve tirar via quell’albero dal mincio. Comune o demanio? Comune o demanio? AP capisce tutto e tutti ma è ora che qlc prenda in mano la situazione e dia il là a quest'azione di pulizia. Va bene che ormai è autunno e di turisti neanche l’ombra (quindi chissenefrega dell’immagine staranno pensando) ma per dio togliete quel coso! Inoltre gli alberelli (se cosi si può dire) li vicino pare siano tutti malati e necessitano di una cura ricostituente nonché di un taglio alla moda onde evitare ulteriori crolli,indi per cui...MOARSE.
Se invece le intenzioni sono quelle di far passare ancora molto tempo, invito ufficialmente gli gnomi della loacker muniti di accette e biscottini a portar via il nostro piccolo grande alberello malato.

Ciola.

mercoledì, ottobre 06, 2004

Per chi, come il sottoscritto, va in posta ad Arilica ogni 2-3 anni, fa un certo effetto entrare nel vecchio ufficio postale di Via Venezia e fronteggiare nell´ordine:
-Al posto del vecchio portone arrugginito una porta blindata con anticamera di sicurezza tipo banca.
-Al posto della vecchia azalea secca e smunta all´ingresso, una serra di piante di ficus di fantozziana memoria.
-Al posto delle cartacce accatastate per terra negli angoli, una pulizia da far invidia alle poste dell´Engadina.
-Al posto del gracchiare delle stampanti: filodiffusione (ma forse ho sentito male, era l´autoradio del tamarro coi cavei longhi parcheggiato fuori).
- Al posto del vecchio delirio di cartelli scritti (male) a penna davanti agli sportelli, insegne colorate e chiare sui servizi offerti ai diversi sportelli e, udite udite, un DISPLAY LUMINOSO!
-A posto della vecchia coda all´italiana (non fila indiana bensi´ groviglio umanoide inestricabile tipo cavalli del palio di Siena ai canapi) una serie di personcine rilassate che attendono tranquillamente seduti il loro turno, in quanto hanno gia´ritirato il numerino.
-Al posto del nulla, delle sedie di legno (o presunto tale) allineate (noi siamo scienza, non fantascienza).
-Al posto delle vecchie impiegate delle poste cordiali come un rottweiler insanguinato, delle squisite signore-signorine mediamente sorridenti e mediamente valide dal punto di vista estetico.
-Al posto del solito odioso “DICA” con cui si veniva approcciati delle vecchie impiegate di cui sopra, un vigoroso e rassicurante “BUONGIORNO”.
I soliti beninformati che leggono i giornali dicono che l´artefice di tutto cio´sia il signor Corrado Passera (questo si´che e´un cognome!), ex amministratore delegato delle poste che ha avuto un´idea che, chissa´perche´, non aveva mai avuto nessuno: tentare il risanamento economico del vecchio carrozzone statale e abbandonare il terzo mondo, risistemando gli uffici postali come si fa nelle nazioni evolute. Domanda: ghe volea tanto?
Non sappiamo se il risanamento stia avvenendo, ma di certo le poste di Arilica sono un´altra cosa rispetto al passato, e´quasi un piacere mettersi sotto braccio 2-3 bollettini e partire fischiettando verso la posta.
Purtroppo nemmeno il benemerito signor Passera e´riuscito a debellare una delle piu´antiche istituzioni delle poste italiane: la signora che ha fretta. Trattasi della signora spazientita che ogni volta precedi nella fila e che, immancabilmente, ti pone sempre la stessa domanda, provando a passarti davanti:
-“scusi....sa....ho fretta....ha tanto lavoro da fare?...non e´che...”.
-“no no, signora, non si preoccupi: mi fanno il cesareo senza anestesia e poi vado”.

