Città di Arilica, 30 Agosto 2312.
Curioso ritrovamento negli archivi della biblioteca civica di Città di Arilica.
Alcuni appassionati di storia cittadina hanno riportato alla luce uno scritto risalente alla prima metà del 21° secolo, redatto da un pulito cronista locale del tempo, ad integrazione di un articolo riportato anni prima dall’allora quotidiano locale “L’Arena di Verona”, predecessore dell’odierno organo di stampa ufficiale “Arilica Pulita News” (all’epoca, l’attuale sobborgo di Città di Arilica denominato “Verona” era riconosciuto come capoluogo di provincia – la florida politica di espansione territoriale di Arilica negli anni successivi ne comportò l’assorbimento, come peraltro per tutti gli allora comuni indipendenti posti tra la “fu Peschiera del Garda” e, appunto, la “fu Verona” - NDR).
Il manoscritto può essere definito come un antico caso di gossip riguardante il vicino comune di Castelnuovo, ulteriore bizzarra vicenda accaduta nel paesino già beffato e sbeffeggiato da un irriguardoso fato.
Di seguito, ve ne proponiamo la lettura.
“L’ottavo mese dell’anno 2004 il vigente quotidiano locale diede notizia di un bizzarro accadimento in quel dello sbocco lacustre del comune di Castelnuovo.
I fatti: alcuni incaricati dell’Ispettorato di Porto resero visita al porto denominato ‘Campanello’ trovando discrepanza tra la mappatura dell’area in loro possesso e la realtà dei fatti posta innanzi ai propri occhi. ‘L’armata Brancaleone del posto barca’ (secondi voci paesane composta da alcuni arilicensi DOC, ma qui il quotidiano non specifica e non vi saranno nemmeno successive conferme) trovarono difatti un gommone abusivamente ormeggiato nella rimessa e, in uno slancio di imperturbabile senso civico e sete di giustizia degno del miglior Charles Bronson, ne disposero l’immediato sequestro con ricovero presso una struttura a qualche chilometro di distanza, nell’entroterra morenico (in un cantiere nautico di proprietà di un arilicense armatore… insomma… uno dei due ispettori arilicensi incaricati dall’Ispettorato di Porto… almeno stando sempre alle chiacchiere di paese, mai ufficialmente confermate… così sembrerebbe… alla faccia del conflitto di interessi… e poi ci si lamenta del governo… - NDA).
Poco importò che – e qui nacque la contesa – il natante riportasse chiaramente esposti simboli e diciture della ‘PROTEZIONE CIVILE’.
Già: gli imperturbabili 007 portuali, l’infallibile intelligence dell’ormeggio, l’ineffabile KGB della boa presero un abbaglio (almeno da quanto si evinse dalla lettura del quotidiano): il codice di navigazione allora vigente prevedeva infatti massima priorità d’attracco per le imbarcazioni di soccorso (protezione civile, carabinieri, polizia, vigili del fuoco, croce rossa, ecc.).
Successivamente, la Protezione Civile di Castelnuovo fu costretta a sobbarcarsi le spese per il recupero dello scafo e le successive operazioni per rimettere lo stesso in acqua, notando peraltro che durante la fase di sequestro fu perpetrato danno al medesimo per un valore di circa € 250,00.
Il quotidiano locale non offrì aggiornamenti successivi e non fu permesso l’approfondimento sull’accaduto: non si venne a sapere se il danno fu rimborsato o meno. Alla memoria popolare la conclusione della vicenda.
Di certo, l’audace rettitudine dimostrata dai (pare) arilicensi ispettori ben illustra l’animo indomito ed il senso civico del cittadino arilicense medio: certo è che, allora come oggi, per essere un cittadino arilicense PULITO (e non medio), oltre a rettitudine e senso civico è richiesto comunque un minimo di elasticità e capacità di valutazione obiettiva del singolo caso (e se si evitasse il conflitto di interessi, tanto meglio).”
Ardelica Pischeriae