ARILICA PULITA è lieta di pubblicare il primo post di una nuova penna.
Ladies and gentlemen, Mr.CORTO MALTESE:
-Premessa-
È troppo tempo ormai che, quando si arriva o si lascia Peschiera, si possono leggere ovunque orgogliose espressioni che indicano come Arilica sia una Città baciata da moltitudini di turisti interessati al suo patrimonio ambientale, artistico e culturale. È troppo tempo che il vivere in un territorio un tempo meraviglioso ed a contatto con una eredità storico – architettonica straordinaria rende l’abitante di Arilica sordo e frustrato di fronte alle numerose denuncie piovute negli ultimi anni riguardo all’incuria o, peggio, alla manomissione, di ciò che il nostro paese ha di più importante. Sì, è troppo tempo che ciò esiste o avviene, ma non così tanto per impedirci di pensare che quell’appellativo, “Peschiera d\G Città Turistica e d’Arte” sia stato voluto solamente per mascherare le carognate fatte ad Arilica negli ultimi tempi, per mettere un foglio di carta velina sopra una voragine, sperando che alcuno non ci passi mai sopra…
-Cap. I: la rapina del territorio-
Molti pubblici amministratori hanno creduto, negli ultimi anni, che a Peschiera si fabbricasse ancora terreno: ma purtroppo di terreno non se ne produce più da circa cinque miliardi di anni, il territorio che abbiamo a disposizione è unico e limitato, prezioso sia per le generazioni di oggi sia, soprattutto, per quelle di domani. Il territorio di Peschiera appartiene, di fatto, alla comunità di Peschiera, ed una volta occupato o compromesso, sarà finito per sempre (a meno che i prossimi borgomastri non decidano di entrare in armi nei comuni limitrofi). Non si capisce, quindi, come si possa assistere da così tanti anni ad una tale rapina del territorio, portata avanti contro l’intera comunità ed il suo futuro, attraverso la speculazione edilizia che coinvolge alcune fra le più belle aree di Arilica ed i cui unici frutti, esclusivamente monetari, non entrano di certo nelle tasche degli abitanti della nostra città.
La verità è che la comunità di Peschiera ha ormai ceduto cospicue porzioni del suo territorio a gruppi finanziari ma non solo. Questi, costruendo a fini esclusivamente speculativi, ossia molto e male, rivendono i loro fabbricati ad acquirenti che solo in pochissimi casi risiedono nella nostra città, la quale si è però dovuta accollare tutti i problemi derivanti da tali operazioni.
Ulteriore beffa, l’edilizia speculativa fin qui realizzata, costituita in gran parte dalle famose “arnie” o “armadi abitabili”, non può essere in grado di accogliere le nuove famiglie che nascono già oggi nella nostra comunità, proprio perché una famiglia non può abitare in un armadio. Così, la grande distanza fra domanda ed offerta di nuovi alloggi di qualità provoca lo stratosferico aumento dei prezzi di quelli esistenti, per cui le famiglie, per trovare una casa abitabile a prezzo onesto, si vedono costrette ad emigrare.
Se così alla ormai consolidata perdita del patrimonio ambientale che, finora, ha consentito ad Arilica di vivere sull’economia del turismo, si dovesse aggiungere, come già sta avvenendo, anche la perdita delle presenti e future generazioni di giovani costrette a malincuore ad emigrare per trovare casa, lo sfacelo sarebbe completo. Il capitale più importante di ogni città è costituito dai suoi abitanti e dal suo territorio. Se tale capitale non viene fatto fruttare ma anzi viene prima disprezzato, poi consumato ed infine distrutto, il fallimento della nostra “città” è assicurato.
Dopo l’effimera gloria dei dispensatori di carta velina, a cavallo del Duemila, la “città” sta perdendo in pochi anni tutto ciò che era stato costruito e conservato nei millenni, fino a che tutti si ritroveranno, quasi inconsapevolmente, a guardare il cielo di Arilica dalla buca profonda che si erano scavati da soli.
Corto Maltese