Postisa

La fattoria degli animali

Non so voi...sara´ l´umidita´, sara´ la stagione, ma il sottoscritto ha la casa invasa da decine di insetti: zanzare che abbisognerebbero dell´eliporto per gli atterraggi, affari che sembrano ragni ma hanno un diametro di dodici centimetri e volano, cimici orribili e marroni. Sara´ l´umidita´, sara´la stagione, ma prima me ne sono trovati solo alcuni, e poi sono arrivati in massa gli altri (lo so, vi ricorda il migrare di certe popolazioni mediterranee aventi il nostro stesso passaporto...evidentemente hanno fatto proseliti).
Ho appurato che non è possibile ammazzarli perché evidentemente sono in grado di operare una mitosi post-mortem (l´annegamento delle cimici nel water e´operazione senza speranze di successo: tornano a galla vive e vegete in men che non si dica). Cosi´, contraddicendo il mio appoggio incondizionato alla teoria dell´attaco preventivo e dello "shock and awe" di ColinPowelliana memoria, ho provato a dialogare con quello che mi sembrava il capo colonia, ma mi ha risposto di prendere un appuntamento con la sua segretaria, che comunque ha un'agenda molto piena.
Ho tentato di dirottarli verso la cucina depistandoli con briciole di pane e acini d´uva, ma si sono messi in fila sopra il mio letto e hanno cominciato a fare un trenino.
Ho paura.

Marcus Baysagon

martedì, ottobre 05, 2004

Il basso lago e l'apicoltura:che connubio perfetto!


Queste graziose arnie garantiranno ad alcune decine (centinaia?) di api di passare un inverno sereno.
Si ringrazia il miele Ambrosoli per la fattiva collaborazione.

L'ape Maia,Willy,Flip,Tecla,Puck e Frida Posted by Hello

lunedì, ottobre 04, 2004

Quella macchina qua, devi mettertela la´...

Quando intravvede un SUV (Sports Utility Vehicles, par quei studiadi...) nel basso lago, l´arilicense pulito sgrana gli occhi cercando di intravvedere alla guida il rude campagnolo e/o possidente terriero dell´alta Valdalpone in gita sul Benaco, in una corroborante escursione lacustre fra una esplorazione di sassaie e l´altra. E invece no, solo e sempre categorie diverse dalla precedente: gente che, una volta rotto il porcellino, preferisce investire sull’ingombrante macchinone (e non mi sembra che nel basso lago abbiamo a disposizione le praterie ne le autostrade del Texas) anziché, che so, su una elegante macchina sportiva o su una esclusiva berlina superaccessoriata. De gustibus, direte voi. Ma c´e´anche un risvolto tecnico. I trattogipponi sono solo in apparenza stabili: la probabilità di ribaltarsi con un SUV è tre volte maggiore rispetto ad un´auto normale. Praticamente, in termini di elongatio penis, avere una SUV e´come farsi un pisello finto col Pongo.
Come dite? C'è chi si può permettere solo quello?

Isa Cordero di Montezemolo (in Agnelli)

Angoli di paradiso a due passi dal Benaco

Molti arilicensi si saranno accorti che Golinilandia ha finalmente ricevuto non un colore, ma addirittura due: giallo e rosa sono l´azzeccatissimo accostamento cromatico scelto per l´ameno villaggio ferro-stradale, che non potra´che trarre giovamento dalla nuova originalissima pigmentazione, che gia´ vediamo brillare riflessa nelle limpide acque della costruenda piscina, luogo di pace e meditazione: per i fortunati abitanti di Golinilandia sara´un piacere perdersi fra l´ocra e il rosino, facendosi cullare dal dolce brusio di trenitalia e dal fruscio degli erogatori Agip petroli. Ah, questa si´che e´vita...

