I miei vicini di casa vivevano nel basso lago da dieci anni ma la lingua italiana...ancora niente. Solo bizzarri suoni gutturali incomprensibili, ad un volume che si avvicinava a quello di un boeing 747 in fase di decollo. Erano persone piacevoli i miei vicini di casa.
I miei vicini di casa avevano tre figlioletti. L´adorabile piccolina tendeva a strillare a partire dalle 7.20, per terminare alle 23.50, dopo aver passato una giornata a spaccare piccoli oggetti, lanciare giocattoli contro i muri, piangere. La piu´ grande, 11 anni o giu´ di li´, veniva spesso redarguita bonariamente dal papa´ (“zoccoletta”, “testa di cazzo”, “vafangulo”). La scuola, chissa´ perche´, aveva deciso di farla seguire da uno psicologo, al pari del suo simpatico fratellino, che vestiva sempre casual ma con stile (maglia juve o, alternativamente, maglia di Maradona) e pescava da solo con lo sguardo allucinato fino a mezzanotte. Quando fu ammesso alla classe superiore arrivo´ a casa e grido´ trionfante: “mamma, mi hanno USCITO promosso!”.
Che deliziosi frugoletti i figli dei miei vicini di casa.
I miei vicini di casa si´che avevano il pollice verde: vivendo al primo piano, pensavano bene di bagnare il giardinetto sottostante attaccando la pompa dell´acqua al rubinetto della cucina e annaffiando sporgendosi dal balcone.
Quanto amore per la natura i miei vicini di casa.
I miei vicini di casa erano pii e religiosi: i pochi eletti che hanno avuto il piacere di entrare nel loro appartamento affermano che nel salottino (9 mq o giù di li´,dove gia´dovevano stare loro 5) troneggiava una bella statua di padrepio ad altezza naturale. Non si segnalavano pero´ stimmate, che pero´ forse erano in arrivo. Ora pro nobis, i miei vicini di casa.
I miei vicini di casa avevano gia´ fatto numerosi traslochi: non si capisce perche´ (razzismo?), ma venivano sfrattati di sovente. Nel penultimo appartamento dove erano stati avevano staccato il cesso (water, lavandino e bidet) e se lo erano portato via. I miei vicini di casa erano tanto affezionati ai sanitari degli appartamenti nei quali avevano vissuto, e ci credo: la´dentro ci avevano fatto la cacca, i miei vicini di casa.
I miei vicini di casa guardavano sempre la tivvu´, ad un volume che sfondava spesso i 100 decibel. Ma a noi non dava fastidio, era un piacere sentire rimbombare tutto il giorno Mariadefilippi Enricopapi e compagnia.
Era bello condividere le stesse emozioni televisive dei miei vicini di casa.
I miei vicini di casa erano tanto amanti degli animali: avevano dei piccoli sorci e li lasciavano liberi di scorrazzare, tanto che me li trovavo sempre sul balcone (“io coi miei topi ci faccio quel cazzo che voglio”, questo affermo´ il cordiale vicino di casa dopo le mie rimostranze).
Il condomino ideale, il mio vicino di casa.
I miei vicini di casa erano dei gran lavoratori: lei (120 chili x 1.65) stazionava sul balcone o in casa per il 98% del tempo e spesso aveva un occhio nero e dei lividi (forse sbatteva distrattamente contro le porte? Mah…). Di lui si diceva operasse nell´edilizia, ma poi, dopo che non lo si vedeva mai andare a lavorare, giro´ una simpatica notizia, che mi riempi´ di orgoglio: il mio vicino di casa era un mago, o aspirante tale, il mio vicino di casa faceva i fluidi d´amore!
I miei vicini di casa erano dei veri tuttofare: lui aveva avuto il permesso dal proprietario per fare da solo l´allacciamento dell´acqua. Dopo una settimana dal loro ingresso nell´appartamento, gli inquilini del piano di sotto si sono accorti che il loro soffitto gocciolava: si erano staccati i tubi dell´acqua dei miei vicini di casa, ai quali evidentemente era sfuggito qualcosa in fase di allacciamento.
Son cose che possono capitare.
I miei vicini di casa chiedevano con insistenza la residenza ad Arilica (come biasimarli?), ma in Comune hanno stranamente fiutato che qualcosa in loro non andava, e si sono sempre rifiutati di concedergliela. Fin che, una bella mattina, la mia vicina di casa, risoluta e pronta a far valere i suoi diritti di cittadina, si e´ presentata in Piazza Betteloni e ha cominciato a battere i pugni sui vetri dell´anagrafe, inveendo contro tutto e tutti, esclamando a gran voce: “ho chiamato striscialanotizia, fra poco arriva o´ Gabbibbo con i carabbinnieri che vi arrestano a´ tutti”.
I miei vicini di casa si´ che avevano una coscienza civile.
I miei vicini di casa se ne sono andati, smontando tutto l´appartamento in 8 ore e fuggendo via alle 2 di notte senza lasciare notizie ne le chiavi di casa al proprietario (i soliti maliziosi riconducono la fuga al fatto che non pagavano l´affitto da mesi, ma noi a queste malelingue non vogliamo dare ascolto).
Era il 3 settembre, nuova festa della Liberazione.
Pare che ora stiano nel borgo limitrofo ad Arilica, invidio i fortunati che li avranno come nuovi vicini di casa.
Addio vicini di casa, mi mancherete.