Nella foto: IL CONTADINO, MOTORE E FOMENTATORE DEL MERCATO DELLA PROSTITUZIONE.
Dopo la tragedia della croce bianca anche il borgomastro ha detto la sua sul tema prostitute e statale 11. Il sindaco ha espresso opinioni giuste e condivisibili, soprattutto quando ha parlato di "fare comunità" per fare fronte comune contro il meretricio e far capire a chi di dovere (troie e sottobosco troiesco) che qui non sono gradite. Parole sante. Ma poi ascoltando il sindaco si scopre che la faccia cattiva contro le prostitute la dobbiamo fare noi cittadini, che il primo complice del meretricio è il contadino onanista che baratta una scatola di preservativi data alla signorina di turno con una bella pippa en plein air, che è la Prestigiacomo che affossa le buone leggi volute da Bossi sugli eros-center, che sono i magistrati cavillosi che fermano la decisione del comune di Peschiera (idea che fu sacrosanta ed efficace) di multare i puttanieri colti in flagranza di reato. Bene, tutto vero, tutto giusto. Ma è un discorso simile a quello del tipo che diceva: elimina i grissini, salverai un tonno. Il problema è che il tonno (la nostra comunità, le nostre strade, il nostro vivere civile, la nostra sicurezza) lo possono fare fuori mille attrezzi diversi, e guardare SOLO ai grissini di riomaresca memoria serve solo a gettare fumo negli occhi. Perchè dalle interviste rilasciate in questi giorni sembra di capire che invece noi, che siamo sindaci dal '93 e parlamentari da molti anni, non abbiamo quasi niente da rimproverarci. E allora il peschierotto si domanda, con amarezza: ma se non riusciamo a debellare il cancro prostituzione da strada e tutto il luamar che esso si porta appresso con un sindaco senatore, con una classe politica che governa a Peschiera, in provincia, in regione e a Roma, quando mai riusciremo a farcela? E crediamo che la domanda retorica del borgomastro "mi chiedo perché i cittadini non reagiscano" potrebbe essere girata pari pari: noi cittadini ci chiediamo invece perché di fronte allo strapotere del meretricio stradale voi politici non reagiate con fermezza e mettendo a disposizione tutte le capacità e le energie di cui disponete, oppure lo facciate solo dopo che ci è scappato il morto o quando il fondo del barile è già stato raggiunto e la misura è colma. E quindi anche quel "non basta alzare le spalle e dire non si può fare niente", che è certo giusto e condivisibile, potrebbe essere girato: come la mettiamo con gli alberghi e i residence di Peschiera covi di prostitute (e nonostante le retate e i blitz ce ne sono ancora in piena attività e TUTTI lo sanno)? Abbiamo fatto tutto quanto era in nostro potere per controllare con scrupolo gli assegnatari delle licenze alberghiere o per vigilare sul dilagare della prostituzione negli ex capannoni riadattati (previo condono) a bordelli di lusso o negli alberghetti a una-due stelle? Come la mettiamo con la futura costruzione di centinaia di miniappartamenti, molti dei quali fisiologicamente finiranno per diventare alcove a pagamento, spostando solo il problema dalle strade alle casette di 28mq? Una politica edilizia diversa da parte del Comune potrebbe evitare a scongiurare il pericolo?
Anche perchè poi il cittadino, quello che dovrebbe ribellarsi, ha sempre più spesso la sgradevole sensazione che le fiaccolate sulla statale11 degli anni scorsi (coi politici in prima fila a reggere gli striscioni) e le tavole rotonde sul tema prostituzione (coi politici-gran Mogol dei talk-show con tanto di pretoni e avvocatoni) siano stati solo specchietti per le allodole nonchè ottimi spot preelettorali per una classe politica incapace di fronteggiare un'emergenza che porta schiavitù, morte, degrado e disgregazione di una comunità. Le panacee di tutti i mali e le soluzioni salvifiche probabilmente non ci sono, ma addossare la colpa a soggetti "altri" e sentir dire che "è a Roma che devono fare le leggi, noi abbiamo le mani legate" è assolutamente sconcertante (Che poi forse ci siamo persi qualcosa...ma a Roma CHI C'è AL GOVERNO? Topolino e Minnie?).