Sissi, principessa sfortunata


Sabato finimmo a Merano, dove per rilanciare un turismo che boccheggiava, qualche anno fa hanno deciso di puntare, udite udite, sul giardino botanico. Risultato? Posto meraviglioso, sempre pieno tutti i giorni (centinaia di visitatori, col biglietto a 9 euro...) e splendido recupero di un´area che prima era abbandonata a se stessa. Vero, per mettere in piedi simili ambaradan bisogna avere i soldi che allunga la regione autonoma (in Alto Adige gli enti locali spendono e spandono che e´un piacere, mentre da noi i comuni sono alla canna del gas: federalismo fiscale, dove sei?), ma e´anche vero che lassù, a differenza di quaggiu´, prima si pensa al TERRITORIO e poi al resto. Un pensare intelligente, ordinato, rispettoso verso se stessi e pulito. E se poi si scopre che con l´ambiente e il territorio si riesce anche a fare i soldi...

Kaiser Franz Josep I Posted by Hello

Comunicazione di servizio

DIN-DON
Si rende noto a chi di dovere che sul marciapiede a lato del parcheggio di Porta Brescia urge intervento: dall’ultimo albero lato Porta Brescia, quello immediatamente precedente il parchimetro computerizzato, scende un grosso ramo a pettinare chiunque vi passi sotto. Oltre ad intralciare buona parte dell’area pedonale, le fronde incriminate potrebbero rovinare al suolo con conseguenze facilmente immaginabili per eventuali sfortunati passeggiatori.
Grazie!
DIN-DON

Ardelica Pischeriae

venerdì, ottobre 01, 2004

Una firmetta qui, prego......

Dopo le schermaglie di queste ore con i polemisti post mortem e quelli dei giorni precedenti coi polemisti un tanto al chilo, noi di Arilica Pulita abbiamo deciso di firmare (basta il soprannome?) ogni intervento su questo sitarello.
Non ce ne sarebbe bisogno, tutti sanno chi siamo e come la pensiamo, ma la firmetta in calce serve ad evitare equivoci e piccole miserie di paese. Così chiunque voglia dirci qualcosa in faccia lo potrà fare liberamente, maschere, mascherine non fanno per noi.
Siamo sempre in attesa di contributi alla causa, che per chi se lo fosse dimenticato, è quella di rendere la nostra Arilica un posto migliore per viverci di quanto già non sia: l'invidia e la smania di protagonismo non ci appartengono.
Pesciolini e pescioloni che sanno di freschino (categorie che a Peschiera, cosi come a tutte le latitudini, abbondano) stiano pure dove sono, di loro non sappiamo cosa farcene (e in più i spussa). Se poi, per quello che scriviamo e quello che faremo nel futuro prossimo, qualcuno vorrà toglierci il saluto e magari anche la parola, liberissimo di farlo:fortunatamente non siamo onnipotenti ne abbiamo la fregola di piacere a tutti, ben venga perdere l'amicizia di chi vero amico non era.
Toglieteci tutto, ma non la nostra Arilica.
Un saluto pulito.

Isa

Local o No Local

Come ogni tanto accade negli sport strettamente correlati agli agenti meteorologici, oggi, in quel di Torbole, i soliti surfisti sono rimasti delusi da un Ora (il vento termico che benedice l'alto lago quasi quoitidianamente) alquanto latente.
Un collega surfista mi si avvicina: "sei di qua?"
Con un cenno del capo annuisco, sorridendo, forte dell'orgoglio che mi contraddistingue e protetto dalla bellezza del mio Benaco.
Ed il tizio continua: "Bella merda che è il lago!"
Da surfista lacustre, conoscendo, ammirando, rispettando, invidiando e adorando il mare, presupponendo che l'arroganza del mio interlocutore dipendesse dalla sua provenienza (Sardegna, Fuerteventura, Maui, Sud Africa, etc.) gli chiedo: "Scusa, ma di dove sei?"
E costui risponde: "di Rovigo."
Tutt'ora non capisco la perversione psicologica di questo personaggio. Temo, da quanto ho riscontrato nella mia ancora breve esistenza, che di elementi del genere ce ne siano molti, fin troppi. Temo anche che qualcuno di questi viva nella mio quartiere, o comunque si definisca Arilicense come me, o per lo meno apponga l'appellativo "Sig." davanti al proprio nome.
La cosa è inquitante.
Per carità, ben venga la libertà di opinione e di parola.
Se il lago ti fa schifo, stattene a Rovigo!

Chi vive Luganeggiando, muore....

Non è proprio periodo di “Luganeggiando”, ma vale la pena di riportare un breve aneddoto poco pulito.
“Luganeggiando“ è una mirabile iniziativa di un altrettanto mirabile gruppo di arilicensi (accomunati nel proprio destino da un frutto e da velleità calcistiche...) che, rimboccandosi le maniche e lavorando sodo, hanno voluto riproporre a casa nostra una manifestazione enogastronomica che da parecchi anni si tiene nell’astigiano. Si tratta di un percorso nelle campagne del basso benaco, da affrontare a piedi o in bicicletta, con tappa nelle diverse cantine di produzione del rinomato bianco.
La prima edizione risale all’anno 2000, quando i determinati organizzatori decisero coraggiosamente di proporre questa nuova iniziativa al pubblico arilicense. Armati di infinita buona volontà:
a) contattarono tutte le cantine comprese nel quadrilatero S.Benedetto – Broglie – Rovizza – Pozzolengo, ricavando l’adesione di una decina circa di produttori;
b) studiarono il percorso adatto, allestendo delle indicazioni per agevolare i partecipanti;
c) prepararono dei piatti da abbinare al vino, proponendo varie specialità diverse da cantina a cantina;
d) curarono l’organizzazione e la logistica spiccia, come la distribuzione di tavoli, panche, piatti-posate-bicchieri alle varie cantine, la raccolta delle iscrizioni, la stampa dei pass per i partecipanti e delle magliette per gli operatori, il reperimento di mezzi di supporto, ecc…
I nostri eroi si rivolsero poi all’amministrazione comunale in cerca di ulteriore supporto logistico ed organizzativo, pensando: “Cacchio, un’iniziativa del genere dona lustro e buona reputazione al paese ed ai produttori locali, potrebbe anche attirare potenziali turisti: vuoi che l’amministrazione non ci aiuti a pubblicizzare la manifestazione???”. E infatti l’amministrazione NON aiutò gli impavidi volenterosi che portarono ugualmente a compimento l’opera in modo egregio, tanto che l’anno successivo i partecipanti furono ben oltre i 30 della prima edizione.
La macchina era in moto e ormai aveva preso velocità: ad ogni edizione cresceva il numero di partecipanti - moltissimi dei quali forestieri – tanto da doverlo limitare con un numero chiuso, le cantine disposte ad ospitare l’evento aumentavano di anno in anno, la qualità della manifestazione lievitava costantemente e molti volontari si proponevano in modo totalmente gratuito per permettere un buon svolgimento della stessa, la fama dell’evento giungeva ben oltre i confini paesani...insomma, un vero successo.
Ma come spesso accade, a voler salire sul carro dei vincitori sono molti: risparmiate le fatiche ed i rischi delle prime edizioni, l’amministrazione comunale entrava prepotentemente nel comitato organizzativo, imponendo le proprie volontà circa prezzo dei biglietti, modalità di distribuzione degli stessi, ecc… La giustificazione a questo radicale cambiamento fu, all’incirca, questo: “I produttori offrono gratuitamente i propri vini ed è giusto che tra i partecipanti alla manifestazione vi siano personaggi del settore che potrebbero poi stipulare contratti di acquisto. Quindi, precedenza ai potenziali acquirenti, ma lasciando un determinato numero di biglietti per gli appassionati che comunque non potranno acquistarne più di tot a testa”. Il discorso potrebbe anche essere accettabile: ma perché poi i biglietti per i “comuni mortali” non si trovano mai in quanto acquistati in blocco dai soliti paraculati alla faccia della limitazione imposta?
I soliti misteri che si perdono tra le mura di Arilica…
Anche per oggi, a voi le conclusioni.

Ardelica Pischeriae